
Nemo propheta in patria, Maresca ennesimo caso: esonerato a Parma, già idolo al Chelsea
Prima di affrontarsi nella finale del Mondiale per Club, Luis Enrique ed Enzo Maresca avevano in comune ben poco, tranne un passaggio: entrambi non hanno avuto molta fortuna in Italia, schiacciati dal peso di una tradizione che non concede tempo agli allenatori per sviluppare il proprio credo calcistico. Il tecnico di Pontecagnano Faiano ha guidato il Parma nel 2021 ma l'esperienza è durata pochi mesi, travolto da risultati che non arrivavano.
Così, l’ex centrocampista di Juventus e Siviglia sembrava destinato a una carriera da comprimario in panchina. Ma altrove, lontano dai riflettori di casa, Maresca ha costruito in silenzio una scalata straordinaria. Dopo l’esperienza amara in Emilia, è tornato sotto l'ala di Pep Guardiola, diventando vice nel Manchester City dei record. Un apprendistato che gli è servito per affinare idee e metodo e per ripartire da solo nell'estate del 2023, quando decise di accettare la chiamata del Leicester. Risultato? Subito la promozione in Premier League, dominando la Championship; una stagione che gli ha trasmesso forza e convinzione e che gli ha poi spalancato le porte del Chelsea, alla guida di uno dei progetti più ambiziosi d’Europa, nonostante l'instabilità tecnica degli ultimi anni.
Maresca ha subito impresso il suo stile, puntando su pressing e verticalizzazioni rapide, mettendo al centro del suo progetto giovani talenti come Cole Palmer. I Blues hanno vinto la Conference League battendo il Betis in finale e poi hanno coronato la stagione con il trionfo nel Mondiale per Club 2025, superando 3-0 il PSG con una prestazione monumentale. Due trofei internazionali in pochi mesi, uniti alla qualificazione alla prossima Champions League e alla sensazione di trovarsi di fronte a un allenatore con le idee chiare e il carattere giusto per i grandi palcoscenici. Un allenatore che ha proseguito la storica tradizione dei tecnici italiani vincenti sulla panchina dei londinesi: dopo Gianluca Vialli (Coppa delle Coppe), Roberto Di Matteo (Champions League) e Maurizio Sarri (Europa League), Maresca è il nuovo idolo di Stamford Bridge. In Italia, intanto, ci si interroga: abbiamo lasciato scappare l’ennesimo talento? L'uomo che non è ancora riuscito ad essere profeta in patria è ora campione del mondo col suo Chelsea.
Così, l’ex centrocampista di Juventus e Siviglia sembrava destinato a una carriera da comprimario in panchina. Ma altrove, lontano dai riflettori di casa, Maresca ha costruito in silenzio una scalata straordinaria. Dopo l’esperienza amara in Emilia, è tornato sotto l'ala di Pep Guardiola, diventando vice nel Manchester City dei record. Un apprendistato che gli è servito per affinare idee e metodo e per ripartire da solo nell'estate del 2023, quando decise di accettare la chiamata del Leicester. Risultato? Subito la promozione in Premier League, dominando la Championship; una stagione che gli ha trasmesso forza e convinzione e che gli ha poi spalancato le porte del Chelsea, alla guida di uno dei progetti più ambiziosi d’Europa, nonostante l'instabilità tecnica degli ultimi anni.
Maresca ha subito impresso il suo stile, puntando su pressing e verticalizzazioni rapide, mettendo al centro del suo progetto giovani talenti come Cole Palmer. I Blues hanno vinto la Conference League battendo il Betis in finale e poi hanno coronato la stagione con il trionfo nel Mondiale per Club 2025, superando 3-0 il PSG con una prestazione monumentale. Due trofei internazionali in pochi mesi, uniti alla qualificazione alla prossima Champions League e alla sensazione di trovarsi di fronte a un allenatore con le idee chiare e il carattere giusto per i grandi palcoscenici. Un allenatore che ha proseguito la storica tradizione dei tecnici italiani vincenti sulla panchina dei londinesi: dopo Gianluca Vialli (Coppa delle Coppe), Roberto Di Matteo (Champions League) e Maurizio Sarri (Europa League), Maresca è il nuovo idolo di Stamford Bridge. In Italia, intanto, ci si interroga: abbiamo lasciato scappare l’ennesimo talento? L'uomo che non è ancora riuscito ad essere profeta in patria è ora campione del mondo col suo Chelsea.
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