
L'editoriale di Chiariello: "Gruppo che fa capo alla Juve attacca il Napoli, è un caso?"
Nel corso di 'Campania Sport' su Canale 21, il giornalista Umberto Chiariello è intervenuto con il suo consueto editoriale: "Pausa ennesima per le nazionali, settembre, ottobre, novembre. L'anno prossimo cambia, ci sarà una pausa più lunga, ottobre salta a quella di settembre, ma sarà una pausa delle nazionali con tre partite e non due. Sempre così. I campionati vengono spezzettati. Gli infortuni a go go rendono i campionati falsati dalla corsa delle nazionali, la storia è stata sempre questa. Vorrei ricordare un esempio luminoso per tutti. Nel 1969-70 il Cagliari si laureò campione d'Italia, guidato dal grandissimo Gigi Riva. L'anno dopo il Cagliari era ancora il favorito ed era partito lancio in resta subito in testa al campionato. Riva veniva dal Mondiale messicano, dove non aveva brillato particolarmente, ma era stato comunque protagonista della grande cavalcata che portò alla finale col Brasile. E aveva segnato anche nella famosa semifinale 4-3 con la Germania. Era il grande dominatore del calcio italiano. Un terzinaccio austriaco Hoffer, lo falcia in una maniera pazzesca e lo spezza letteralmente. Il Cagliari doveva andare a giocare in Coppa dei Campioni contro l'Atletico Madrid. Le scene, io le ricordo, ero ragazzino in bianco e nero, a tv, ma la faccia di dolore di Angelo Dominghini e dei compagni del Cagliari fu per me un ricordo che non mi lascerà mai, perché loro capirono che era finito il Cagliari. Il Cagliari senza Riva non fu più competitivo e fu il Cagliari a dare questo tributo alla Nazionale, che costò la leggenda di un Cagliari che ha fatto mito. Ricordiamo Neymar che va in nazionale e si rompe talmente tanto che rimane fermo un anno intero, dopo che è stato pagato uno strafascio di soldi dal suo club.
Ha ragione De Laurentiis, secondo me. Quando dice: ‘Ma perché noi dobbiamo regalare i calciatori alle nazionali? Noi li paghiamo un sacco di soldi. Se un calciatore, io gli do - ha fatto un'iperbole in un'intervista di qualche tempo fa - 15 milioni all'anno e per dieci giorni viveva in nazionale. Lo pagassero la nazionale quei dieci giorni in proporzione al suo stipendio, se me lo portano via due mesi per la Coppa d'Africa, lo pagasse la nazionale che se lo prende. Perché lo devo pagare io che non lo utilizzo? È possibile che io compri un bene che qualcun altro mi prende da autorità e io non posso utilizzare? È quasi un esproprio. E poi, se si rompono, chi paga? La famosa assicurazione che dà quattro spiccioli? Se io perdo Milik per tutto il campionato e ci ho investito 40 milioni per sostituire Higuain, mi ha fatto sette gol in otto partite e lo perdo, chi mi risarcisce?’. E se invece dovessero pagare le federazioni, la UEFA e la FIFA, che sono ricchissime. Perché oggi non è più come una volta, gli enti sono nazionali, non sono più degli enti regolatori. Sono dei carrozzoni che organizzano business. E la National League è questo e quello, se ne inventano di tutte, di più, portandola a 36, a 48 squadre, pur di fare business. Perché quello è al punto che si è creata una famosa associazione A22 di Superlega, per contrastare lo strapotere e hanno avuto anche ragione a livello proprio giuridico dal punto di vista di sentenze europee. Dare alla UEFA e alla FIFA l'opportunità di spadroneggiare sui campionati che dovrebbero essere invece il core business del calcio, creando poi queste situazioni di emergenza continue, senza pagar dazio. Ma perché? Visto che sono ricche e hanno guadagni infiniti. Servono per aumentare lo stipendio di Gravina, che è passato dai 36 mila lordi di Tavecchio alle varie commissioni europee, alla vicepresidenza europea, alla presidenza italiana, dove ha triplicato lo stipendio e oggi si porta a casa 500 mila euro? O a Ceferin? Che in epoca Covid è l'unico che si è raddoppiato lo stipendio. A chi serve? Vogliamo vedere che se devono pagare forse la smettono di fare tante competizioni, tante partite e tante convocazioni inutili? Anche perché la convocazione a chi serve? Al calciatore di sicuro e al suo procuratore, perché il fatto che non è nazionale aumenta il suo valore commerciale. Alle organizzazioni europee e mondiali, tipo UEFA, tipo FIFA, per fare business, ma poi chi paga? Sono le società, che sono tutte in perdita. E forse questo sistema va cambiato, va assolutamente modificato. Perché ogni volta che partono le partite nazionali, ditemi chi di voi, come me, non è in ansia. E’ l'unica cosa che pensa, speriamo che tornino tutti sani. E non sempre ci accade, anzi, a noi spesso è capitato il contrario. Rrahmani lo abbiamo perso in nazionale e ancora non lo vediamo. Lobotka lo perdemmo in nazionale. Di Milik neanche parlo e di tanti altri casi simili. Adesso il Milan ha perso Saelemaekers, che si è fatto male in nazionale. Chi glielo dice al Milan adesso? Questo ragionamento richiederebbe un discorso approfondito, ma la settimana però non è passata in vano, perché poi i giornali qualcosa si devono inventare.
