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Il livornese Pavoletti: "Sfida al Pisa? Non ci penso. A Napoli era giusta la panchina"TUTTO mercato WEB
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ieri alle 23:52Serie A
di Daniele Najjar

Il livornese Pavoletti: "Sfida al Pisa? Non ci penso. A Napoli era giusta la panchina"

L'attaccante del Cagliari Leonardo Pavoletti ospite sul palco allestito in Piazza Colombo a Costa Rei, ha parlato col giornalista Lele Casini anche di alcuni passaggi della sua carriera. Queste le sue parole: "Genoa? Grande amore, in poco tempo ho avuto un affetto enorme da parte della gente; Napoli? Un'esperienza umana bellissima ma non era calcisticamente il mio livello e quindi era giusto che non giocassi, mi sarei messo in panchina anche io". Sulla Nazionale: "Ho vissuto una bella esperienza, al tempo c’erano anche Barella e Cragno, con Nicolò la vissi con orgoglio e affetto, condividevamo la stanza, noi tre rappresentavamo il Cagliari, fu bellissima quella parentesi, lì abbracciai dopo il gol a Parma in azzurro, loro più di tutti sapevano quanto tenessi a quella esperienza. Era un gruppo super che poi vinse gli Europei, non mi stupì perché pur non essendo la squadra più forte aveva una unità enorme. Rammarico? Nessuno, c’era Immobile che era un attaccante di altissimo livello, non è stato coccolato abbastanza, quella era una Nazionale che giocava sul collettivo e non sul centravanti principe, ecco perché magari in azzurro ha reso meno di quanto fatto con la Lazio". Andare via da Cagliari? Ormai mia moglie Elisa non la sposto più, siamo insieme da 18 anni, qui siamo diventati genitori, ci siamo sposati, abbiamo amicizie costruite in questi 9 anni, i bambini stanno facendo le prime amicizie che si porteranno dietro per sempre. E ora Costa Rei anche, molto bello. La sfida al Pisa? Si vedrà, non ci penso troppo, mi ci avvicinerò piano piano, ora penso a tornare disponibile e in salute per aiutare il gruppo. Il mio futuro? Mi piacerebbe rimanere nel Club per contribuire a costruire qualcosa, per portare ai giovani e in generale ai calciatori la mia esperienza che ho vissuto negli anni da calciatore, non solo a Cagliari. Far capire cosa è Cagliari, penso sia importante quando si arriva in una piazza capire dove si arriva, perché ogni contesto è diverso dall’altro e ha le sue prerogative. Mi piacerebbe insomma avere questo ruolo di tramite, di esempio per chi arriva, di link tra i valori del Club, della Sardegna, e coloro che arriveranno da noi. Ma ci penserò quando smetterò, ora sono ancora un calciatore e capirò a tempo debito cosa potrò e cosa vorrò fare, che contributo potrò dare a questa Società qualora dovessi essere chiamato in causa ovviamente.