
Dopo Roma, altro addio fra le polemiche per Monchi. E l'Aston Villa ora rischia
In attesa dell'ufficialità, il destino di Monchi come direttore sportivo dell'Aston Villa è oramai segnato. Il dirigente spagnolo lascia il club di Birmingham dopo due stagioni in cui ha raccolto operazioni di mercato importanti e soprattutto uno storico piazzamento per la Champions League.
Il secondo anno però, quello che ha portato a questa estate, è coinciso con l'inizio dei problemi. La situazione finanziaria dell'Aston Villa non è delle migliori, col club che ha fatto una sorta di all in per riportare la squadra allenata da Unai Emery nel grande calcio d'Inghilterra e quindi del mondo, e gli ultimi mesi non hanno aiutato, portando i Villans incontro ad alcune violazioni dei paletti UEFA e delle regole della Premier League.
Lo scorso gennaio, Monchi così come tutto il board, ha spinto per provare a trovare la seconda qualificazione Champions consecutiva: sono da leggere così gli arrivi di Marco Asensio, Marcus Rashford, Malen e Disasi. Giocatori che avrebbero dovuto aiutare nel raggiungimento di almeno il 5° posto, ma che hanno appesantito monte ingaggi e spese dell'Aston Villa. Che alla fine, dopo una sanguinosa ultima giornata, si è piazzato al 6° posto qualificandosi "solo" all'Europa League. Finanziariamente un bagno di sangue per il club che aveva preventivato di appianare le ingenti uscite con i soldi provenienti dalla Champions. Da qui una campagna estiva in sordina, con cessioni per alleggerire il monte ingaggi e acquisti risicati. Scelta questa che non è piaciuta ai tifosi di Birmingham che hanno aspramente criticato il lavoro di Monchi fino all'ultima giornata, quando l'undici scelto da Unai Emery era composto per 9/11 da calciatori già presenti in rosa prima dell'arrivo del dirigente spagnolo (Guessand e Rogers gli unici arrivati durante il suo mandato).
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