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Pescara, Plizzari: "Complicato lasciare il Milan, ma avevo bisogno di crearmi uno spazio"
È mercoledì, sono le 19, e arriva Sarah Castellana con Aperi C. La trasmissione YouTube di Lega Pro sul Campionato di Serie C NOW va in scena con un nuovo ospite d’eccezione: questa volta è il turno di Alessandro Plizzari, estremo difensore del Pescara Calcio cresciuto nel Milan. Il giovane portiere, classe 2000, ha difeso i pali degli abruzzesi in tutte e 28 le gare del girone B della Serie C NOW collezionando oltre duemilacinquecento minuti in campo. Del suo contributo alla causa Pescara, in piena zona playoff, del suo passato e delle sue ambizioni si è parlato ad Aperi C.
“Zeman mi ha lasciato tanto. Mi ha aiutato a comprendere l’importanza della fatica ed è grazie a lui se ho iniziato ad apprezzare tipologie di allenamento che prima non mi piacevano. Tutti noi vogliamo regalargli un grande finale di stagione e faremo del nostro meglio per lui, per i tifosi e per la società. C’è la possibilità di finire bene il campionato e vogliamo arrivare ai playoff nelle migliori condizioni” – così ha esordito in trasmissione l’estremo difensore del Pescara.
Poi, un tuffo nel suo passato: “Devo molto al Milan, è stata la mia seconda famiglia. Lì sono cresciuto a 360 gradi, sia come calciatore che come uomo. Sono stato allenato da due persone fantastiche, due professionisti straordinari, come Nelson Dida e Gigi Ragno. Stando a stretto contatto con campioni del calibro di Dida, Maignan e Tatarusanu ho avuto modo di vivere a pieno una realtà fantastica e molto difficile da raggiungere. Poi è arrivato il momento di staccarmi da quella che considero la mia “casa madre”. È stato complicato, ma avevo bisogno di fare nuove esperienze per creami uno spazio al di fuori del Milan”.
“Stavo rientrando da un infortunio e così chiesi a Dida di svolgere per una settimana i suoi stessi allenamenti. Dopo sette giorni, mi ritrovai con la febbre a 39 per l’eccessivo carico di lavoro. Questo fa capire come sia difficile e faticoso diventare un campione” – ha svelato Plizzari raccontando un aneddoto su quegli anni.
In ultimo, parlando dell’ambiente Pescara e del suo futuro: “Ho degli obiettivi che spero di raggiungere e ad oggi mi auguro di poter cambiare categoria con il Pescara. Qui sto bene, la città è fantastica e amo il mare e gli arrosticini. Non so dove mi vedo nei prossimi anni, ma vivo il calcio di settimana in settimana”.
“Zeman mi ha lasciato tanto. Mi ha aiutato a comprendere l’importanza della fatica ed è grazie a lui se ho iniziato ad apprezzare tipologie di allenamento che prima non mi piacevano. Tutti noi vogliamo regalargli un grande finale di stagione e faremo del nostro meglio per lui, per i tifosi e per la società. C’è la possibilità di finire bene il campionato e vogliamo arrivare ai playoff nelle migliori condizioni” – così ha esordito in trasmissione l’estremo difensore del Pescara.
Poi, un tuffo nel suo passato: “Devo molto al Milan, è stata la mia seconda famiglia. Lì sono cresciuto a 360 gradi, sia come calciatore che come uomo. Sono stato allenato da due persone fantastiche, due professionisti straordinari, come Nelson Dida e Gigi Ragno. Stando a stretto contatto con campioni del calibro di Dida, Maignan e Tatarusanu ho avuto modo di vivere a pieno una realtà fantastica e molto difficile da raggiungere. Poi è arrivato il momento di staccarmi da quella che considero la mia “casa madre”. È stato complicato, ma avevo bisogno di fare nuove esperienze per creami uno spazio al di fuori del Milan”.
“Stavo rientrando da un infortunio e così chiesi a Dida di svolgere per una settimana i suoi stessi allenamenti. Dopo sette giorni, mi ritrovai con la febbre a 39 per l’eccessivo carico di lavoro. Questo fa capire come sia difficile e faticoso diventare un campione” – ha svelato Plizzari raccontando un aneddoto su quegli anni.
In ultimo, parlando dell’ambiente Pescara e del suo futuro: “Ho degli obiettivi che spero di raggiungere e ad oggi mi auguro di poter cambiare categoria con il Pescara. Qui sto bene, la città è fantastica e amo il mare e gli arrosticini. Non so dove mi vedo nei prossimi anni, ma vivo il calcio di settimana in settimana”.
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