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Caso Milan: domani l'Uefa si attenga alle sue regole per giudicare il club, altrimenti perderebbe credibilità come organo giudicante. Milan pronto al TAS, in attesa che il nuovo socio si palesiTUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara
lunedì 18 giugno 2018, 00:00Editoriale
di Pietro Mazzara
per Milannews.it

Caso Milan: domani l'Uefa si attenga alle sue regole per giudicare il club, altrimenti perderebbe credibilità come organo giudicante. Milan pronto al TAS, in attesa che il nuovo socio si palesi

Che vengano rispettati i regolamenti e che l’Uefa si pronunci per quello che gli compete. Il Milan, domani, si recherà a Nyon per l’udienza davanti alla Adjudicatory Chamber e dovrebbe – condizionale d’obbligo – essere giudicato per il mancato rispetto dei parametri del fair play finanziario per il triennio 2014-2017. Una sentenza politica, da parte dell’Uefa, con un’esclusione dalle coppe che giuridicamente non sarebbe ammissibile. Perché se nessuno, nemmeno in via Aldo Rossi, discutono delle sanzioni economiche e sulla restrizione della rosa iscrivibile alla prossima EuroLeague, è altrettanto vero che usare il Milan come esempio punitivo quando il Paris Saint-Germain ha fatto quello che ha voluto per anni passandola liscia, probabilmente perché ha creato un nuovo polo di potere europeo sedendosi al tavolo delle big del vecchio continente. Il club rossonero ha già preparato il ricorso al TAS di Losanna per far fronte a una eventuale esclusione dalle coppe. La battaglia è aperta, il Milan ha conquistato l’Europa sul campo e merita di giocarla. Non può essere punito sulla base di alcuni sospetti.

Per tutelarsi, i rossoneri hanno studiato una serie di contromosse che oltre alla memoria difensiva prevedono anche la presenza di alcune garanzie bancarie fornite da un potenziale socio di minoranza che dovrebbe dare credibilità ulteriore al Milan davanti all’Uefa. In più, in seno al club, decideranno oggi la composizione definitiva della delegazione e prenderanno una decisione anche sulla proposta fatta dal fondo Elliott, disponibile a mandare a Nyon un suo rappresentante per rafforzare la posizione milanista.

Intanto sul mercato tutto tace, come ha fatto capire Mirabelli ieri da Gallipoli. Giusto tenere un profilo basso, perché i giorni dell’udienza inducono al rilasciare dichiarazioni meno appariscenti e che possano irritare i giudici di Nyon, che per questa situazione sta diventando più famosa di Norimberga e dell’Aja. Due tribunali che sanno cosa vuol dire scrivere la storia, perché lo hanno fatto in più di una circostanza. La speranza è che l’Uefa non giudichi per i suoi sospetti – che comunque poggiano su una base comprensibile – ma che si limiti ad operare nel campo della giurisdizione sportiva e delle sue stesse regole, che non prevedono l’esclusione dalle coppe per dubbi sulla continuità aziendale, anche perché, va ricordato, il Milan dovrà essere giudicato con il regolamento in vigore fino al 31 maggio e non con le migliorie e aggiunte approvate dall’ultimo congresso. Milan-Uefa, penultimo atto: speriamo che finisca bene, almeno ci eviteremmo altre settimane di processi e voci, in attesa che il socio di minoranza si palesi.