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A prescindere dalla capienza per il Milan cambia poco: San Siro è davvero l'uomo in più. Eppure si diceva che...TUTTO mercato WEB
domenica 17 ottobre 2021, 17:00Primo Piano
di Manuel Del Vecchio
per Milannews.it

A prescindere dalla capienza per il Milan cambia poco: San Siro è davvero l'uomo in più. Eppure si diceva che...

Nei due anni di Mister Pioli al timone del Milan la crescita della squadra è stata costante e tangibile: il tecnico emiliano è arrivato a Milanello trovando una squadra con poche idee e confuse, che giocava un calcio lento e prevedibile. Grazie al lavoro di Gazidis, Maldini, Massara, all'arrivo di giocatori d'esperienza come ibra, Kjaer, Giroud, il Mister è riuscito a invertire clamorosamente la rotta, trasformando il Milan in una squadra che molti definiscono "Europea" per ritmo, qualità ed intensità. In mezzo a tutto questo c'è stata, purtroppo, una pandemia che ha avuto ovviamente ripercussioni anche sul mondo del pallone. Norme sanitarie giustamente rigide, tamponi giornalieri e stadi senza tifosi. Gli impianti sportivi sono rimasti chiusi al grande pubblico per più di un anno e mezzo, generando danni enormi, sia economici che puramente sportivi. La rinascita della squadra rossonera è coincisa proprio con questo momento in cui gli stadi erano tristemente silenziosi e in molti ci hanno visto un nesso. Bisogna essere onesti: giocare a San Siro non è facile, soprattutto dopo annate difficile e deludenti. I calciatori non reggono la pressione tutti allo stesso modo, ed è giusto ammettere che alcuni giocatori rossoneri andavano in difficoltà quando beccati dai fischi e dai mugugni del Meazza. È possibile quindi che un periodo iniziale di relativa calma sia servito per ritrovare confidenza e fiducia dei propri mezzi, ma è un discorso ormai vecchio di un anno e mezzo.

DODICESIMO UOMO - Più volte nel corso della passata stagione, mentre detrattori e dubbiosi vari si cullavano su un superficiale "alla riapertura degli stadi la squadra tornerà ad avere difficoltà", mister Pioli si diceva speranzoso di riabbracciare il prima possibile il popolo rossonero e il grande calore che lo contraddistingue. Nel frattempo il lavoro dell'allenatore è andato avanti e ha cominciato da dare i suoi frutti: il Milan ha terminato lo scorso campionato in secondo posizione, riuscendo a tornare in Champions League dopo sette anni grazie ad un gioco moderno, dinamico, efficace e divertente. Col ritorno del pubblico negli stadi, che è coinciso con l'inizio di questa stagione, il risultato non poteva che essere quello che stiamo vedendo e vivendo in queste settimane: il Milan trascina i suoi tifosi e i tifosi trascinano il Milan. Gli spettatori percepiscono e vivono l'entusiasmo di questo gruppo giovane e determinato, i giocatori vivono un'atmosfera elettrica (nonostante la capienza dimezzata che presto passerà al75) in un impianto che per bellezza e maestosità non ha rivali in Italia. Il pubblico di San Siro è letteralmente il dodicesimo uomo, l'arma in più di una squadra che sta dimostrando di averne di più dell'avversario nonostante assenze, infortuni e difficoltà varie. La qualità e l'efficacia di questo gruppo non sono di certo un caso o un castello di sabbia pronto a sgretolarsi al primo soffio di vento come aveva profetizzato qualcuno, ma fanno parte di una realtà sempre più solida, frutto del duro lavoro e figlia dell'armonia che si percepisce in tutto il mondo rossonero, da Casa Milan a Milanello, fino ai tifosi: Mister Pioli lo ha ribadito anche ieri sera dopo l'incredibile vittoria in rimonta contro il Verona: "I tifosi ci hanno dato una grande spinta. Vogliamo continuare la nostra crescita, il campionato è lungo e la concorrenza è tanta. Pensiamo una partita alla volta".