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Il dominio contro la Juventus, il Mondiale da dominatore e un gennaio da uomo copertina. Storia, retroscena e capolavori di Enzo FernandezTUTTO mercato WEB
mercoledì 1 febbraio 2023, 15:44Editoriale
di Carlo Pizzigoni

Il dominio contro la Juventus, il Mondiale da dominatore e un gennaio da uomo copertina. Storia, retroscena e capolavori di Enzo Fernandez

Giornalista, scrittore, autore. Quattro libri, tanti viaggi. Tutti di Calcio. Su Twitter è @pizzigo. Su Twitch con @lafieradelcalcio
Doppia spunta, la conferma di una profezia.Il calcio al tempo della messaggeria Whatsapp. “Pégale de fuera, que vas a hacer un gol”. Calcia da fuori, vedrai che segni. El Gordo Esquivel (non puoi vivere in Argentina, soprattutto se ruoti attorno al calcio, e non avere un apodo, un soprannome da spendere) l’aveva pensata la notte precedente a questa situazione.

Le date, come le parole, sono importanti. È la notte del 25 novembre 2022, la vigilia della partita più importante del Mondiale (citazione recente di Leo Messi). La gara contro il Messico la sbloccherà proprio il miglior giocatore del mondo, ma a chiuderla ci pensa il destinatario del messaggio del Gordo.
Enzo Fernandez si presenta così al mondo intero: conduzione e conclusione a giro, l’Argentina svolta trovando il suo leader in mezzo al campo. Vero, i primi mesi al Benfica erano stati favolosi, e noi in Italia lo avevamo visto dominare anche allo Stadium, a Torino contro la Juve: protagonista anche di un paio di entrate su Leo Paredes, il giocatore a cui leverà il posto nell’undici titolare della Seleccion Campione del Mondo.

Campione del Mondo ma non solo, è inserito in ogni TOP11 di Qatar22 che si rispetti: un giocatore che ha brillato talmente tanto che il Chelsea, la squadra più spendacciona del mercato ha deciso di mettere 120 milioni sul tavolo di Rui Costa per portarselo via subito. L’ex 10 geniale di Fiorentina e Milan, presidente del club che ha amato di più, avrebbe voluto trattenerlo per qualche mese, l’ottavo di finale contro il Bruges lo ha fatto sognare sempre più in grande, ma davanti al pagamento dell’intera clausola ha dovuto arrendersi alla forza economica e attrattiva della Premier e prima ancora al buon senso: per quella enormità a sei cifre, ogni giocatore deve partire dall’aeroporto Humberto Delgado.


A Enzo si era interessato il mondo che conta, nel calcio europeo, un iniziale timido sondaggio del Real Madrid poi Liverpool e Arsenal, ma l’unico che non si è spaventato per la richiesta di Rui Costa “120 tutti, maledetti e subito” è stato il solito Todd Boehly. Non si è arreso nemmeno dopo i primi no, sorti perché i primi tentativi del Chelsea prevedevano anche l’inserimento di calciatori (tra cui Ziyech, proposto un po’ ovunque nonostante sia spesso nei primi undici della distinta di Potter, ma quella del Chelsea è un’altra storia, che merita un approfondimento a parte, e forse non solo giornalistica…).
Il Benfica lo aveva acquistato questa estate per una miseria, dieci milioni circa. Nel giro di un mese siamo arrivati a 120, e al collo del ragazzo per cui diversi osservatori pronosticavano un periodo di “adattamento al calcio europeo” c’è una medaglia d’oro con scritto Qatar 2022. Una medaglia che quasi nessuno gli pronosticava, tantomeno in tempi così rapidi.

L’eccezione è sempre lui, il Gordo. Che in quanto a previsioni, su Enzo, ci ha sempre visto lungo. Nel 2006, con il piccolo Fernandez corricchiare per i campi non esattamente di ultima generazione del Club La Recova di San Martin, nord della provincia di Buenos Aires. Il Gordo Esquivel, ci vede una futuribilità clamorosa e da osservatore del River Plate lo segnala subito. Entra in casa della famiglia e prevede una partita in discesa vedendo maglia del Mas Grande ovunque. Sembra un gol a porta vuota il sì dopo la prima frase del papà: “ si chiama Enzo per Francescoli”, e invece il pressing dovrà durare tutta la stagione per ottenere finalmente il risultato sperato, facendo cadere tutti i dubbi della mamma che lo vedeva troppo piccolo per allontanarsi da casa.
In maglia River, Enzo tarda poco a farsi riconoscere, qualità tecnica e leadership (“lo chiamavano Musico, perché aveva i tempi del direttore d’orchestra”, hanno ricordato in questi giorni alcuni ex compagni), un po’ di più a crescere fisicamente ma la pazienza è una virtù che nella squadra dalla banda rossa non difetta, specie quando si intravede il talento. Fernandez brilla in ogni scalino della formazione e dopo l’anno nella squadra riserva è prestato al Defensa y Justicia per una stagione, e pure qui mette d’accordo tutti anche Beccacece e Hernan Crespo, i due tecnici che lo hanno sempre posto come architrave della squadra, che su di lui sono unanimi nel riconoscergli quelle doti che il mondo scoprirà nello stadio di Lusail, una cornice d’oro che il Rui Costa appassionato di calcio un po’ maledice, anche se il contabile benfiquista ha un largo sorriso in queste ore.

Pablo Esquivel detto il Gordo non segue nemmeno più le notifiche. Quello che c’era da dire e da scrivere rimane nell’archivio della chat: “mai visto nessuno con quella tecnica e quella personalità, lo vidi allora e lo ribadisco oggi”, ti risponde quasi senza pensare appena fai cenno alla nostra storia. Sul prato del nuovo stadio Monumental, la casa del RIver Plate, c’è scritto “vivir y jugar con grandeza”: non l’hanno scritto solo per Enzo, ma lo descrive bene, quel genio da 120 milioni. In Inghilterra possono iniziare a tradurlo.