
Pagotto si racconta: "Il 4-3 con la Juve e quando Gaucci disse che mi vendevo le partite"
"Al Milan. Lì bruciavo 30 milioni di lire al mese senza accorgermene: cene, vestiti, serate". Angelo Pagotto si racconta. L'ex portiere di Milan, Sampdoria e Perugia è stato intervistato dall'edizione odierna della Gazzetta dello Sport. Fra gli argomenti trattati anche la doppia squalifica per doping e il suo periodo fra le file degli umbri presieduti all'epoca da Luciano Gaucci. L'ex patron biancorosso, racconta, aveva litigato con il procuratore del giocatore Alessandro Moggi e alla prima di campionato i Grifoni persero 4-3 contro la Juve: "Io feci un errore, Peruzzi due. Il pallone di quei tempi, il Galex, quando toccava terra schizzava. Gaucci andò in tv e disse che Tovalieri era un ex giocatore e che io mi ero venduto la partita".
Pagotto prosegue dichiarando che quelle parole pregiudicarono tutto. "Anche a Trieste, ma solo perché consigliai al presidente di acquistare giocatori esperti. Nel 2002, in B, eravamo primi con una squadra di ragazzini. Lui si rifiutò, poi al primo errore disse che mi ero venduto"
Pagotto prosegue parlando del fatto se Gaucci gli avesse mai chiesto scusa: "Non ricordo, era un istrione. Nel 2000, prima di quel famoso Perugia-Juve 1-0 sotto la pioggia, disse che se avessimo perso ci avrebbe spedito in ritiro. Aveva interessi legati alla Banca di Roma, la stessa della Lazio: voleva che vincessero loro".
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