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Juve, per Allegri con l’Inter non è decisiva: Madama però può riscattare un avvio turbolento
Non è decisiva ma è molto importante. Si può riassumere così l’idea che Massimiliano Allegri ha del derby d’Italia in programma questa sera fra la sua Juventus e l’Inter davanti ai 60mila tifosi che popoleranno lo stadio San Siro. “Vincere, - ha raccontato Allegri in conferenza stampa, - ci permetterebbe di allungare la striscia di risultati e di fare un altro passo avanti. Ai fini della classifica era molto più decisiva quella con la Roma. Domani è importante ma ci sono ancora tante partite, c'è tempo per recuperare. Se possono “ammazzarci”? Vista la classifica no. Sarà una bella partita fra due squadre importanti, l'Inter secondo me è ancora la favorita per vincere lo scudetto”.
Allegri torna a San Siro, questa volta da competitor.
In quasi tutta la sua carriera da allenatore, le partite giocate a San Siro le ha sempre vissute da grande favorito. Dagli anni al Milan fino all’epopea con la Juventus: le sue squadre erano, quasi sempre, quelle da battere. Questa volta però, per sua ammissione, i ruoli sono invertiti ma le sensazioni sempre le stesse: “Dopo due anni per me sarà una serata emozionante . Si gioca per questo tipo di sfide, belle da vivere e che hanno il vantaggio che si preparano da sole. Domani sera non c’è bisogno che dica ai ragazzi che è importante, lo sanno anche loro”. Emozioni che vorrà trasferire sul campo per cercare di avere ancora una volta la meglio del rivale Inzaghi.
Attenzione e lucidità: le richieste di Allegri.
Il livello dell’avversario è altissimo, è quello dei campioni d’Italia in carica che dopo nove anni hanno saputo strappare lo scudetto dal petto di Madama. Livello alto, attenzione altissima, questa la richiesta di Allegri ai suoi: “Domani bisogna giocare bene tecnicamente, poi loro sono forti anche fisicamente. C'è bisogno di attenzione difensiva. E giocheremo in uno stadio in cui saranno molto incitati dai tifosi, bisognerà essere lucidi, killer con la palla: chi scenderà in campo dovrà battagliare, soprattutto all’inizio”. E chi scende in campo dall’inizio? Lo deciderà oggi, ha detto pubblicamente il livornese. In realtà buona parte della formazione è stata già delineata con i ballottaggi fra Bonucci e De Ligt (l'olandese in vantaggio) dietro e Chiesa-Kulusevski davanti (Kean rimasto a Torino per un affaticamento muscolare) gli unici realmente da sciogliere: con una variabile, che intriga e non poco, chiamata Paulo Dybala. Questa volta sarà più 3-5-2 che 4-4-2, con la voglia di aggiungere un altro tassello nel percorso di crescita.
Allegri torna a San Siro, questa volta da competitor.
In quasi tutta la sua carriera da allenatore, le partite giocate a San Siro le ha sempre vissute da grande favorito. Dagli anni al Milan fino all’epopea con la Juventus: le sue squadre erano, quasi sempre, quelle da battere. Questa volta però, per sua ammissione, i ruoli sono invertiti ma le sensazioni sempre le stesse: “Dopo due anni per me sarà una serata emozionante . Si gioca per questo tipo di sfide, belle da vivere e che hanno il vantaggio che si preparano da sole. Domani sera non c’è bisogno che dica ai ragazzi che è importante, lo sanno anche loro”. Emozioni che vorrà trasferire sul campo per cercare di avere ancora una volta la meglio del rivale Inzaghi.
Attenzione e lucidità: le richieste di Allegri.
Il livello dell’avversario è altissimo, è quello dei campioni d’Italia in carica che dopo nove anni hanno saputo strappare lo scudetto dal petto di Madama. Livello alto, attenzione altissima, questa la richiesta di Allegri ai suoi: “Domani bisogna giocare bene tecnicamente, poi loro sono forti anche fisicamente. C'è bisogno di attenzione difensiva. E giocheremo in uno stadio in cui saranno molto incitati dai tifosi, bisognerà essere lucidi, killer con la palla: chi scenderà in campo dovrà battagliare, soprattutto all’inizio”. E chi scende in campo dall’inizio? Lo deciderà oggi, ha detto pubblicamente il livornese. In realtà buona parte della formazione è stata già delineata con i ballottaggi fra Bonucci e De Ligt (l'olandese in vantaggio) dietro e Chiesa-Kulusevski davanti (Kean rimasto a Torino per un affaticamento muscolare) gli unici realmente da sciogliere: con una variabile, che intriga e non poco, chiamata Paulo Dybala. Questa volta sarà più 3-5-2 che 4-4-2, con la voglia di aggiungere un altro tassello nel percorso di crescita.
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