Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre alessandriaascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / napoli / Le Interviste
Chiariello: "La Juve ha pagato un divieto di sosta. Ecco perché ADL ha taciuto"
mercoledì 31 maggio 2023, 21:00Le Interviste
di Antonio Noto
per Tuttonapoli.net

Chiariello: "La Juve ha pagato un divieto di sosta. Ecco perché ADL ha taciuto"

"Oggi la Juve può dire che ha taroccato un campionato, se n’è uscita con una multa, ma i fessi siamo noi, quelli che pensano alla competizione agonistica".

A Radio Napoli Centrale, nel corso di 'Un Calcio alla Radio', il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto con il suo editoriale: "La vicenda Juventus-giustizia sportiva si chiude qui, nel modo più inaspettato possibile. Si era sempre detto che la vicenda plusvalenze fosse la più opinabile, perché una regola precisa sulle plusvalenze non esiste e un reato specifico non esiste nel Codice di Giustizia Sportiva. È di tutta evidenza che l’utilizzo di plusvalenze artefatte è un’usanza vecchia. Se non fosse stato per l’inchiesta prisma che la Procura della Repubblica di Torino ha avviato su richiesta della CONSOB, la vicenda era bella morta e sepolta perché tutti assolti. Quando a Chiné sono arrivate una serie infinita di carte ricche di testimonianze, i nodi sono venuti al pettine: si è capito che non era più un problema di plusvalenze, ma un sistema illecito. C’è un però: su questa vicenda, la Juventus si lamentava dicendo che non è l’unica e che non può essere punita da sola, ma è una società quotata in borsa e sotto inchiesta. Le altre storie erano parecchio preoccupanti: le partnership con altre scoietà, non riguardavano altre plusvalenze, ma l’intromissione della Juventus nella vita stessa delle altre società, in maniera quasi subordinata alla volontà della Juve. Tanti rumors che, negli anni, abbiamo sentito e alimentato hanno visto arrivare carte giudiziarie che hanno messo al centro questo problema, non più come un rumor o una suggestione, ma come un fatto concreto. C’è qualcosa che non torna nei conti: la Juventus si è beccata una richiesta di 9 punti di penalizzazione da Chiné, la Corte Federale d’Appello ha rilanciato a 15 punti, senza specificarli e la domanda è “Volutamente?”. Al Collegio di Garanzia dello Sport presso il CONI, organo esofederale, vengono confermate le condanne, ma rimanda alla Corte Federale d’Appello dicendo che i 15 punti di penalizzazione non sono stati argomentati. A questo punto, i punti dati sono stati 10, considerati pena afflittiva. Se avesse vinto sulle sue gambe, la Juventus sarebbe arrivata ugualmente in Champions, ma ci ha pensato Allegri perdendo due partite consecutive. L’avvocato Ruggero Di Staso ci aveva avvisato: “La Juventus ha in mano una pistola fumante”, il cosidetto ostruzionismo fatto di ricorsi, bloccando campionati, iscrizioni, UEFA, fin quando qualcuno non avrebbe rigettato il ricorso. Dov’è il pericolo? Che i ricorsi avrebbero potuto portare a problemi infiniti, che un sistema di questo tipo avrebbe potuto portare ad una nuova Calciopoli, ma il sistema calcio, che ha fatica a vendere i diritti televisivi, non se lo può permettere. Non fosse stata la Juventus, ma l’Ascoli o il Chievo, saremmo arrivati alla radiazione, alle calende greche, la giustizia avrebbe fatto il suo corso. Se la Juve crea questi problemi, i soldi li perdono tutti, perché se vuoi vendere la tua collezione di porcellane, la più preziosa non può avere il vetro incrinato. Bisognava rifare l’abitino della Prima Comunione a nuovo, col giglio in mano, in modo che l’anno prossimo si ripartisse punto e a capo.

La UEFA gli darà un anno di squalifica per dargli la possibilità di eliminare l’incombenza della Conference League che la Juventus non vuole fare e sarà tutto lindo e pinto. Non è l’omertà ad aver prevalso, De Laurentiis non è stato zitto perché aveva interesse, hanno taciuto tutti perché tutti tifavano affinché si chiudesse e la Juve non pagasse dazio oltre il dovuto perché va rivenduto il calcio, azzerare questo bubbone, chiudere il vaso di Pandora e ripartire, tanto il pallone tornerà a rotolare, al primo gol ci esalteremo tutti, torneremo a tifare, ma in tutto questo c’è una cosa che lascia tutti basiti. Gravina non vede l’ora di chiudere questa vicenda, il sistema si è compattato per darsi una ripulita, per chiudere ad ulteriori pericolose situazioni e non è successo nulla. Quando abbiamo sempre sentito dire che ‘la mazzata vera arriverà con la manovra stipendi’, è arrivata una semplice multa: la Juventus ha pagato un divieto di sosta, lo 0,2%. Ci è stato detto che da oggi in poi si può fare la qualunque, se ti chiami Juve, perché troppo importante per il sistema che si chiude a protezione. Perfino il Corriere dello Sport parla di ‘giusta sanzione’.

Giusta sanzione? Una cosa più grave delle plusvalenze, con una multa? Oggi la Juve può dire che ha taroccato un campionato, se n’è uscita con una multa, ma i fessi siamo noi, quelli che pensano alla competizione agonistica, il bel calcio, ci esaltiamo per il Manchester City che è taroccato dalla panchina. Cornuti e mazziati, bello vero? Tanto noi, chi siamo se non il popolo bue che porta soldi al calcio e si ammocca tutto? I padroni fanno i loro interessi e quando è il momento si tappano il naso, chi di loro sia, il problema è serrare le fila e andare avanti. Il pallone è morto? No, è sgonfio da anni e non ce ne siamo accorti perché ci siamo abituati. La penalizzazione della Juve fa gridare allo scandolo i benpensanti, ma quanto dura? I giornali da luglio saranno titolati sul calciomercato e noi tutti cominceremo a pensare ai grandi acquisti, vincere lo scudetto, battere gli avversari. Giovanni Falcone disse: “Dove comanda la mafia, i posti nelle istituzioni vengono tendenzialmente affidati a dei cretini”, non mi pare che in FIGC ci siamo dei geni".