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L'anticipo di Galli - Stagione 2025-26: bilancio rossoneroTUTTO mercato WEB
Oggi alle 00:00Editoriale
di Filippo Galli
per Milannews.it

L'anticipo di Galli - Stagione 2025-26: bilancio rossonero

Domenica all’ora di pranzo il Milan affronterà a San Siro l’Hellas Verona. Si chiude così l’anno solare e la prima parte di questo Campionato. 

Seguiranno la trasferta di Cagliari, Milan-Genoa ed infine, il 15 gennaio, Como-Milan, la gara che chiuderà gli incontri relativi al girone d’andata della Serie A 2025 -’26, posticipata per andare in terra araba a giocare la Final Four di Supercoppa Italia.

Quale bilancio possiamo stilare a questo punto del percorso?

Se guardiamo la classifica, in proiezione futura, la nostra posizione ci consente di ambire al raggiungimento dell’obiettivo minimo dichiarato da Mister Allegri e richiestogli da proprietà e management: partecipare alla Champions League della prossima stagione.

A molti sfugge come la squadra, in queste 15 partite, abbia mantenuto un passo regolare e l’unica sconfitta risalga alla prima giornata con la Cremonese.

Nella sua prima conferenza stampa Max Allegri aveva chiesto ai suoi ragazzi in primis solidità difensiva, condizione imprescindibile per raggiungere i piani alti della classifica. 

La squadra ha lavorato con abnegazione sotto la sua guida per togliere uno dei maggiori difetti che l’avevano contraddistinta nella passata stagione: subire ripartenze o, se preferite, contropiedi che non davano il tempo alla squadra di assumere una struttura difensiva organizzata concedendo spazi e soprattutto occasioni da rete agli avversari.

L’efficacia difensiva di questa stagione passa dalla richiesta del tecnico di tenere il baricentro della squadra piuttosto basso, predisponendo ciascun giocatore ad attaccare in avanti gli avversari con l’obiettivo della riconquista immediata della palla o, comunque, di impedire o ritardare lo sviluppo dell’azione offensiva avversaria.

Questa disposizione ha consentito all’undici rossonero di avere molto campo da attaccare in avanti favorendo così la velocità di Rafa Leao, l’intraprendenza di Saelemaekers e del giovane Bartesaghi, la lettura degli spazi e il timing offensivo di Pulisic, gli inserimenti di Rabiot e Loftus Cheek. Anche i due braccetti, Pavlovic più di Tomori, hanno dato il loro contributo in avanti ed insieme a Gabbia hanno dimostrato qualità importanti nel gioco aereo in entrambe le fasi.

Aggiungiamo l’abilità di Modric nella gestione della palla a cui il croato, sorprendendo un po’ tutti, ha saputo aggiungere un lavoro enorme anche nella fase di recupero del possesso.

Il vero equilibratore della squadra abbiamo però scoperto essere Fofana che, dati alla mano, con la sua capacità di schermare le linee di passaggio avversarie verso la nostra linea difensiva, ha fatto in modo di concedere poche occasioni da goal agli avversari. Prova ne sia che la sua assenza è coincisa con una serie di partite in cui la squadra ha subito anche più di una rete. A ciò si aggiungano le buone prove individuali e di reparto di Gabbia, Tomori e Pavlovic.

L’infortunio occorso a Gabbia nella partita con il Sassuolo,considerata l’intesa raggiunta dai tre, potrebbe portare problemi al reparto arretrato. Queste sono le indicazioni uscite dalla recente partita contro il Napoli: De Winter ha sofferto oltremodo Højlund e, anche se è vero che una prova non può definirne il valore, le difficoltà mostrate non ci lasciano tranquilli. Siamo corti in questo reparto. Ancora non abbiamo visto Odogu classe ’06 e in caso di emergenza i deputati a giocare nel ruolo di braccetto potrebbero essere Bartesaghi o Rabiot con gli interrogativi che il loro adattamento può portare.

