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Ex psicologo Como: “Mossa di Conte geniale, ha trasformato la rabbia in aggressività”TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 00:40Le Interviste
di Antonio Noto
per Tuttonapoli.net

Ex psicologo Como: “Mossa di Conte geniale, ha trasformato la rabbia in aggressività”

Nel corso di 'Sky Calcio Club', è intervenuto Samuele Robbioni, psicologo dello sport, dieci anni con il Como e ora con Cantù Basket: “Conte si è preso una settimana di permesso dopo Bologna, che mossa è stata? Si è preso un bel rischio calcolato dal punto di vista psicologico, nell'ultima intervista dopo Bologna non ci è andato giù leggero: ‘Non voglio accompagnare un morto, occorre un trapianto di cuore’. Secondo me non aveva grandi alternative, è stato bravissimo a staccare. Anche perché se rimaneva lì per tutto questo periodo, il rischio era quello proprio dell'andare allo scontro. Cioè la rabbia è un'emozione primaria. Quando diventa utile? Quando la trasformi in aggressività. Voi pensate cosa avrebbe voluto significare per questi giocatori passare due settimane con un allenatore che ti dice: ‘Ti accompagno al funerale’, che ti dice: ‘Non hai quella capacità di reazione, non hai quella capacità di determinazione, hai bisogno di un trapianto di cuore’. E quindi credo che nella sua semplicità abbia fatto una mossa geniale, cioè ha trasformato la rabbia in aggressività. Cioè il giocatore non si focalizzava sull'allenatore che poteva diventare un capo espiatorio, ma ha fatto un percorso di riflessione. Cioè: ‘Io questa rabbia come la trasformo?’ In aggressività, che è voglia di arrivare nel rispetto delle regole.

Il tema della pressione è un tema molto affascinante. La pressione tante volte viene vista come qualcosa di estremamente negativo, Io la vedo sotto un'ottica diversa. A me piace dire ai giocatori che la pressione è un privilegio. Cioè ti viene data pressione, perché hai le competenze per raggiungere un obiettivo. Credo che Conte abbia lavorato sul senso di rivalsa. C'è un concetto molto bello in psicologia evolutiva. Per essere un bravo papà, per essere una brava mamma, devi essere presente ma non troppo. Che cosa vuol dire? Devi avere la capacità di essere presente dando delle risposte, ma devi anche portare all'autonomia, dando domande, dando stimoli. Lui cosa ha fatto? È stato presente con la provocazione e poi ha lasciato uno spazio di autonomia ai giocatori. E credo che sia una cosa molto difficile da capire per gli allenatori moderni. Quando tu fai quello switch, capisci che puoi essere presente ma sei credibile anche nell'assenza. È lì che fai il salto di qualità”.