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Marotta parla delle plusvalenze delle big: Napoli e Atalanta in attivo, le altre proprio noTUTTO mercato WEB
Oggi alle 08:00Serie A
di Andrea Losapio

Marotta parla delle plusvalenze delle big: Napoli e Atalanta in attivo, le altre proprio no

"Il Real Madrid ha preso Mastantuono a 60 milioni di euro, le italiane se prendono un 2004, un 2005 o un 2006 spendono 30-35 milioni al massimo". Le parole di Giuseppe Marotta sono veritiere. Nel nostro calcio quando si spendono certe cifre per un giovanissimo - come l'Atalanta ha fatto per Ahanor - poi si rischiano diversi commenti, molti dei quali negativi. Perché bisogna vincere subito o, comunque, almeno lottare per arrivare al primo posto. Giusto o sbagliato che sia, il Real Madrid non è la Roma o l'Atalanta. E, francamente, nemmeno l'Inter. Infatti c'è un altro passaggio di Marotta che vale la pena sottolineare. "Il mercato di acquisizione è molto limitante. Poi c'è un altro fattore, i grandi club come Inter, Milan, Juventus, Roma, Napoli e Atalanta sono ricorsi alle plusvalenze. Nel 2000 era raro vedere i club che vendevano i giocatori, oggi senza ricorrere alle plusvalenze non saremmo in grado di presentare un bilancio adeguato. È la grande differenza ed è dovuta al fatto che i loro diritti tv all'estero sono stati venduti a 10 volte quanto li abbiamo venduti noi". Il Napoli non è quasi mai ricorso alle plusvalenze, se non per il caso Osimhen, in entrata. Nelle cessioni ci sono stati Kvara e, appunto, Osimhen che volevano andare via. Kim che aveva già un'età. Ma in compenso ad altre tre citate: cioè Inter, Milan e Roma il Napoli ha sempre avuto i bilanci in positivo. La Juventus anche prima della scelta di Cristiano Ronaldo con Agnelli. L'Atalanta è un caso a parte: non si considera (totalmente) una big: può diventarlo e lo è stato nell'ultimo decennio con Gasp. Le plusvalenze le ha usate per colmare il gap, non certo per salvare i conti.