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Dallo scudetto evitato al ko di oggi: la strana e sfortunata stagione di Salvatore Sirigu
Poteva rimanere comodo in panchina a gustarsi lo scudetto. Il primo del Napoli senza Maradona, un fatto storico. Il primo della sua carriera, lui che di titoli nazionali ne ha sì vinti quattro, ma tutti in Francia con la maglia del Paris Saint-Germain. Evidentemente, tanto comodo in panchina Salvatore Sirigu non ci stava e così, nel mercato di gennaio, la scelta più sorprendente. Via da Napoli, nell'anno in cui tutti avrebbero voluto giocare nel Napoli.
Lo scudetto evitato. Approdato in azzurro quando Meret sembrava in procinto di lasciare, Sirigu si aspettava forse più spazio all'ombra del Vesuvio. Zero minuti, coppe comprese, da agosto a dicembre. Quando, pure, spendeva parole al miele per Luciano Spalletti: "Per me è tra i più forti - assicurava pochi giorni prima di Natale - con Ancelotti e con Conte". Poi, la rottura improvvisa, proprio quando (sarebbe accaduto con la Cremonese) il tecnico toscano sembrava sul punto di farlo esordire: se Gollini, con annessa risposta piccata della Fiorentina, ha spiegato i perché dello scambio dal suo punto di vista, Sirigu non ci è mai voluto tornare o non ha mai avuto occasione di farlo. Sta di fatto che, anziché vivere l'emozione di una città prossima al terzo tricolore, seppur da riserva senza speranze di diventare titolare, l'ex Palermo ha deciso di cambiare aria, andare a Firenze, provare a trovare spazio alle spalle di Terracciano.
Oggi il ko. Missione non proprio riuscita, il resto lo ha fatto la sfortuna, fresca di giornata. Se mettere in discussione Meret nell'anno del tricolore sembrava utopia, al Franchi non è andata molto meglio: due presenze tra campionato e Conference League, una delle quali dovute a uno stato di febbrile del già citato Terraccianno. Non un grandissimo bottino per chi, fresco trentaseienne, scappava dallo scudetto per giocare qualche partita in più. La beffa finale? Dopo essersi rimesso in gioco, la sfortuna ci vede benissimo: lesione del tendine d'Achille, è questo il report della Fiorentina dopo l'infortunio di oggi in amichevole. Stagione, strana e sfortunata, ma ora anche finita. Immaginiamo faccia malissimo, in senso letterale.
Lo scudetto evitato. Approdato in azzurro quando Meret sembrava in procinto di lasciare, Sirigu si aspettava forse più spazio all'ombra del Vesuvio. Zero minuti, coppe comprese, da agosto a dicembre. Quando, pure, spendeva parole al miele per Luciano Spalletti: "Per me è tra i più forti - assicurava pochi giorni prima di Natale - con Ancelotti e con Conte". Poi, la rottura improvvisa, proprio quando (sarebbe accaduto con la Cremonese) il tecnico toscano sembrava sul punto di farlo esordire: se Gollini, con annessa risposta piccata della Fiorentina, ha spiegato i perché dello scambio dal suo punto di vista, Sirigu non ci è mai voluto tornare o non ha mai avuto occasione di farlo. Sta di fatto che, anziché vivere l'emozione di una città prossima al terzo tricolore, seppur da riserva senza speranze di diventare titolare, l'ex Palermo ha deciso di cambiare aria, andare a Firenze, provare a trovare spazio alle spalle di Terracciano.
Oggi il ko. Missione non proprio riuscita, il resto lo ha fatto la sfortuna, fresca di giornata. Se mettere in discussione Meret nell'anno del tricolore sembrava utopia, al Franchi non è andata molto meglio: due presenze tra campionato e Conference League, una delle quali dovute a uno stato di febbrile del già citato Terraccianno. Non un grandissimo bottino per chi, fresco trentaseienne, scappava dallo scudetto per giocare qualche partita in più. La beffa finale? Dopo essersi rimesso in gioco, la sfortuna ci vede benissimo: lesione del tendine d'Achille, è questo il report della Fiorentina dopo l'infortunio di oggi in amichevole. Stagione, strana e sfortunata, ma ora anche finita. Immaginiamo faccia malissimo, in senso letterale.
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