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Lo sconveniente andazzo dell'estate 2017, ma al Milan si viaggia controcorrente
domenica 20 agosto 2017, 00:53Editoriale
di Fabrizio Tomasello
per Milannews.it

Lo sconveniente andazzo dell'estate 2017, ma al Milan si viaggia controcorrente

Innanzitutto godiamoci Kalinic. L’acquisto numero 11 della portentosa estate rossonera firmata da Fassone & Mirabelli può considerarsi ormai cosa fatta, malgrado la strenua resistenza della Fiorentina. L’accordo arriva a suggellare un’intesa che sembra fatta apposta per fare felici tutti: la dirigenza viola che cede un calciatore ormai senza più motivazioni, facendo una ricca plusvalenza e lasciando spazio al neo acquisto Simeone; Montella che si trova a disposizione il centravanti ideale per il gioco di squadra che avrebbe voluto già dalla scorsa stagione; e naturalmente lui, l’attaccante croato, da sempre grande tifoso milanista e ansioso di poter indossare finalmente la gloriosa casacca rossonera.
L’oggetto di questo editoriale però, come si evince dal titolo, è un altro: la deprecabile moda dell’estate 2017. Non si tratta del classico tormentone musicale da ballare in spiaggia, nè tantomeno ha a che fare con qualche stravagante accessorio o capo d’abbigliamento da sfoggiare per fare colpo. Quest’estate la cosa più trendy da fare, soprattutto se sei un calciatore di prima fascia e guadagni un pozzo di milioni, è non presentarsi agli allenamenti e ribellarsi in questo modo a presidenti che pagano fior di quattrini per rispettare contratti a nove cifre.
C’è poco da dire, la più spiacevole novità della stagione calcistica che sta per iniziare è semplicemente da stigmatizzare. È inaccettabile che quella che in casi estremi poteva rappresentare una disperata forma di protesta in mano ai calciatori, oggi rappresenti invece il malcostume dilagante. Abbiamo vissuto con malcelata trepidazione le eroiche gesta di Federico Bernardeschi e Douglas Costa, pronti a ribellarsi a Fiorentina e Bayern pur di abbracciare il nuovo corso bianconero; quelle del francese Dembelè che ha fatto perdere le proprie tracce al Borussia Dortmund per costringere i tedeschi a cederlo al Barcellona; e per finire le tre K del campionato italiano, Kondogbia, Kalinic e Keita, schierati monoliticamente a dichiarare guerra ai loro club.
Che sia arrivato il momento di fare qualcosa per mettere un freno a questo vezzo alquanto sconcio è talmente lapalissiano da apparire quasi banale. Eppure dal fronte dell’Assocalciatori tutto tace, soprattutto da parte del presidente Damiano Tommasi, un uomo che nel corso della sua lunga carriera, in campo e fuori, si è sempre distinto per correttezza e rispetto delle regole.

Rivendicazioni sociopoliticoculturali a parte, fa specie che tutto quello che sta accadendo oggi nel mondo del calcio, questa specie di nuova sciagurata usanza in voga nel’universo pallonaro, al Milan funzioni al contrario. A Milanello non c’è nessuno che decide di non presentarsi per andare a giocare altrove, anzi. Piuttosto si incatenano alla panca degli spogliatoi, pur di non lasciare il rassicurante ambiente di Casa Milan. Ovvio il riferimento a Josè Sosa, a Gustavo Gomez, a Gabriel Paletta, a M’Baye Niang, tutti ufficialmente fuori dal nuovo progetto tecnico rossonero varato da mister Montella, tanto da subire a ripetizione lo smacco della non-convocazione. Nessun problema, meglio fuori rosa che lontano da Milanello, tutti paralizzati all’idea di cambiare aria, tentare una nuova avventura, abbandonare un club nel quale non sono più graditi.
Eppure per Niang ci sono i milioni - tanti - dello Spartak Mosca che è pur sempre la squadra campione di Russia; per Sosa ci sarebbe un trionfale ritorno in Turchia dove Il Principito ha lasciato ricordi più che positivi; così come per i due rocciosi difensori Gustavo Gomez e Paletta, anche loro ambiti rispettivamente da Trabzonspor e Fenerbahce. Il caso dell’ex centrale di Parma e Atalanta è ancora più eclatante visto che da quando è iniziato il mercato si sono fatti avanti in tanti per averlo: Atalanta, Genoa, Fiorentina, Torino, buon ultima la Lazio. Niente, Paletta come la sora Camilla, tutti lo vogliono ma nessuno se lo piglia.
Intanto però è di nuovo campionato: forza vecchio cuore rossonero, è l’ora di ritornare a vincere.