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Tremolada: "Ascoli, annata complicata. A Modena sarei rimasto, ora aspetto una chiamata"TUTTO mercato WEB
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ieri alle 13:19Serie C
di Daniel Uccellieri

Tremolada: "Ascoli, annata complicata. A Modena sarei rimasto, ora aspetto una chiamata"

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Nel corso dell'appuntamento mattutino di A Tutta C, programma in onda dal lunedì al venerdì sulle frequenze di TMW Radio e su Il 61, è intervenuto Luca Tremolada, trequartista che nell'ultima stagione ha vestito la maglia dell'Ascoli ma che in carriera ha giocato anche con Modena, Pisa, Ternana e Virtus Entella fra le altre. Luca, sei reduce da un’annata complicata con l’Ascoli. Ora sei svincolato, visto che il tuo contratto col Modena è terminato. Cosa si sta muovendo intorno a te? È davvero difficile credere che non ti sia arrivata neppure una chiamata... "Sì, l’annata ad Ascoli è stata difficile, per tanti motivi. Non siamo riusciti a superare certe difficoltà, e dispiace perché Ascoli è una piazza importante, i tifosi meritavano di più. Anche a livello personale è stata una stagione fatta di alti e bassi, ma sono comunque orgoglioso: non abbiamo mai mollato e ci siamo salvati, cosa non scontata. Tante squadre, tra Serie B e Serie C, volevano vincere i campionati e sono retrocesse. Poi sono tornato a Modena, ma lì avevano la possibilità contrattuale di rescindere. Non mi hanno portato in ritiro e così è finita. Dispiace, certo, avrei voluto provare a dimostrare di essere ancora utile, ma resto grato per tutto quello che ho vissuto in quegli anni. Ora mi trovo, per la prima volta dal 2007-2008, senza ritiro. È una sensazione strana. Fino adesso non ho ricevuto proposte concrete, ma continuo ad allenarmi: spero arrivi qualcosa presto". Io l’ho sempre detto: il calcio moderno ha mancato due talenti, che hanno avuto meno di quanto meritassero. Tu, Luca Tremolada, e Daniele Ragatzu. Il sistema vi ha un po’ sottovalutati. "Con Dani ho giocato anche in Nazionale da ragazzo. Il calcio è cambiato: giocatori come noi piacciono, ma spesso non si sa dove o come usarli. Si è passati a un calcio molto più fisico. Eppure, per fare la carriera che ho fatto, ho dovuto adattarmi e reinventarmi spesso. Oggi sono un giocatore più esperto, capace di occupare più ruoli. So cosa fare in campo, anche fuori posizione. Mi dispiace solo che molti non capiscano quanto si possa dare, anche cambiando pelle". Hai girato tanto: Serie A, Serie B, settori giovanili. Hai vestito anche la maglia del Brescia, e proprio lì volevo arrivare. Ora nasce l’Union Brescia, dal titolo sportivo della FeralpiSalò. Ti aspettavi di vedere scomparire il "vecchio" Brescia? "No, per niente. È stata una mazzata. A Brescia ho vissuto un anno e mezzo bellissimo, abbiamo vinto la B e siamo saliti in A. Lo stadio, la città, la storia… pensare che sia finita così, dopo 114 anni, è dura. Mi dispiace molto per la gente, per i tifosi. Spero che Pasini faccia le cose per bene, è una persona seria. Anche se ora non si chiama più Brescia Calcio, la città è la stessa, i tifosi pure: l’identità resta. Purtroppo il sistema calcio ha poca trasparenza. I tifosi sono sempre i primi a rimetterci, insieme ai giocatori che magari firmano contratti e dopo pochi mesi si ritrovano senza nulla. È un sistema da rifondare, ma se ne parla da anni e i cambiamenti non arrivano mai". Parlando di riforme, uno degli effetti è l’introduzione delle squadre Under 23. Da quest’anno anche l’Inter avrà la sua. Tu conosci bene l’ambiente, venendo dal settore giovanile nerazzurro. Che idea ti sei fatto? "Sono favorevole. Sono progetti da definire meglio, certo, ma è importante che ci siano. Innanzitutto perché le Under 23 appartengono a società solide, che non fanno mancare nulla a nessuno. E poi permettono ai giovani di restare all’interno di un