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Il sesto posto non basta per promuovere la stagione. Per il salto di qualità occorrono pochi rinforzi ma buoni
martedì 22 maggio 2018, 00:00Editoriale
di Alberto Cerruti
per Milannews.it

Il sesto posto non basta per promuovere la stagione. Per il salto di qualità occorrono pochi rinforzi ma buoni

La storia si ripete, ma non è una storia di esaltanti successi. Feste un anno fa a San Siro, con Montella, per celebrare il sesto posto e il ritorno in Europa dopo tre stagioni. Feste stavolta, sempre a San Siro ma con Gattuso, per blindare un altro sesto posto che evita i preliminari in Europa League. Tutto è bene ciò che finisce bene, verrebbe voglia di commentare, ma i tifosi del Milan che sono stati i primi a festeggiare un successo italiano in coppa dei Campioni, il 22 maggio di 55 anni fa, nel mitico Wembley contro il Benfica, non possono accontentarsi di rimanere ai margini dell’Europa vera. Le premesse, e le promesse, dell’estate scorsa invitavano a sognare altri traguardi, dopo aver speso 240 milioni per undici nuovi acquisti, e la corsa agli abbonamenti lo confermavano. Se è vero che i conti si fanno alla fine, non si può dire quindi che sia stata una stagione sufficiente, malgrado la bella rincorsa nella seconda parte dopo la falsa partenza. L’eliminazione in Europa League contro l’Arsenal maturata dopo lo 0-2 in casa, e lo 0-4 nella finale di coppa Italia contro la Juventus, al di là degli errori arbitrali nel primo caso e dei regali di Donnarumma nel secondo, hanno dimostrato che ci vuole altro per puntare in alto ed è su questo che bisogna ragionare e lavorare, per evitare nuove illusioni che rischiano di far rima con delusioni.

Fassone ha detto a “Radiouno” che Donnarumma può partire se arriverà un’offerta “congrua” e siccome questo aggettivo potrà essere interpretato secondo vari punti di vista immaginiamo che il portiere andrà via, perché non a caso è già arrivato Reina. Ma la costruzione di un grande Milan passa attraverso ulteriori rinforzi. Esclusa un’altra caccia alle figurine, come l’estate scorsa, servono pochi acquisti ma mirati, possibilmente d’esperienza, visto che l’età media è già molto bassa. Ancelotti, per fare un esempio, arrivò quando aveva 28 anni e diventò una colonna del primo grande Milan di Berlusconi. E lo stesso Pirlo passò alla Juventus quando ne aveva 31, continuando a vincere scudetti. Biglia, Montolivo e Locatelli, per motivi diversi non garantiscono il salto di qualità in mezzo al campo, perché il problema è proprio la qualità che serve per smarcare gli attaccanti. La crescita di Calhanoglu è già una buona base di partenza ma non basta, come non basta Cutrone, che comunque merita spazio. Un altro attaccanteè indispensabile, con gerarchie e caratteristiche chiare perché non si possono avere tre prime punte, con il rischio di doverne adattare una a giocare sulla fascia. E poi occorre un nuovo esterno sinistro, perché Rodriguez è stata una grossa delusione, aspettando il ritorno a tempo pieno dello sfortunatissimo Conti a destra. Ma soprattutto occorre il pieno gradimento di Gattuso agli acquisti, nella speranza che i conti, con la c minuscola, tornino. Perché per costruire una grande squadra serve una grande società.