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FOCUS - Sliding doors Lucas: in un anno tra Leiva e Biglia tutta la differenza del mondoTUTTO mercato WEB
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport
domenica 17 dicembre 2017, 09:00Editoriale
di Alessandro Vittori
per Lalaziosiamonoi.it
fonte Alessandro Vittori - Lalaziosiamonoi.it

FOCUS - Sliding doors Lucas: in un anno tra Leiva e Biglia tutta la differenza del mondo

9 gennaio 1987, la Lazio festeggia l’87° compleanno in una delle stagioni più difficili della sua storia. La squadra di Fascetti, partita da una penalizzazione di meno nove, è all’alba di una delle imprese rimaste indelebili nella mente dei tifosi biancocelesti. Nel frattempo a Dourados in Brasile, nel Mato Grosso do Soul nasce un certo Lucas Leiva Pezzini, origini italiane suggerite proprio dal cognome (il bisnonno materno nato in Toscana). Poco meno di un anno prima, il 30 gennaio 1986, circa 1771 chilometri più a Sud, a Mercedes in Argentina aveva visto la luce Lucas Biglia. Anche lui origini italiane, più in particolare toscane (nonni della provincia di Firenze) e con Leiva un intreccio destinato ad andare avanti nel tempo. La Lazio è l’altro denominatore comune, anche se sono sempre dodici i mesi che fanno tutta la differenza del mondo. La scorsa stagione Leiva, alla sua decima nel Liverpool, sembra ormai arrivato alla fine di un ciclo, nonostante l’ambiente lo ami alla follia. A Roma Biglia riceve lo stesso affetto del brasiliano e, con la fascia di capitano al braccio e un rinnovo dato per imminente, rappresenta il leader in campo e fuori della Lazio. Oggi quel ruolo lo ricopre Leiva, mentre Biglia, partito verso Milano per vincere, con Gattuso sta assaporando il gusto amaro della panchina. Sembra trascorsa una vita, invece…

  

E MENO MALE CHE… - Era arrivato con l’etichetta di brasiliano atipico Leiva: grande personalità, ottima interdizione, ma caratteristiche diverse da quelle del play classico. “Ho visto tanti giocatori di talento con la palla in mezzo ai piedi, ma pochi riescono a fare quello che fa Leiva senza”, queste le parole dell’amico Gerrard, eppure Lucas a Roma ha aggiunto anche la regia al suo bagaglio. Già in estate a Malaga, alla prima apparizione internazionale in biancoceleste, si presentò con un lancio a scavalcare la difesa per lanciare Immobile verso il portiere avversario. Giovedì col Cittadella ci ha preso gusto e con due verticalizzazioni illuminanti ha regalato dei cioccolatini soltanto da scartare a Felipe Anderson e Immobile. Addirittura a Waregem, al suo primo gol con la Lazio, si è esibito in un colpo di tacco di manciniana memoria. Il brasiliano è un centrocampista completo, che in biancoceleste sta vivendo una seconda giovinezza. Per tutti Biglia è soltanto un ricordo.

  

DIFFERENZA DI QUALITÀ - I numeri stagionali di Leiva e Biglia non sono poi così diversi. Il biancoceleste, oltre alla presenza in Supercoppa, vanta 14 apparizioni in campionato, 1 in Coppa Italia e 3 in Europa League, impreziosite dal gol di Waregem. Il rossonero invece ha giocato 12 volte in campionato, 1 in Coppa Italia e 3 in Europa League. A livello aritmetico siamo sugli stessi ordini di grandezza, ma la differenza è nella qualità. In campionato nella classifica di rendimento dei centrocampisti, guidata da Luis Alberto, Leiva staziona nelle prime posizioni con una media voto di 6.11 (che per un centrocampista difensivo è abbastanza alta). Per trovare Biglia invece bisogna scendere parecchio, con una media di 5.64 si posiziona un gradino sopra all’ex compagno Cataldi. Una stagione deludente che è culminata con la retrocessione in panchina dopo il cambio di allenatore: Gattuso a differenza di Montella preferisce Montolivo in quella posizione e per l’argentino non resta che inseguire.

PORTAFORTUNA - Dicevamo prima della Supercoppa contro la Juventus. Bene, quella sfida fa tutta la differenza del mondo tra Leiva e Biglia. Il brasiliano all'esordio ha subito alzato un trofeo con la Lazio, il primo dopo lo storico 26 maggio. L’argentino invece in quattro occasioni non c’era mai riuscito: la prima apparizione in biancoceleste è coincisa con la partita successiva alla vittoria contro la Roma in Coppa Italia (Supercoppa 2013), mentre l’ultima con quella precedente alla vittoria in Supercoppa di agosto. La sfortuna si è spesso accanita con Biglia, che nel frattempo ha collezionato anche tre finali perse con l’Argentina (un Mondiale e due Coppa America), mentre Leiva sembra avere anche quel pizzico di buona sorte che non guasta. Forse per vincere non serviva andare a Milano, ma avere un compagno come Leiva vicino.