
Tare, fra il mito di Sacchi e l'amore per gli allenatori giochisti. Con lui parte il toto-allenatore
L'arrivo ormai imminente di Igli Tare chiude l'annosa questione del direttore sportivo. E si potrà pertanto passare alla seconda questione, relativa all'allenatore. Chi guiderà il Milan 2025/26? Di certo non Sergio Conceiçao, condannato sì dai risultati ma che lui stesso aveva lasciato intendere già da tempo le sue perplessità dopo sei mesi sulle montagne russe.
Cresciuto sotto il mito di Sacchi
Il profilo di Igli Tare, considerando la sua visione del calcio, dovrebbe portare pertanto a un allenatore giochista. L'albanese è stato influenzato in gioventù dal Milan di Arrigo Sacchi e infatti lo possiamo considerare un simpatizzante milanista, il che è già un punto di partenza. Proprio la rivoluzione attuata dal mago di Fusignano a fine anni '80 ha ispirato molti uomini di calcio e Tare, quando è diventato direttore sportivo della Lazio, ha sempre cercato un tecnico che proponesse un calcio intenso e offensivo.
Petkovic, Pioli, Sarri: viva il calcio offensivo
Vladimir Petkovic, ad esempio, scelto nel 2012 tra la sorpresa di tutti e che si è preso la gloria eterna col successo nella Coppa Italia vinta in finale contro la Roma. Aveva allenato Young Boys e Samsunspor, con una puntatina al Sion. "Mi ha colpito molto il suo modo di proporre calcio offensivo con delle idee chiare, con giocatori ben messi in campo, un gioco di una società importante come la Lazio" dichiarerà all'epoca Tare. E ci vide giusto. Così come vide giusto per il suo successore, Stefano Pioli che ha portato la Lazio ai preliminari di Champions League al primo anno. E nel 2016 ci fu l'idea loca di Marcelo Bielsa tramontata solo per il dietrofront dell'argentino ad accordo già trovato. E infine Maurizio Sarri, allenatore peraltro cercato dal Milan solo qualche mese fa per sostituire Paulo Fonseca. E per quanto non rispecchi i canoni dell'allenatore giochista, anche su Simone Inzaghi ci aveva visto lungo, definito dallo stesso Tare un "predestinato" già quando allenava le giovanili biancocelesti.
Italiano identikit ideale
Per questo nella corsa alla panchina del Milan, il profilo di Vincenzo Italiano si sposerebbe perfettamente all'idea di calcio di Tare: un tecnico che ama il calcio offensivo e che ovunque è andato ha lasciato la sua impronta. E che proprio contro il Milan si è tolto di dosso l'etichetta di perdente. E a maggior ragione, però, il Bologna proverà a blindarlo.
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