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Cataldi, l'ex allenatore Drago: "Stupito che ci abbia messo tanto a imporsi"
"La consacrazione di Cataldi non mi stupisce, semmai in questi anni mi sono sempre meravigliato del contrario, ovvero del motivo per cui non riusciva a imporsi alla Lazio". A parlare è Massimo Drago, l'allenatore che al Crotone lanciò tra i professionisti Danilo Cataldi, il centrocampista romano classe '94 convocato lunedì da Mancini in Nazionale: oggi sarà in panchina nel suo Olimpico per Italia-Svizzera.
Era l'11 agosto 2013 quando lo fece esordire con il Crotone in Coppa Italia. Che ricordi ha di Cataldi?
"Di un ragazzo che aveva grandi qualità, si vedeva che avrebbe avuto in prospettiva un futuro importante. Finalmente sta dimostrando il suo valore, sapevo che sarebbe arrivato facilmente in Serie A. Sono molto contento per lui".
La sua dote migliore?
"Riesce a vedere il gioco con una frazione di secondo in meno rispetto agli altri. Questo lo aiuta nel suo ruolo. Ha anche capacità balistiche: con me nel 4-2-3-1 era uno dei due mediani e aveva anche compiti di inserimento, infatti segnò anche alcune reti".
Perché ci ha messo tanto a trovare continuità?
"Ha trovato consapevolezza nei mezzi, quella determinazione che a inizio carriera gli mancava. Non penso ci siano stati problemi tecnico-tattici, ha fatto più fatica a livello mentale. In un centrocampo a 3 può svolgere tutti i suoi ruoli. Con Sarri è cambiato tutto: il suo tipo di calcio, volto a esaltare i palleggiatori come Danilo, l'ha esaltato".
Era l'11 agosto 2013 quando lo fece esordire con il Crotone in Coppa Italia. Che ricordi ha di Cataldi?
"Di un ragazzo che aveva grandi qualità, si vedeva che avrebbe avuto in prospettiva un futuro importante. Finalmente sta dimostrando il suo valore, sapevo che sarebbe arrivato facilmente in Serie A. Sono molto contento per lui".
La sua dote migliore?
"Riesce a vedere il gioco con una frazione di secondo in meno rispetto agli altri. Questo lo aiuta nel suo ruolo. Ha anche capacità balistiche: con me nel 4-2-3-1 era uno dei due mediani e aveva anche compiti di inserimento, infatti segnò anche alcune reti".
Perché ci ha messo tanto a trovare continuità?
"Ha trovato consapevolezza nei mezzi, quella determinazione che a inizio carriera gli mancava. Non penso ci siano stati problemi tecnico-tattici, ha fatto più fatica a livello mentale. In un centrocampo a 3 può svolgere tutti i suoi ruoli. Con Sarri è cambiato tutto: il suo tipo di calcio, volto a esaltare i palleggiatori come Danilo, l'ha esaltato".
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