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Sacchi: "De Rossi? Gli anni passano. Quando ero al Real lo chiedemmo"
Collegato in video con Tiki Taka su Canale 5, l'allenatore di lungo corso Arrigo Sacchi ha così parlato a proposito di vari temi, partendo dal Milan, sua vecchia fiamma: "Come tutti quelli che amano il Milan spero sia sulla buona strada, ha una grande storia, è una grande società. Ringhio (Gattuso, ndr) sta dando la vita a questa squadra, e c'è la speranza che questi ragazzi portino qualcosa di meglio. Maldini non solo è stato un grande calciatore, ma anche un grande uomo. Allegri? Magari non si vede il calcio tutti nello stesso modo, il suo palmares conta per lui. Per andare a Roma ci sono più modi, l'importante è arrivarci: però sento dire che conta solo vincere, certo, se giochi meglio è più facile. Il suo successore? Non dipende da me, ma da Agnelli. Se non hanno confermato Allegri, probabilmente cercheranno una tipologia diversa di mister. Sullo stile di Allegri è difficile trovare di meglio".
Su Conte e rifiuto alla Roma, e sugli stimoli dei grandi allenatori che spesso non si fidano di progetti con ambienti più complicati, ha aggiunto: "La storia del club conta molto, un allenatore cerca un progetto in una squadra che con competenza e superiorità morale ti mette nelle condizioni di esprimersi. Io sono stato fortunato perché al Milan c'erano tutti questi presupposti. Senza storia parti con un grande svantaggio, poi però puoi sempre far bene".
Sull'addio della Roma a De Rossi: "La vita dei giocatori non dura all'infinito e le società devono prendere decisioni, anche se non sono popolari. Quando ero al Real Madrid (ricoprendo il ruolo di direttore tecnico nel 2004-05, ndr) lo chiedemmo, perché era un giocatore di grande capacità ma gli anni purtroppo passano per tutti".
Su Conte e rifiuto alla Roma, e sugli stimoli dei grandi allenatori che spesso non si fidano di progetti con ambienti più complicati, ha aggiunto: "La storia del club conta molto, un allenatore cerca un progetto in una squadra che con competenza e superiorità morale ti mette nelle condizioni di esprimersi. Io sono stato fortunato perché al Milan c'erano tutti questi presupposti. Senza storia parti con un grande svantaggio, poi però puoi sempre far bene".
Sull'addio della Roma a De Rossi: "La vita dei giocatori non dura all'infinito e le società devono prendere decisioni, anche se non sono popolari. Quando ero al Real Madrid (ricoprendo il ruolo di direttore tecnico nel 2004-05, ndr) lo chiedemmo, perché era un giocatore di grande capacità ma gli anni purtroppo passano per tutti".
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