Ed è stata la settimana della macchina del fango. Perché Repubblica, che è il gruppo Gedi, il gruppo editoriale che edita la stampa. Repubblica, che non è più un organo indipendente, quello fondato da Eugenio Scalfari, con la collaborazione di Caracciolo, che aveva alle spalle De Benedetti. In vecchiaia Scalfari ha alzato la bandiera bianca, ha monetizzato, ha venduto. E chi si è ripresa? Quella che una volta era la Fiat, oggi è Stellantis, che è una divisione multimediale molto importante, che si chiama Gedi, il cui presidente è il signor Scanavino, AD della Juventus fino a poco fa. Chiaro il quadro entro cui andiamo a ragionare? Il gruppo che fa capo la Juventus editoriale attacca il Napoli. E attacca, guarda caso, Giuntoli e Pompilio, due che la Juve ha cacciato e con cui sta in discussione sugli emolumenti da riconoscere. È un caso? È un caso che qualche giudice o qualcuno in procura, nonostante abbiano stretto le maglie sulle fughe di notizia dalle procure, abbiano avuto i verbali della Guardia di Finanza relativa all'inchiesta sul Napoli e le plusvalenze presunte su Osimhen e Manolas? Fatto sta che c'è stata la fuga di notizia, raccolta da Repubblica e pubblicata da Repubblica, e tutto questo clamore però, che ha subito fatto partire la macchina del fango. Qualcuno dice che Napoli deve restituire gli scudetti, sono illegittimi. Siamo arrivati a tanto. Qualcun altro dice che Chinè si deve dimettere, perché qui c'è una giustizia d'orologeria a due vie. Per la Juventus si sono buttati subito a capofitto, per le altre tutto tace. Chinè deve spiegare. Cosa è da fare di non ridire? Perché sono contro ogni norma giuridica.
Chinè non deve spiegare proprio niente. Chinè fa il procuratore federale ed è un magistrato. E in quanto tale applica la legge. Noi possiamo discutere fino a domani se ci piace questa giustizia sportiva. A me non è mai piaciuta, perché è una giustizia che sovverte l'onere della prova, per cui non è chi accusa che deve dimostrare la validità dell'accusa, ma è l'accusato che deve difendersi dall'accusa. È una giustizia che non è giustizia, di fondo. Qual è il motivo per cui è questo accade nello sport e nel calcio? Perché c'è bisogno della celerità e velocità, perché non è che si possono attendere i processi e poi i cambiamenti si fermano tre anni in attesa della sentenza, che poi le sentenze ordinarie possono durare anche dieci anni. C'è un problema di celerità. E per questo problema di celerità si sono applicati dei principi abbastanza discutibili, che sovvertono i cardini della Costituzione. Ma questo è un discorso generale, vale per tutti. Chiné aveva già assolto, anzi no, diciamo le cose come stanno, il Napoli era stato già assolto con formula piena, come altre nove società italiane. Quando ci fu un processo intentato dalla Procura Federale sulle plusvalenze, che coinvolgeva la Juventus più altre nove squadre. Furono assolte tutte, con sentenza passata in giudicato. Sapete che significa sentenza definitiva di assoluzione? Perché l'impianto accusatorio che la Procura Federale tirò fuori era risibile, era debole. Pensate che usarono come parametro di riferimento per costruire un valore dei calciatori Transfer Market. Può mai essere un sito privato, neanche così attendibile, la fonte del valore di un calciatore? Ovviamente fu immediatamente smontata questa tesi accusatoria e ci fu l'assoluzione per tutti, Juventus compresa. Però la Juventus, ricordiamo, è quotata in borsa, il Napoli no. Questa cosa comporta che chi è quotato in borsa deve obbligatoriamente sottostare a criteri di trasparenza per un motivo di fondo. Per chi accede al mercato azionistico, al mercato borsistico, al mercato dei risparmiatori, degli investitori. Gente che c'è soldi e dice: ‘Dove li metto per produrre un po' di interessi buoni? Dove li metto? I bot mi danno poco. Vado sul mercato azionario per avere di più, rischio di più’. Se mi arriva la semestrale della Juventus che mi dice