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Napoli-Inter 3-1: Il risultato ha scosso classifica e moviole, dal Vesuvio a LissoneTUTTO mercato WEB
Oggi alle 07:57Altre Notizie
di Redazione TMW
fonte Roberto Beccantini - BECK is BACK www.beckisback.it

Napoli-Inter 3-1: Il risultato ha scosso classifica e moviole, dal Vesuvio a Lissone

Roberto Beccantini è nato a Bologna il 20 dicembre 1950. Giornalista professionista dal giugno 1972. Ha scritto per La Stampa dal 1° febbraio 1992 al 31 agosto 2010.
Selvaggia come un puledro imbizzarrito, Napoli-Inter 3-1 ci ha riportato alla febbre del sabato sera. Veniva, «Andonio», dal 2-6 di Eindhoven e lamentava troppi giocatori nuovi e troppi infortunati «vecchi». Chivu, lui, aveva preso a pallate l’Union St. Gilloise per 4-0, dopo – però – cinque minuti d’inferno. Il risultato ha scosso classifica e moviole, dal Vesuvio a Lissone. Vero, molto fantasma il rigore di Mkhitaryan su Di Lorenzo, fischiato da Mariani a 8 secondi di distanza (su dritta dell’assistente?) e ratificato dal Var 4’20″ più tardi. Dal dischetto, De Bruyne folgora Sommer ma si tocca la coscia. Corre, la memoria, a un penalty di Vialli in un Roma-Juventus d’antan: caviglia k.o. per stress e mira randagia. Fuori, dunque: e dentro Olivera. Esce pure l’armeno, acciaccato ai flessori, sostituito da un pavido Zielinski. Stava dominando, l’Inter. Paratona di Milinkovic-Savis su Lautaro, traversa di Bastoni, palo di Dumfries, occasioni assortite. Conte aveva battezzato Neres falso nueve. Confesso: lì per lì, un’idea un po’ stramba. Ma piano piano, sempre meno stramba. Anche perché, scritto con tutto il tatto possibile, l’uscita di De Bruyne ha riconsegnato ‘o Napule allo spirito e all’anima della Old guard e McTominay alla libertà smarrita: o comunque contesa. Insomma: dal 4-1-4-1 pro belga al 4-3-3 dello scudetto. Non a caso, ecco il raddoppio di «Mcdomini», con una sassata delle sue, da centravanti d’una volta, in capo a un contropiede lanciato da Spinazzola. Pur non sembrando la belva schiumante del primo tempo, l’Inter rientrava in partita con un mani-comio di Goodmorning che Calhanoglu trasformava da par suo. Il Martello e il Toro si scambiavano berci assortiti, a conferma che il cielo non sempre è più blu; i corpo a corpo dei campioni tenevano brillantemente botta, e le rotazioni di Chivu, Pio compreso, stavolta non aggiungevano: toglievano. E così Anguissa, al culmine di un ricamo raccolto fra i bossoli della forsennata sparatoria, siglava il gol dell’apoteosi. Il calcio vive di eccezioni, non di regole. O non esclusivamente di norme. Sette vittorie consecutive, l’Inter: eppure. E alla distanza non cala(va) più: boh. Mi scrive un lettore sopra le parti: il Napoli ha meritato nella ripresa il fondoschiena che aveva avuto per 45’. Chapeau.