
Sarri: "Torno alla Lazio con 1000 partite viste e mercato bloccato". Rinviata la presentazione
Non accenna granché a placarsi la bufera in casa Lazio. D'altronde il ritorno di Maurizio Sarri sulla panchina dei biancocelesti è 'nato zoppo', visto che il club capitolino ha ricevuto dalla Federazione il blocco agli acquisti per via del mancato rispetto di alcuni dei paletti previsti dagli indici di liquidità e sostenibilità.
In tutto questo, si è creato anche un caso attorno alla conferenza stampa di presentazione di Sarri, divenuta 'della discordia'. Sì, perché inizialmente la Lazio aveva deciso di non ammettere i giornalisti, chiamando all'azione (anzi, alla reazione) anche l'Ordine professionale. La società a quel punto non solo ha fatto retromarcia, ma ha anche spiegato: "Respingiamo convintamente qualunque tentativo di attribuire alla S.S. Lazio la volontà di limitare la libertà di stampa o di sottrarre il nostro allenatore al legittimo confronto con i giornalisti. Nulla di più lontano dalla realtà". Ha parlato in tal senso anche il direttore sportivo Fabiani: "Volevamo fare una cosa carina ed innovativa. Manderemo immagini proiettate dietro di lui. Non c’è nessuno bavaglio che viene messo a Sarri, anche perché lui non è il tipo che si presterebbe a tutto questo. Capisco che possa sembrare che così non c’è il contraddittorio, ma se questo ci ferma, non ci apriamo mai all’innovazione".
Ultimo, ma non ultimo, ha parlato pure lo stesso Maurizio Sarri. Che ha giocato pure la carta dell'ironia: "Sono tornato perché il percorso non era stato completato e non potevo lasciare il popolo biancoceleste nel momento in cui ha un problema. Nei primi mesi di disoccupazione non mi sono occupato di calcio assolutamente, negli ultimi 2-3 ho visto 1.000 partite e 1.000 giocatori e mi ritrovo con il mercato bloccato".
In tutto questo, si è creato anche un caso attorno alla conferenza stampa di presentazione di Sarri, divenuta 'della discordia'. Sì, perché inizialmente la Lazio aveva deciso di non ammettere i giornalisti, chiamando all'azione (anzi, alla reazione) anche l'Ordine professionale. La società a quel punto non solo ha fatto retromarcia, ma ha anche spiegato: "Respingiamo convintamente qualunque tentativo di attribuire alla S.S. Lazio la volontà di limitare la libertà di stampa o di sottrarre il nostro allenatore al legittimo confronto con i giornalisti. Nulla di più lontano dalla realtà". Ha parlato in tal senso anche il direttore sportivo Fabiani: "Volevamo fare una cosa carina ed innovativa. Manderemo immagini proiettate dietro di lui. Non c’è nessuno bavaglio che viene messo a Sarri, anche perché lui non è il tipo che si presterebbe a tutto questo. Capisco che possa sembrare che così non c’è il contraddittorio, ma se questo ci ferma, non ci apriamo mai all’innovazione".
Ultimo, ma non ultimo, ha parlato pure lo stesso Maurizio Sarri. Che ha giocato pure la carta dell'ironia: "Sono tornato perché il percorso non era stato completato e non potevo lasciare il popolo biancoceleste nel momento in cui ha un problema. Nei primi mesi di disoccupazione non mi sono occupato di calcio assolutamente, negli ultimi 2-3 ho visto 1.000 partite e 1.000 giocatori e mi ritrovo con il mercato bloccato".
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