che i conti sono apposto, io magari sulla Juventus investo. Ma se la Juventus è in forte perdita, io i soldi alla Juventus non gli ridò. E se la Juventus trucca i conti, ha fatto aggiotaggio, cioè ha fatto turbativa di borsa. La Covisoc aveva fatto una serie di rilievi alla Juventus, anche perché c'è un problema di fondo che non si dice mai. I criteri contabili, i famosi IAS, che si applicano a livello nazionale per le società non quotate in borsa, sono di un certo tipo. I criteri contabili che si applicano per le società quotate in borsa, proprio perché sono quotate in borsa, e c'è un bisogno di una trasparenza totalmente diversa, sono di altro tipo. Non si fa la stessa contabilità se si è quotati in borsa o se non si è quotati in borsa. Se uno sceglie, e non gli si mette la pistola da tempio, di andare in borsa per ricorrere a drenare i soldi del mercato, deve sapere che deve rispettare dei principi contabili dedicati alle società quotate in borsa. La Juve non l'ha fatto. Si è comportata come se non fosse quotata.
Se non si è quotato il valore del calciatore, non è definibile. Non è definibile. Tanto è vero che la Juventus ha dato un certo Paratore a 8 milioni, Audero, che era un ragazzo all'epoca, 20 milioni, il signor Sturaro, che era stato comprato per 8, nazionale, infortunato, ha perso la Nazionale e venduto per 18. Cosa non funziona? Pjanic e Arthur vengono scambiati. No! Due operazioni separate, uno a 70 e uno a 90 milioni. Tanto, posso dare il valore che voglio, invece che il valore reale, 40 e 60, 70 e 90 e facciamo tutti e due plusvalenze. Può andar bene se fai un'operazione, non se sei quotato in borsa, gli dai il valore che vuoi e nessuno ti può toccare. Ma se sei quotato in borsa e le operazioni a specchio, senza sborso di denaro, non le puoi fare! E ne fai 40 ed escono fuori 18 faldoni di un'inchiesta Prisma voluta dalla Consob sulla Juventus che non rispettava le osservazioni che la Consob ha mandato. E Chiné si trova 18 faldoni con intercettazioni, con documenti e dichiarazioni che dimostrano che c'è un sistema volto ad occultare perdite di bilancio per 200 milioni, oltre i 700 che il cuginetto ha dovuto cacciare per tenere in piedi una Juventus devastata dall'acquisto di Cristiano Ronaldo. E beh, si è trovato di fronte a un sistema! Non poteva non revocare una sentenza, perché è vero che quando si passa in giudicato in idem non si può processare un soggetto due volte per la stessa faccenda, non si può. È un principio cardine del diritto. Ma è anche vero che c'è una norma di chiusura di salvaguardia del sistema che è la famosa revocazione. Quando si può fare? Ed è una cosa estrema, non è una cosa ordinaria. Quando si acquisiscono fatti e prove tali per cui, se si fossero avuti al momento della prima valutazione, avrebbero cambiato drasticamente il giudizio. Questo accadde alla Juventus.
Ora nel caso del Napoli, sento dire che De Laurentiis è rinviato a giudizio, non è vero! I PM hanno chiesto a chiuse indagini il rinvio a giudizio, chiesto! Ora c'è il 6 novembre una seduta davanti al GUP, cioè al giudice per l'udienza preliminare, che deve decidere se rinviarlo a giudizio. E qualora decida di rinviarlo a giudizio parte un processo, dove lui da indagato diventa imputato, e ha tre gradi di giudizio per dimostrare la sua innocenza. Quindi stiamo parlando del nulla attualmente. Sento parlare di intercettazioni. Falso! Non esistono nel caso del Napoli intercettazioni, perché l'inchiesta è successiva all'evento. Il Napoli non è stato messo sotto osservazione dalla procura al momento del fatto ed esistono soltanto i documenti acquisiti tra cui WhatsApp, le conversazioni, dove non ce n'è una che coinvolge De Laurentiis, dove non ce n'è una che coinvolge Chiavelli. Prendere Chiavelli come il capro espiatorio della situazione, dicendo: ‘Ma lui ha scritto speriamo che non accettano i 50 milioni se no dobbiamo andare a fare una rapina’, con l'emoticon vicino che ride.
