Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / milan / Editoriale
Milan, Ibra ti condiziona troppo il gioco. Il pari con la Juve pone fine al sogno scudetto. Mercato: oggi Lazetic ma sul difensore...TUTTO mercato WEB
lunedì 24 gennaio 2022, 00:24Editoriale
di Pietro Mazzara
per Milannews.it

Milan, Ibra ti condiziona troppo il gioco. Il pari con la Juve pone fine al sogno scudetto. Mercato: oggi Lazetic ma sul difensore...

La sensazione che si è respirata a San Siro durante la partita di ieri sera, una delle più brutte che io abbia mai visto dal vivo, era che lo 0-0 difficilmente si sarebbe sbloccato. Perché da un lato il Milan non ha trovato conclusioni pulite per battere Szczesny e, dall’altra parte, i bianconeri non hanno mai fatto sporcare i guantoni a Maignan. Parlando della prova dei rossoneri, oggettivamente vanno dette alcune cose che iniziano ad essere incontrovertibili: la prima è che con Ibrahimovic in campo, il resto della squadra perde il riferimento dentro l’area di rigore perché lo svedese vuole giocare la palla e non vuole essere solo il finalizzatore. Il secondo punto è quello legato alla prestazione offensiva degli esterni destri. Messias, dopo le fiammate di Madrid e contro il Genoa e il gol intelligente con la Roma, sembra essere crollato in un vortice negativo che lo porta a giocare in maniera lineare quando, da lui, ci si aspetterebbe degli strappi per cercare di fare un po’ di superiorità. Se l’andazzo sarà questo, è giusto nutrire dubbi sul riscatto in estate così come Saelemaekers non riesce a trovare quella concretezza nelle giocate decisive che servirebbe a un laterale alto. Fa cose buone, ma al momento clou spesso si perde.

Il pari con i bianconeri, poi, probabilmente certifica la fine del sogno scudetto. Servirebbe battere l’Inter, non sbagliare più da qui a fine campionato e sperare in altri inciampi della squadra di Simone Inzaghi che, al netto di tutto, le partite sporche le vince come quella con il Venezia. Il Milan non ancora. E i punti persi in casa contro il Sassuolo e lo Spezia stanno pesando sulla classifica. Derby o meno, la squadra deve mettere al sicuro e il prima possibile la posizione Champions, perché rivivere una bagarre come quella dello scorso anno può essere pericolosa.

Per quanto riguarda Ibrahimovic, invece, bisogna staccarsi un attimo dall’adorazione per un giocatore che è stato fondamentale per riportare il Milan in auge ma che non può condizionare in maniera così evidente lo stile di gioco della squadra. Andare avanti con lui anche il prossimo anno come co-titolare può essere davvero pericoloso. Servirà un investimento importante che vada oltre Marko Lazetic, che oggi verrà definito con la Stella Rossa e in settimana arriverà a Milano per iniziare ad allenarsi con la squadra. Perché il serbo sarà un profilo sul quale lavorare e, per favore, non parliamo di nuovo Vlahovic solo perché arriva da Belgrado. Diamogli il tempo che serve, ma nel mentre occorrerà fare qualcosa che vada oltre Ibrahimovic. Lo svedese condiziona troppo il modo di giocare della squadra, che quando arriva alla fase di rifinitura, quasi sempre non lo trova in area perché è venuto a giocare il pallone a metà campo. La riconoscenza sarà eterna per un campione straordinario, ma il presente e il futuro non possono passare da un fenomeno che va comunque per i 41 anni.

Le parole di Paolo Maldini nel pre gara sono suonate sibilline sul tema del difensore centrale. È probabile che il Milan cerchi fino a venerdì una soluzione da dare a Pioli, ma non sarà una ricerca a rotta di collo. La tendenza è quella che porta a credere che, alla fine, forse il difensore non arrivi specie se le condizioni per profili pronti come Bailly o Diallo non dovessero mutare.