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VAR, Refcam e FVS, l'ex arbitro Gavillucci: "Serve un ritorno economico ai direttori di gara"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 10:26Serie A
di Daniele Najjar

VAR, Refcam e FVS, l'ex arbitro Gavillucci: "Serve un ritorno economico ai direttori di gara"

L'ex arbitro Claudio Gavillucci ha parlato a TuttoMercatoWeb.com di alcune novità arbitrali inerenti alla stagione in corso. Dalla Refcam, che farà il suo esordio ufficiale nel derby d'Italia previsto sabato fra Juventus ed Inter, al Football Video Support viene sperimentato in Serie C. Che ne pensa dell'introduzione della Refcam in Italia? Sarà utile anche per chi è al VAR o solo utile allo spettacolo? "In questa fase iniziale la Refcam è pensata soprattutto per lo spettacolo e per il pubblico. L’obiettivo è rendere l’evento più coinvolgente e offrire a chi guarda da casa la possibilità di vivere la partita dal punto di vista dell’arbitro. Questo favorisce una maggiore trasparenza e una migliore comprensione delle difficoltà che si incontrano in frazioni di secondo. Potrà anche fornire un contributo marginale al VMO nel VOR, aiutandolo a valutare la prospettiva dell’arbitro in determinati episodi e aggiungendo così un ulteriore elemento di analisi in caso di possibile richiamo al monitor". Che ne pensa dell'FVS? "Il Football Video Support rappresenta un passo avanti significativo. Ne sono stato sostenitore convinto e già nel 2020, nel mio libro "L’Uomo nero", sottolineavo l’importanza di coinvolgere le squadre nella decisione sull’utilizzo della tecnologia per dirimere situazioni controverse. L’FVS riduce le aree grigie di intervento, offrendo un punto di vista differente su episodi che fino a pochi anni fa erano affidati solo alla percezione dell’arbitro. Questo dovrebbe ridurre quasi del tutto polemiche e recriminazioni legate ai mancati interventi del VAR. Naturalmente, è necessario un uso equilibrato: la tecnologia deve restare un supporto, non sostituire la responsabilità decisionale dell’arbitro, ed evitare impieghi ostruzionistici che rallentino il gioco". Tutti gli strumenti tecnologici introdotti negli ultimi anni rendono l’arbitro in campo più sereno nel prendere le decisioni? "Negli ultimi anni l’arbitro è diventato protagonista al pari dei calciatori, sia per le decisioni prese in campo sia per quelle al VAR. L’introduzione di strumenti come l’announcement e la Refcam lo trasformano persino in una sorta di speaker e cameraman della partita. Per questo condivido quanto sottolineato dal presidente dell’AIA, Antonio Zappi, sulla necessità di riconoscere ritorni economici per queste nuove incombenze, che si sommano alle numerose responsabilità già in capo all’arbitro. Negli anni, infatti, le garanzie contrattuali ed economiche degli arbitri di vertice sono diminuite, in controtendenza rispetto all’aumento delle responsabilità e diversamente da quanto accaduto a calciatori, allenatori e altre categorie di sportivi". E dal punto di vista tecnico? "Sapere di avere una rete di sicurezza come il VAR o l’FVS consente sicuramente di affrontare la partita con meno pressione rispetto al passato. Tuttavia, esiste anche un rovescio della medaglia: alcuni arbitri possono sentirsi meno liberi nelle proprie decisioni, temendo costantemente un intervento esterno che incida sulla loro prestazione e sulla loro carriera. La vera serenità nasce dall’equilibrio personale e dall’esperienza, non dalla tecnologia. In quest’ottica è quindi fondamentale garantire agli arbitri di vertice condizioni di lavoro stabili: non si può chiedere loro di essere sereni come giudici nelle decisioni, se poi il loro lavoro dipende da contratti annuali privi di adeguate tutele previdenziali e assistenziali". Gli arbitri emergenti rischiano di avere meno polso della situazione in campo, considerando quanto sta cambiando il loro ruolo? "Un giovane arbitro deve innanzitutto imparare a prendere decisioni, a gestire i calciatori, le panchine e l’intero contesto della gara. Tutto questo non può farlo la tecnologia: servono istruttori competenti e risorse dedicate che lo accompagnino in questo percorso. Il polso della situazione si costruisce con personalità, esperienza e capacità di farsi rispettare. La tecnologia è un aiuto, ma non potrà mai sostituire la leadership dell’arbitro. Per questo è fondamentale destinare parte delle risorse generate dalle nuove innovazioni alla formazione dei giovani arbitri, affinché sviluppino competenze adeguate al nuovo contesto e crescano come veri direttori di gara".