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Una gestione stile-basket, ma ci vogliono più idee e più soluzioni. I punti fermi per ora sono Gigio, Rodriguez, Biglia, Kessié. Il VAR è indispensabile, ma servono regole chiare e preciseTUTTO mercato WEB
venerdì 22 settembre 2017, 00:00Editoriale
di Luca Serafini
per Milannews.it

Una gestione stile-basket, ma ci vogliono più idee e più soluzioni. I punti fermi per ora sono Gigio, Rodriguez, Biglia, Kessié. Il VAR è indispensabile, ma servono regole chiare e precise

La gestione del Milan in questo inizio di stagione somiglia molto a quella di una squadra di basket in cui non c'è il quintetto base, i cambi sono continui, schemi e sistema di gioco restano in addivenire mutando a seconda degli uomini. Può essere una strada, sicuramente innovativa e sperimentale, a condizione di avere le idee chiare. Lacostruzione non è facile e da fuori è difficile stabilire se Montella  stia cercando di semplificarla o invece la complichi più o meno involontariamente. Visto il numero degli impegni e la crescita graduale del quoziente di difficoltà degli avversari, tenere tutti allertati è una strategia, però è un fatto che - nonostante le 9 vittorie in 10 partite ufficiali - non si noti ancora una direzione precisa, un'idea continuativa. Il Milan ad esempio pressa a sprazzi, poi lascial'iniziativa, poi riparte, poi decelera. Si vedono ancora poco movimento senza palla, pochi smarcamenti dettati, sembra si viva soprattutto sugli spunti e sulle idee individuali. I rossoneri tirano poco in porta. Il calcio è in sostanza una semplice convenzione di tempo e spazio: meno ne sprechi per far girare la palla, più campo e soluzioni hai per indirizzarla. La differenza infine la fa la qualità, che non manca negli
interpreti. Il possesso sterile con poche verticalizzazioni, molte responsabilità ai terzini, movimenti più istintivi che studiati tra gli attaccanti fa sì che non si riescano a capitalizzare abbastanzasituazioni favorevoli come quelle recenti contro Udinese e Spal , dominate concettualmente, ma in definitiva troppo a lungo in partita causa l'eseguità del vantaggio.
La gestione di 3 centravanti così diversi come Kalinic, André Silva e Cutrone, quella di 2 fantasisti anomali come Suso e Chalanoglu, del pacchetto centrale con la rotazione di Musacchio, Zapata e Romagnoli, del centrocampo con Bonaventura non ancora al meglio della condizione fisica e mentale, crea lacune che influiscono sul rendimento ondivago di alcuni. I punti fermi sono Biglia e Kessie' e non è cosa da poco. Il resto intorno è un cantiere. Nell'analisi va senz'altro considerata la volenterosa ricerca dei giocatori (si percepisce palesemente) della posizione e della giocata giusta, per cui si affidano spesso a quellapiù semplice salvo l'inventiva dei più dotati ed estrosi. Il modulo difensivo a 3 sta esaltando le doti dei terzini e di Zapata che ci si trova meglio, oltre ad aver dato apparentemente più sicurezza agli altri centrali. E' un bel passo avanti, Gli interpreti ruotano, dando la sensazione che una scelta definitiva forse non sarà mai fatta. Ripetiamo: può costituire una nuova via, ma dev'essere condivisa perché non è detto che tutti i calciatori vivano il turn-over con la medesima predisposizione fisica e mentale.

Chiudo con il VAR. Va dato tempo per proseguire il rodaggio, è vero, ma servono anche e soprattutto regole precise - anche in corsa - che ne limitino il ricorso, l'utilizzo e le circostanze. Ho già espresso la mia idea: l'arbitro deve farne richiesta solo in circostanze straordinarie, l'addetto deve aiutare l'arbitro a prescindere, gli allenatori devono poterne fare ricorso ciascuno una volta per tempo. Va introdotto quanto prima il tempo reale per evitare recuperi assurdi. Infine, arbitri e guardalinee non devono avere cali di attenzione e di concentrazione solo perché si sentono protetti: rischiano di sbagliare di più, trasformando un'innovazione indispensabile in un comodo parafulmine.