Lazio, tanti infortuni dovuti a divergenze interne e non solo. E intanto c'è chi si affida a esterni
L’emergenza in casa Lazio sembra non avere fine. Gli infortuni continuano a colpire la squadra di Maurizio Sarri, trasformando la stagione in un vero e proprio calvario. Dopo l’ennesimo stop muscolare, questa volta per Tavares (stiramento al polpaccio sinistro), il conto totale degli indisponibili sale a 17 da luglio a oggi. Una situazione che preoccupa il club tanto quanto il mercato estivo bloccato.
Nella serata di ieri, scrive Il Messaggero, il presidente Claudio Lotito si è recato a Formello per fare il punto della situazione. Non ha incontrato la squadra, già andata via, ma ha avuto un confronto con Maurizio Sarri e il direttore sportivo Fabiani, dopo le recenti dichiarazioni pungenti del tecnico. Un primo chiarimento tra i due dirigenti era già avvenuto giovedì, ma ora la priorità è capire come arginare l’ondata di infortuni che sta condizionando il rendimento dei biancocelesti.
Lotito ha voluto vederci chiaro, convocando un vertice con tutto lo staff. La situazione è resa più complessa dalle divergenze di valutazione tra il responsabile medico Rodia e il dottor Leo, che stanno creando confusione all’interno della struttura sanitaria. Alcuni giocatori si sarebbero già affidati a specialisti esterni. Anche la preparazione atletica di Losi è finita sotto osservazione: qualcuno teme carichi di lavoro eccessivi, anche se Sarri ha sempre difeso i suoi metodi, adottati con successo già a Napoli e premiati in passato dalla UEFA. Un altro possibile fattore è l’età media elevata della squadra (27,8 anni), tra le più alte della Serie A, ma non sufficiente a spiegare da sola questa lunga serie di infortuni. Sullo sfondo resta la questione dei campi di Formello, che secondo Sarri “per dieci giorni sono stati impraticabili” e potrebbero aver inciso sulla situazione fisica generale. La sensazione è che, oltre agli infortuni, la Lazio debba curare anche le proprie ferite interne, ritrovando compattezza e chiarezza per uscire da un momento che somiglia sempre più a un incubo.
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