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Diario da Rio - Cavani andrà via gratis, ma intanto è il Cile a pagareTUTTO mercato WEB
martedì 25 giugno 2019, 15:00Sudamerica
di Tancredi Palmeri

Diario da Rio - Cavani andrà via gratis, ma intanto è il Cile a pagare

Stavolta non ci sono stati seni prosperosi e costumi scivolosi come nella finale di Champions, ma anche Uruguay-Perù ha avuto la sua invasione di campo degna di nota, con una differenza: lì appunto a scioccare il mondo era stata una simil-playmate, stavolta invece a invadere è stata una gallinella. No, davvero. Un tifoso uruguaiano ha seminato tutti gli steward per il campo, indossando una maschera da gallina per prendere in giro i tifosi del Nacional Montevideo, così soprannominati da quelli del Penarol. Una corsa terminata da Gonzalo Jara, probabilmente il cileno più odiato di Uruguay (e badate che è una bella competizione): per intenderci, quello che 4 anni fa fece espellere Cavani nei Quarti di Copa America operandogli una marcatura “invasiva” lì dove non batte il sole, stile Neqrouz su Pippo Inzaghi. Jara alla sua marcatura in partita ha aggiunto uno sgambetto al tifoso sfuggente, e da lì si è scatenata la rissa, con Luis Suarez (ma che faccia di tolla, per usare un eufemismo) pronto a aizzare i suoi per ottenerne l’espulsione. E chissà che questo non abbia distratto le chiusure difensive di Jara stesso, perché quando Cavani all’82’ come un elicottero capelluto decollava da fermo in area, non c’era nessuno a marcarlo o ostacolarlo.
Nemmeno Gary Medel, commovente nella sua capacità difensiva intimidatoria, che però aveva lasciato per infortunio. O nemmeno Arturo Vidal, che in ripiegamento è sempre preciso, ma era stato risparmiato per evitare la squalifica. E proprio questa è la differenza: il Cile ha di nuovo riproposto il suo ottimo gioco ad alto ritmo e con continui cambi di campo, ma l’Uruguay è stato una monade indivisibile, e i suoi campioni ce li aveva in campo. Blocco granitico che fa pari e patta grazie a uno straordinario agonismo, non addormenta la partita ma ci si adatta a seconda dell’avversario, però non propriamente costruisce gioco. Si appoggia sulle fondamenta difensive in cemento armato di Godin, assoluto monarca della retroguardia. Non ha il suo vaso dove fiorire l’Uruguay, ma è una pianta rampicante: attecchisce, si addentra negli spazi che lasci, e senza sapere come te lo ritrovi più rigoglioso di tutti. E certo lo può fare perché può permettersi di avere davanti Suarez e Cavani. E’ un Uruguay a trazione posteriore, non necessariamente catenacciaro, anzi con difesa piuttosto alta. E anzi stavolta Suarez litiga con il mondo, non come nella mozzicata a Chiellini di cui cade proprio nello stesso giorno il quinto anniversario, ma in mezzo alla sua partita preziosa tuttavia di nuovo sfiora il ridicolo, non tanto quando chiede l’espulsione per Jara, ma quando chiede un rigore con tanto di gesto plateale perché il portiere tocca di mano - nell’area piccola (tutto vero, ripescate il surreale video sui social, per farvi una risata amara ripensando a Brasile 2014).
Cavani invece no, è la capigliatura che fruscia nel cielo del Maracanà, ondeggia meraviglioso come il paradiso alle spalle delle ragazze di Ipanema.
Al momento, Edinson Cavani è uno dei 4 migliori centravanti al mondo. Lo è avendo 32 anni. E il prossimo anno andrà via gratis. Ci sono stati contatti con l’Atletico, ma a questo punto l’uruguaiano terminerà il proprio contratto da 10 milioni di € a stagione con il PSG, e il prossimo anno sarà libero di scegliere l’ultima destinazione in carriera, e con un altrettanto alto stipendio. In un anno cambia parecchio, ma ripetiamo: Cavani il prossimo anno sarà disponibile gratis. Uno shock.
Quasi come quello del Paraguay. Che già aveva comprato i souvenir del Brasile da portare a casa, e invece proprio contro il Brasile viene spedito a giocare nonostante i soli 2 punti fatti. Viene graziato dal pareggio suicida di Giappone-Ecuador, l’unico risultato che avrebbe eliminato entrambe in favore dei guaranies.
C’è solo un altro precedente di una squadra classificatasi con soli 2 punti: il Messico nel ‪1993, che addirittura‬ arrivò fino alla finale. Una Copa America sorprendente, ma quello sarebbe davvero troppo.