Spese poco redditizie e anno senza proventi: mercato del Milan tra due fuochi

In attesa che il mercato del Milan entri nel vivo, con tanti rumors in uscita e pochi, per ora, in entrata, l'umore dei tifosi è sempre meno piacevole: la sensazione è che durante il calciomercato il Milan si muova con lentezza, con tanti paletti autoimposti e con una capacità di spesa minore rispetto a quanto i conti effettivamente permettano. Sensazioni che trovano riscontro nella realtà per quanto riguarda l'inutile macchinosità con la quale vengono gestite le operazioni: un qualcosa che in tanti speravano potesse migliorare con la coppa Tare/Allegri ma a quanto pare è ancora ben radicato nel modus operandi di Casa Milan.
Spese poco redditizie
Il calciomercato ovviamente non è tutto e la costruzione di una squadra è molto di più che mettere insieme il costo dei cartellini, ma avendo possibilità di spesa più alta rispetto agli avversari le aspettative salgono. E visti i risultati queste spese non possono essere utilizzate come "vanto", diventando così un'arma a doppio taglio: è evidente che, salvo rari casi, i giocatori presi siano stati totalmente sbagliati (almeno per il contesto Milan). Andando in ordine possiamo citare i vari De Ketelaere, Musah, Okafor, Loftus-Cheek, Morata, Adli, Chukwueze: giocatori che per un motivo o per un altro non hanno reso per quanto pagati.
Anno difficile
Una situazione che, nell'anno in cui ci sarà meno da investire causa mancati proventi della Champions League e si dovrà fare affidamento in modo più massiccio (e rischioso) sul player trading l'augurio è che il nuovo corso sportivo firmato Tare e Allegri possa individuare i profili più adatti al contesto. Che non vuol dire necessariamente i più costosi: spendere tanto non è garanzia di successo. Certo, avere più capacità di spesa aumenta il ventaglio di opzioni e permette anche di sbagliare meno...
