
Lazio, Sarri saluta il 4-3-3 dopo un decennio: l’emblema di un’annata “strana”
Definire come “strana” la stagione 2025/26 della Lazio è quantomeno riduttivo. Di prime volte ce ne sono state tante, forse troppe in questi quattro mesi da quel ko interno contro il Lecce. A fine maggio Maurizio Sarri per la prima volta in carriera ha deciso di tornare dove era già stato in passato dopo 35 anni di carriera privi di un ritorno. A giugno per la prima volta a una squadra di Serie A è stato bloccato completamente il mercato in entrata. Poi le tre sconfitte nelle prime quattro giornate di campionato, un unicum nella gestione Lotito e il derby perso che di certo ha condizionato l’avvicinamento alla sfida di domani contro il Genoa. A Marassi si chiude la quinta giornata di Serie A e ci sarà un’altra prima volta, ovvero dal primo minuto Sarri schiererà la Lazio con il 4-2-3-1 per l’emergenza che c’è a centrocampo tra infortunati e squalifiche.
Lazio, le possibili scelte contro il Genoa
In 108 partite in Serie A sulla panchina della Lazio, Maurizio Sarri non si è mai distaccato dal 4-3-3. L’ultima partita giocata da una squadra del tecnico toscano con un sistema di gioco differente è datata 13 settembre 2015, poco più di 10 anni fa nella sfida da ex contro l’Empoli finita 2-2 alla guida del Napoli. Dal weekend successivo, proprio contro la Lazio, la svolta al 4-3-3 con un 5-0 che di fatto diede il via al Sarrismo in quel di Napoli. Dieci anni dopo è ancora la Lazio a spingere Sarri al cambiamento, questa volta sono i limiti di una rosa incompleta per regole e immatura per scelta che obbligano il tecnico toscano a rivoluzionare tutto. Che questa rosa non sia pienamente in linea con le necessità di Sarri è evidente e lo si sapeva visto il blocco del mercato, poi però c’è il resto. Vecino è clinicamente recuperato da quasi un mese, eppure ha visto il campo solo negli ultimi due giorni e sarà recuperato solo per la panchina. Dele-Bashiru e Rovella vengono dati per disponibili ed entrambi non riescono a finire un tempo nel derby. Il resto lo fa l’ingenuità di Belahyane, seppur in una situazione “di gioco”, e la sciocchezza di Guendouzi che da leader del gruppo dimostra immaturità in un momento così delicato. A Genova ci sarà il solo Cataldi, il reintegrato Basic (a breve l’ufficialità con l’esclusione in lista di uno tra Lazzari, Dele-Bashiru e Hysaj) e un Vecino a mezzo servizio. Una penuria mai vista che obbliga Sarri a rinunciare anche al più forte principio che lo ha accompagnato fin dal primo giorno in quel di Formello.
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