Le difficoltà maggiori la squadra le ha comunque mostrate in fase offensiva in particolar modo contro le squadre arroccate in difesa. 

Gimenez, forse l’unico ad avere nel suo bagaglio di conoscenze i movimenti necessari ad attaccare le difese schierate, ha perso ben presto fiducia nei propri mezzi e la serenità necessaria entrando in una spirale negativa che, a mio avviso, ne ha persino acuito i problemi fisici che lo hanno costretto a sottoporsi all’operazione alla caviglia. 

Anche Leao, evidentemente spinto da Allegri più che per personale convinzione, ha provato a cimentarsi nel ruolo di punta centrale ma i risultati sono stati, ad essere buonisti, alterni. L’ultima opzione risponde al nome di Nkunku, un acquisto costosissimo, che ha portato a referto solo un assist per Bartesaghi e poco altro nonostante le opportunità concessegli da Allegri.

Un capitolo a parte merita Maignan e la questione contrattuale: mi auguro che le discussioni e le tensioni che riguardano il suo rinnovo non tolgano serenità al nostro n°16 che finora è stato determinante in più di un’occasione.

In definitiva, lo ripeto ed è ormai diventato il mio mantra: questa squadra può vincere contro chiunque. Nella scorsa stagione avremmo potuto perdere contro chiunque!

Detto ciò, come si è mosso e si sta muovendo il Club per ovviare alle criticità suddette e consentire ad Allegri le opzioni necessarie nella scelta di chi mandare in campo?

Superato l’impegno della Supercoppa, eliminati dalla Coppa Italia e privi dell’impegno della Champions questa squadra, se arriverà un difensore centrale di alto livello (ho la sensazione che Gabbia necessiti di tempo), ha l’obbligo di lottare per la vittoria dello scudetto. Altrimenti dovremo “accontentarci” di tornare a giocare la Champions, in fondo, la nostra casa.

Riguardo il potenziale offensivo, la scelta di Fullkrug che ha per molti i connotati di una scommessa visto l’esiguo impiego nel West Ham e i numerosi problemi fisici di Niclas, mi sento di sostenerla con grande forza se non altro per l’accoglienza,  non certo gentile, riservatagli, in modo particolare sui social e nelle chat, ahimè anche rossonere. Il suo impiego richiederà un modo di giocare differente, dovremo essere più continui nel servigli palloni attraverso cross e verticalizzazioni: poi toccherà a lui!

Ed ora il tema della “rosa” di giocatori messa a disposizione dell’allenatore. Da sempre sostengo la necessità di avere un attaccante e un difensore in più e mi chiedo se il valore numerico lo abbia deciso il Club o sia stata una precisa richiesta di Max.

Di certo il compito dell’allenatore è quello di coinvolgere il più ampio numero di giocatori possibili considerando che, se è vero che rinunciare a uno o più elementi può penalizzare l’esito della singola gara, affidandosi ad una formazione sempre identica nel momento in cui si verificano squalifiche e/o infortuni, può rivelarsi dannoso schierare elementi della “rosa” sino a quel momento inutilizzati. L’alternativa è creare con il giocatore un rapporto di fiducia che lo faccia sempre sentire parte del progetto nonostante non venga impiegato. Ciò può accadere solo se l’allenatore riesce a stabilire una relazione forte, profonda e sincera con il giocatore e penso che Max sia maestro in questo.

In definitiva, nonostante le criticità descritte, il mio voto al Milan è un 7 (con lode) che diventerà 9 con la qualificazione in Champions e, ça va sans dire, 10 con la conquista della 2^ stella! (non voglio considerare epiloghi diversi!)

Come vedete non ho suddiviso la valutazione tra area dirigenziale e area tecnica. Non condivido la narrazione per cui se le cose van bene sia merito dell’una e se vanno male sia demerito dell’altra. La mia è una visione sistemica che può piacere o no ma che credo vada applicata in ogni contesto, a maggior ragione in un Club di calcio.

Che sia un 2026 ricco di salute e soddisfazioni, sportive e non, per tutti!