
Lazio, da Como a Reggio Emilia: due trasferte che lanciano un grido d'allarme
"Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova". Si può appellare alle parole di Agatha Christie la Lazio dopo le due dolorose trasferte di Como e Reggio Emilia. Se in riva al lago alla prima giornata è mancato l'atteggiamento, ieri a Reggio Emilia ciò che è venuto meno è stato il coraggio. Aspetti mentali che per una squadra che deve adattarsi non possono mancare, specialmente in una stagione di costruzione dove il primo obiettivo è quello di ottimizzare il materiale a propria disposizione. Non avendo potuto scegliere gli elementi della sua rosa, Maurizio Sarri si aspetta risposte importanti dalla squadra che però in due trasferte è mancata dove non può mancare. Può venir meno la qualità, è oggettivo che in rosa non ci sono più giocatori del livello di Milinkovic-Savic, Luis Alberto, Felipe Anderson e Immobile, ma l'atteggiamento no. Eppure è già venuto meno nelle prime due trasferte. Una coincidenza, con la speranza che non si verifichi il terzo indizio per trasformare il tutto in una prova.
Lazio, preoccupazione per Rovella e Castellanos
Come se non bastasse la Lazio è uscita da Reggio Emilia anche con i muscoli piuttosto affaticati. Sarri ha scelto di rischiare Nicolò Rovella da titolare nonostante fosse reduce dall'affaticamento muscolare accusato in nazionale. L'ex Monza ha dovuto alzare bandiera bianca dopo 40 minuti, così come ha dovuto chiedere il cambio Taty Castellanos all'ora di gioco per un fastidio alla coscia sinistra. L'argentino che ha contribuito a tre dei quattro gol stagionali della Lazio (4 su 5 considerando la rete annullata a Como) ha lasciato spazio a Dia e Sarri spera di recuperarlo insieme a Rovella per il derby di domenica. Sarà il primo spartiacque di una stagione delicatissima. Dare il via all'annata con un successo nella stracittadina rappresenterebbe la soluzione migliore per mettere da parte le due brutte trasferte di Como e Reggio Emilia.
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