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MF - Milan, l'eventuale sanzione UEFA può portare ad una spinta per il cambio di proprietà. Tra contatti al via e un vecchio esempioTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
sabato 26 maggio 2018, 14:00Primo Piano
di Simone Nobilini
per Milannews.it

MF - Milan, l'eventuale sanzione UEFA può portare ad una spinta per il cambio di proprietà. Tra contatti al via e un vecchio esempio

Un futuro Milan senza Li Yonghong e con un nuovo presidente e proprietario. Scenario ipotizzabile in caso di continue difficoltà nel rifinanziamento ad Elliott o, in una situazione parallelamente complessa, con una possibile, nuova stangata in arrivo dall'UEFA il prossimo 15 maggio, come spiegato dall'edizione odierna di Milano Finanza: in caso il numero uno cinese non intenda ancora farsi da parte, sarà infatti il mercato a spingere per un nuovo cambio di proprietà.

CHIARA VOLONTA' - Quella di Li Yonghong di restare a capo del Milan e di figurare come azionista al 100% del club: tra un mistero e l'altro, il presidente rossonero ha infatti sempre onorato gli impegni e le scadenze prefissate, con Rossoneri Sport Investment pronta a versare 10 milioni ieri per l'aumento di capitale (e i restanti 30 da garantire a fine giugno) e intenzionata a non cedere di fronte ad almeno tre offerte giunte per la vendita del club. Proposte da 400-450 milioni ritenute troppo basse, da mr Li, che ha infatti attribuito al Milan un valore di 1 miliardo: somma dalla quale andrebbe detratto il debito complessivo che oggi, interessi compresi, ammonta a quasi 350 milioni, con un equity value totale da 650 milioni che resta cifra al momento irraggiungibile per chiunque. 

GLI SCENARI E LA RICERCA - In più, il prossimo esercizio 2017-2018 in chiusura a fine giugno presenterà una perdita di 80 milioni: rosso che potrebbe obbligare Li Yonghong a intervenire ancora prima della scadenza del prestito di Elliott, ossia fine ottobre. Situazione complessa dalla quale serve uscire provvedendo con rapidità al rifinanziamento, fondamentale per dare certezze ad un'UEFA indispettita dal comportamento di Li e possibilmente dubbiosa delle intenzioni di Elliott: sinora, però, nessuno fra coloro che si sono avvicinati al dossier ha voluto concludere l’affare, pur con il Milan facilmente finanziabile fino a 250 milioni ma, al contempo, con la mancata fiducia nei confronti di Li Yonghong e la sua holding. La soluzione più indolore sarebbe l’escussione del pegno da parte di Elliott, che già garantito la surroga nel caso Li non rispettasse le scadenze, pronta poi eventualmente a rivendere, nell’arco di 18-24 mesi, convertendo il suo credito in equity e portando il Milan a ritrovarsi di colpo senza più debiti. Occasione perfetta per un investitore industriale e finanziario che potrebbe mettere sul piatto anche 500 milioni per aggiudicarsi uno dei club più vincenti e blasonati al mondo: in questo senso, Bofa Merrill Lynch e lo studio legale Gop stanno sondando il mercato, e un soggetto tornato a studiare il dossier Milan è Goldman Sachs. Ma non solo: anche due investitori finanziari di matrice anglosassone, un fondo di private equity e un venture capital, hanno preso contatti. L’obiettivo consiste infatti nel trovare un nuovo padrone o anche solo un socio di maggioranza, un po’ come è avvenuto con l’Inter del post Moratti, con Suning in controllo ed Erick Thohir che cerca di vendere il suo 30%. In questo confuso scenario è, inoltre, tornata d’attualità l’ipotesi dello stadio di proprietà, con un impianto da 60 mila posti per una spesa da 360 milioni: in un progetto su base quinquennale, l’asset immobiliare potrebbe attrarre i capitali necessari, come quelli di Stephen Ross, patron dei Miami Dolphins, già sondato da Goldman. E se l’attesa per il pronunciamento UEFA sale, entro fine ottobre dovrà arrivare il passaggio di consegne tra Li ed Elliott e un terzo soggetto.