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Amauri, naturalizzato solamente per una partita. Fantastico al Palermo, meno alla Juventus
Amauri Carvalho de Oliveira ha fatto il giro d'Italia, nei suoi anni di carriera. Forse non ci è partito calcisticamente parlando, perché prima aveva giocato a Santa Catarina, in Brasile, passando poi per Bellinzona, in Svizzera. Però in quindici anni è andato su e giù per lo Stivale, trovando alterne fortune, unendo probabilmente due fra le realtà più differenti fra loro come Chievo Verona e Palermo. L'inizio però non è semplice, perché Amauri inizia a lavorare come operaio per aiutare la famiglia, salvo poi trovare un ingaggio in seconda serie brasiliana, ma anche una convocazione al Torneo di Viareggio del 2000, siglando anche una doppietta contro l'Empoli.
A crederci, dopo il Bellinzona, è il Parma. Nel frattempo Amauri aveva sostenuto (e fallito) un provino in Belgio, mentre viveva quasi da clandestino a Torino. Poi Napoli, Piacenza ed Empoli, senza grossi sussulti, mentre l'inizio vero è a Messina, dove in B colleziona 22 presenze e 4 gol, segno che sta crescendo anche fisicamente oltre che calcisticamente. Forse è il primo contatto per capire che fra i grandi ci può stare, finendo poi al Chievo Verona. Quattro gol il primo anno, due il secondo, ma l'esplosione è al terzo: undici, in doppia cifra, ma soprattutto una forza fisica che impressiona tutti quanti. I gialloblù arrivano in Champions, anche grazie a Calciopoli, e lui viene ceduto dopo la sconfitta contro il Levski Sofia nel preliminare.
Va a Palermo e l'impatto è spettacolare, prendendo il posto di Luca Toni. Poi però si fa male e non può dare continuità, siglando comunque otto reti. Rientra stabilmente l'anno successivo, dimostrando ancora una volta come possa essere utile. Non solo al club, ma anche alla Nazionale, un po' differente rispetto a quella attuale. 15 reti e la chiamata della Juventus, ambiziosa, del dopo Calciopoli. Qui fa benino al primo anno, un po' meno al secondo, finendo poi nel tritacarne nel 2010-11 dove non segna mai. Va al Parma e ricomincia a fare gol, ritorna alla Juventus ed è flop. Poi Fiorentina, Parma e infine Torino. E la Nazionale? Inizia un iter nel 2006 e finalmente, nel 2010, può giocare con la maglia azzurra. Una sola presenza, zero gol. Comunque un discreto centravanti. Oggi Amauri compie 43 anni.
A crederci, dopo il Bellinzona, è il Parma. Nel frattempo Amauri aveva sostenuto (e fallito) un provino in Belgio, mentre viveva quasi da clandestino a Torino. Poi Napoli, Piacenza ed Empoli, senza grossi sussulti, mentre l'inizio vero è a Messina, dove in B colleziona 22 presenze e 4 gol, segno che sta crescendo anche fisicamente oltre che calcisticamente. Forse è il primo contatto per capire che fra i grandi ci può stare, finendo poi al Chievo Verona. Quattro gol il primo anno, due il secondo, ma l'esplosione è al terzo: undici, in doppia cifra, ma soprattutto una forza fisica che impressiona tutti quanti. I gialloblù arrivano in Champions, anche grazie a Calciopoli, e lui viene ceduto dopo la sconfitta contro il Levski Sofia nel preliminare.
Va a Palermo e l'impatto è spettacolare, prendendo il posto di Luca Toni. Poi però si fa male e non può dare continuità, siglando comunque otto reti. Rientra stabilmente l'anno successivo, dimostrando ancora una volta come possa essere utile. Non solo al club, ma anche alla Nazionale, un po' differente rispetto a quella attuale. 15 reti e la chiamata della Juventus, ambiziosa, del dopo Calciopoli. Qui fa benino al primo anno, un po' meno al secondo, finendo poi nel tritacarne nel 2010-11 dove non segna mai. Va al Parma e ricomincia a fare gol, ritorna alla Juventus ed è flop. Poi Fiorentina, Parma e infine Torino. E la Nazionale? Inizia un iter nel 2006 e finalmente, nel 2010, può giocare con la maglia azzurra. Una sola presenza, zero gol. Comunque un discreto centravanti. Oggi Amauri compie 43 anni.
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