contesto formativo forte. Quando vai in prestito dalla Primavera dell’Inter in una Serie C qualsiasi, lo shock può essere grande. Il livello di gioco, le strutture, la cultura sportiva: cambia tutto. Con l’Under 23, invece, puoi crescere rimanendo in un ambiente sano e competitivo. Spero davvero che da questi progetti possano nascere nuovi talenti pronti per la prima squadra". Se ti chiamasse proprio una Under 23? Accetteresti? "Certo. Oggi sto meglio che a 25 anni. Con l’esperienza impari molto. Se mi chiamasse un’Under 23 con l’idea di costruire, valorizzare giovani, io sarei pronto. Anzi, se devo far fare dieci gol a un giovane attaccante, glieli faccio fare". Passiamo al Pisa, altra tua ex squadra. Adesso sono tornati in Serie A. Che effetto ti fa? "Bellissimo. Pisa è una piazza che vive di calcio, lo stadio è sempre pieno, la passione è incredibile. Hanno fatto stagioni importanti, ci erano già andati vicini. Quest’anno sarà speciale: ogni partita sarà un’emozione. Dovranno godersela, lottare, cercare la salvezza. Ma credo che ci siano tutte le condizioni per fare bene". Ora ti riporto un attimo alla Serie C. Che stagione ti aspetti, viste le premesse? Ternana, Rimini, Triestina, Lucchese... tanti casi irrisolti. "A livello burocratico è il caos. A livello tecnico, ogni anno la C riserva sorprese. Paradossalmente, è più difficile per le "grandi" scendere in C che per le medio-piccole salire in B. Ci sono squadre attrezzate, vedi Salernitana o Catania, che possono fare bene. Il girone A è un'incognita. Vicenza, forse. Ma dipenderà anche da come verranno composti i gironi. La Serie C è un campionato tosto, devi adattarti. Non si gioca sempre a calcio come in B, serve spirito di sacrificio. E ora veniamo al vero motivo per cui ti aspettavamo... One Piece. A chi non sa di cosa parliamo: perché ti ha appassionato tanto? "Guarda, intanto ti dico che ci sono tanti calciatori che magari non lo fanno vedere come me, però ce ne sono di super appassionati. Beruatto, ad esempio, è un amico che segue tantissimo One Piece. A Modena c'erano Cotali e Cauz e ho tirato dentro anche Poli. Io lo seguo da ormai 25 anni. È una storia... La cosa più incredibile, per me, è che è una storia di libertà, e racchiude dentro anche tanto del nostro mondo di oggi. Ci sono dei momenti bellissimi, che fanno riflettere. Si passa da temi importanti come la politica, la guerra, il trattamento di bambini e schiavi... È un manga che, oltre a essere leggero, riesce ad affrontare temi pesanti, profondi, che ti fanno ricordare come dovrebbe essere - paradossalmente proprio attraverso un fumetto - il mondo. Un mondo libero, dove niente deve essere distrutto, dove tutti meritano di essere felici, di avere cibo in tavola, e di essere uniti. Questa, secondo me, è la cosa più incredibile. E poi c’è tutta la storia che c’è dietro, la qualità dei personaggi... ogni personaggio ha una caratteristica che ti entra dentro, che ti fa immedesimare, ti rende empatico, ti fa emozionare quando leggi le sue vicende. Soprattutto quelle di chi parte da bambino, con niente, e riesce a raggiungere i propri sogni e obiettivi tramite la crescita, la sofferenza, l’allenamento, il capire come bisogna comportarsi... Insomma, per me è veramente una cosa folle". Sappiamo qual è il tuo personaggio preferito - l’abbiamo intuito anche dai social, dalle tue esultanze - ovvero Trafalgar D. Law. Ma ti chiedo: nella ciurma del protagonista, Luffy "Cappello di Paglia", chi è invece il tuo personaggio preferito? "Beh, nella ciurma… è il capitano, Luffy. La cosa bella di lui è che vuole essere libero. Pensa che diventando il Re dei Pirati potrà esserlo davvero, e così potrà creare un mondo dove anche gli altri possano essere liberi. Vuole regalare questa libertà a tutti. È un personaggio che magari a prima vista sembra un po’ “stupidino” - e lo è, eh - però in realtà dice delle frasi che ti fanno riflettere, ti aiutano".