Infortunio De Bruyne, Dott. Delle Donne: "Out almeno tre mesi! Il passato pesa..."
Nuova tegola sulla stagione del Napoli, che dovrà fare a meno per un po’ di tempo di Kevin De Bruyne. Il centrocampista belga, che in mattinata si è sottoposto ad accertamenti strumentali, ha rimediato una lesione di alto grado al bicipite femorale della coscia destra. Per capire di più, su TMW abbiamo raggiunto il dottor Giuseppe Delle Donne, responsabile dell’UOC di Chirurgia e Scienze dell’apparato muscolo scheletrico della Clinica Mediterranea di Napoli, nonché responsabile della struttura riabilitativa post chirurgica Villa delle Magnolie di Caserta, esperto di ortopedia sportiva di atleti professionisti (tra cui il tennista italiano Luciano Darderi, n. 34 in classifica ATP).
Che tipo di infortunio è quello di De Bruyne? “È un infortunio che recluta tutte le fibre muscolari, per certi versi è simile a quello di Lukaku, con la differenza che in questo caso incide sul muscolo posteriore”.
È possibile ipotizzare dei tempi di recupero? “Fermo restando che per un parere specialistico dovrei conoscere la situazione in concreto e che lo staff sanitario del Napoli, guidato da Raffaele Canonico, è uno dei migliori in Serie A, credo che ci vorrà un po’ di tempo. Per infortuni di questo tipo viaggiamo sui tre mesi, almeno”.
Per De Bruyne non è la prima volta. “E anche questo incide sul recupero. Il suo storico non è favorevole, in passato ha avuto alcuni infortuni muscolari abbastanza seri. I gesti del giocatore fanno pensare a una lesione al terzo medio. Ripeto: secondo me è difficile possa recuperare prima di tre mesi”.
Si torna al 100%? “Beh, gli infortuni passati rallentano il recupero per un fatto di fibrosi cicatriziale pregressa, anche se va verificato se effettivamente è lo stesso infortunio. E poi parliamo di un giocatore oltre i 30 anni: da questi infortuni si torna, ma purtroppo bisogna tenere conto del fatto che questo tipo di problematica possa ripetersi. E questo mantiene sempre il calciatore a uno standard non massimale anche quando rientra”.
Tanti infortuni per il Napoli… “Bisogna anzitutto distinguere e non fare populismo: gli infortuni di Meret e Contini, per esempio, sono traumatici e lì c’è il destino che si mette di mezzo. Hojlund è arrivato a fine mercato, non ha fatto tutta la preparazione con lo staff di Conte e quindi non si possono dare responsabilità, anche se non credo sia solo un affaticamento muscolare. Nel caso di Buongiorno veniva comunque da un infortunio traumatico, con un ritorno all’attività un po’ spezzettato che può avere inciso. Dei precedenti, l’infortunio di Lukaku è forse l’unico che si può attribuire a un carico maggiore. Ma c’è da aggiungere che il Napoli quest’anno affronta una doppia competizione: i tempi di recupero sono molto diversi, e tutti i calciatori vivono le nazionali. Lo staff di Conte è storicamente noto per i suoi carichi intensi, ma bisogna stare molto attenti a trarre conclusioni: oggi gli infortuni, purtroppo, fanno parte del gioco”.
E le troppe partite incidono? “Sicuramente sì. Alle partite, inoltre, bisogna aggiungere i viaggi, magari notturni, e i tempi di recupero ristretti tra una gara e l’altra. Sono cose che pesano”.






