
Non riusciamo a organizzare gli Europei da soli. Ma nemmeno in coppia con la Turchia
Ezio Maria Simonelli, presidente della Lega Serie A, ieri ha lanciato un grido d'allarme. "Ceferin ha criticato fortemente gli stadi italiani e gli do ragione. Siamo arretrati rispetto a tutti gli altri paesi: negli ultimi 18 anni abbiano inaugurato solo sei stadi, di cui solo tre in Serie A. Nel resto d'Europa 226. Sono molto preoccupato, stiamo insistendo col governo per snellire la procedura. Ma sono veramente preoccupato per gli Europei 2032. Candidatura a rischio? Spero sia solo una mia preoccupazione. Ma quando il presidente dell'Uefa dice che i nostri stadi sono in uno stato comatoso e gli Europei sono tra sei anni, il rischio che ci possa essere revocata la candidatura c'è".
Sembra un po' la scoperta dell'acqua calda. Ammesso e non concesso che gli stadi di proprietà non sono la panacea di tutti i mali, le possibilità sono due. O il Comune aliena l'impianto, come successo a Bergamo, e permette al club di acquistarlo e rinnovarlo a proprie spese (pur con tempi lunghissimi anche a causa del Covid), oppure decide di intervenire con i soldi dei cittadini. Perché sono impianti vetusti, quasi mai rinnovati, che i club affittano.
Quindi delle due l'una: o i Comuni sono costretti a metterci i soldi per, finalmente, avere uno standard europeo. Oppure è meglio che si facciano da parte, pur guadagnando poco e, probabilmente, ricevendo un sacco di critiche dai propri elettori. Tertium non datur: la politica italiana, nel calcio come in temi più importanti, preferisce non scomodare la posizione di nessuno. Rimanendo in un limbo di immobilismo per non svegliare il can che dorme, cioè l'opinione pubblica. Nel frattempo Firenze si rifà il look con molta calma, ma è l'unico: chi si ricorda la prima pietra posata per lo stadio della Roma? Per il Flaminio della Lazio? I terreni comprati dal Milan per il "nuovo San Siro" (sì, come no).
Meno parole e più fatti. Non è colpa solo di Simonelli o solo di Gravina (che ha voluto un Europeo condiviso con la Turchia per il 2032, bontà sua). Ma di tutto una costruzione invisibile che rimane sempre lì. Perché nessuno ha voglia di picconarla.
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