Vi voglio ricordare qual era la situazione. Era 2020, l’anno dopo il Covid e il Napoli ha perso 50 milioni quell'anno. Non è andato in Champions League, aveva fatto settimo, era l'anno di Ancelotti. Gattuso aveva vinto la Coppa Italia, aveva 50 milioni di perdite e sul mercato non aveva molte risorse da investire. Al punto che Giuntoli dice: ‘Meno male che a Amrabat e Kumbulla ci hanno detto di no, se no facevamo il campionato con Mertens e Petagna’. Anche perché Gattuso si era messo nelle orecchie di De Laurentiis: ‘Devi rinnovare Mertens, devi rinnovare Mertens!’, che era a scadenza. E lui lo chiama all'hotel Vesuvio e gli fa un contratto nuovo e lo ricompra spendendo un sacco di soldi. Arrivano a Luglio, Giuntoli e Gattuso: ‘Tu devi spendere altri 50 milioni per Osimhen’, e il Napoli li spende. Ma perché ne spende 50 e non 70? E ve lo spiego il motivo, sta scritto ve lo dice Eurosport che ha un sito assolutamente attendibilissimo. La data è 20 luglio 2020: Il Lille cede, Osimhen e Gabriel per 105 milioni. Sono tutti del Napoli? Perché la DNCG, la Covisoc francese, è l'organismo di controllo dei conti francesi, aveva detto al Lille: ‘Se vi volete iscrivere al campionato dovete vendere per cento e passa milioni’. Il Lille aveva concordato con la DNCG che se avesse fatto i 100 milioni su un mercato si sarebbe iscritta al campionato, motivo per cui il Napoli offre 50 milioni per Osimhen, il Lille rifiuta: ‘Non li voglio, me ne devi dare 70’. Tant'è vero che poi Gabriel non lo vende a noi, lo vende all'Arsenal per 30 milioni. I 70 che gli mancano per iscriversi al campionato li vuole dal Napoli, ma gli dice: ‘A me i tuoi 50 che mi offri mi stanno pure bene, ma mi devi dare una contropartita tecnica di 20 milioni, perché io devo venderlo per 70 non lo vendo a un euro di meno di 70’. E il Napoli ha due scelte: abbandonare la pista o comprarlo per 70, sapendo che il Lille gli dice: ‘A me i 50 milioni mi stanno bene, ma mi devi dare 20 milioni di contropartita tecnica, poi fai tu, a me non interessa chi mi dai, ma mi devi dare 70 milioni’. E il Napoli costruisce un'offerta per 70 milioni, inserendo Karnezis, Liguori che era stato il capocannoniere della prima era dell'anno prima. E ricordate Zaniolo dato gratis alla Roma e poi esploso? E l'Inter ci ha fatto la parte del pollo, addirittura Chiavelli voleva una clausola di partecipazione di cavi futuri sulla vendita di Liguori, dice se questo mi esplode… Ha scelto tre ragazzi, Karnezis e tanto il valore sappiamo che si può dare come si vuole doveva corrispondere ai 70 milioni.
Ora la domanda da farci è questa: il Napoli con questa operazione ha salvato il bilancio? No, perché la condizione del Napoli non era quella della Juve, che ha fatto di tutto per occultare perdite. Il Napoli non aveva e non ha problemi economici. Il Napoli ha fatto questo per truffare qualcuno? Assolutamente no, ha solo ottemperato una richiesta del Lille. C'è stato ingiusto profitto per configurarsi il falso in bilancio? Nemmeno, il Napoli da questa operazione non è attratto nessun vantaggio, ha comprato un calciatore a 70 milioni di cui 20 in contropartita tecnica che era l'ultimo dei problemi del Lille valutarne la bontà, interessava i 70 milioni per iscriversi al campionato, che era un problema del Lille e dopo il Charleroi. La squadra belga che ha dato Osimhen al Lille, che pretendeva la percentuale che non gli è stata riconosciuta e ha azionato la causa. Tutto questo oggi per sentir dire che le intercettazioni inchiodano il Napoli, che gli scudetti sono fasulli che Chinè si deve dimettere. Chinè di fronte a questi atti ma che deve revocare? Che c'ha da revocare? Ma vogliamo ragionare in termini normali e civili? Cioè uno ha fatto una rapina alla Banca d'Italia, un altro si è mangiato una mela, forse anche col consenso del fruttivendolo e sono la stessa cosa?!”.







