Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendariScommessePronostici
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliaricomocremonesefiorentinagenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilannapoliparmapisaromasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenafrosinonelatinalivornonocerinapalermoperugiapescarapordenonepotenzaregginasalernitanasampdoriasassuoloturris
Altri canali mondiale per clubserie bserie cchampions leaguefantacalciopodcaststatistiche
tmw / roma / Serie A
Montella: "Stravedo per Yildiz, ma voglio anche i gol brutti. Celik? Uno così serve sempre"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
ieri alle 22:23Serie A
di Dimitri Conti

Montella: "Stravedo per Yildiz, ma voglio anche i gol brutti. Celik? Uno così serve sempre"

L'allenatore Vincenzo Montella, attuale commissario tecnico della Turchia, è stato ospite del podcast 'Viva El Futbol' su Twitch e ha toccato vari temi, soprattutto riguardanti alcune sue ex squadre. Ha per esempio raccontato un aneddoto risalente ai tempi in cui era attaccante della Roma, con protagonista l'allora compagno di spogliatoio Cassano: "Una notte facemmo uno scherzo al dottore: io finsi la febbre, lo chiamarono d’urgenza. Arrivò in camera in mutande, noi aprimmo il balcone e lo chiudemmo fuori. Faceva freddo. Capello passò nel corridoio, sentì rumori, entrò e trovò il dottore sul balcone in mutande… lo cacciò via furioso. Dopo due giorni siamo andati noi a spiegare che era uno scherzo, e lo “salvammo”". Quindi si sofferma in generale su cosa è stata la sua Roma: "Secondo me potevamo vincere altri due scudetti. Avevamo una squadra incredibile, gli altri erano in transizione.. Potevamo vincere ancora perché eravamo più forti, nel 2002 perdemmo per pochi punti". Nella Roma di adesso c'è invece Celik, suo calciatore in nazionale: "Perfetto per qualsiasi allenatore: professionale, affidabile, fa il suo compito ovunque giochi. In uno spogliatoio serve sempre". A proposito di protagonisti della Turchia, Montella ha dedicato qualche parola a Yildiz: "Io stravedo per lui e secondo me ha pure grande personalità. Un anno e mezzo fa io l'avevo chiamato perché avevo visto qualcosa quando giocava nell'Under 23 e dopo un po' m'ha stuzzicato, questo mi sembra forte forte, c'aveva 18 anni, 18 anni e mezzo. Lui è cresciuto in Germania, è molto preciso, professionale, lavora, qualsiasi cosa gli dici di fare fa, quindi è mentalizzato a voler diventare un campione in maniera definitiva e questo poi fa la differenza. Ha scelto di giocare per la Turchia e facemmo sta amichevole in Germania, Germania-Turchia, appunto, stadio strapieno, più della metà turchi e io dico questo lo voglio pesare, non aveva ancora giocato una partita titolare nella Juve, dico: lo voglio pesare. Ha fatto una partita strepitosa, ha fatto un gol, non so se ve lo ricordate, 1-1 è finita. Per me lui è completo, forte nello stretto, forte nel lungo, ti dribla all'interno e all'esterno. Secondo me avrebbe bisogno un po' più di qualità nella sua squadra per poterlo potenziare. Credo che giocherà 15 anni altissimo livello. Gli manca un po' di attacco alla porta, è migliorato ma se ci fate caso ancora la cattiveria non c'è, fa tutti gol belli. E solo quelli non bastano". Montella ha poi ricordato anche l'avventura da allenatore della Fiorentina: "Sono stati tre anni meravigliosi che forse non mi sono goduto appieno ma abbiamo fatto qualcosa di rivoluzionario per quel periodo. Come nasce? Io arrivo alla Fiorentina e non avevamo giocatori. Dopo il ritiro eravamo in pochissimi, poi arrivarono 18 calciatori. All'inizio Macia, che era bravissimo a trovarli, aveva preso Borja Valero e Gonzalo Rodriguez che erano retrocessi col Villarreal, poi aveva preso Mati Fernandez. Stavamo costruendo la squadra, però la società mi disse: “Guarda dobbiamo fare riinnamorare le persone che vengono allo stadio, dobbiamo giocare bene. Quindi prendemmo Aquilani, ci mancava un centrocampista basso. C'era la possibilità di avere Pizarro, mentre la società voleva un giocatore strutturato. Mi imposi e arrivò gli ultimi giorni di mercato, perché l'obiettivo era appunto quello di giocare bene. E' stato un azzardo, ma per quel contesto, per quel periodo in Italia era perfetto. Poi era una squadra che poteva passare dal 4-3-3 al 3-5-2 con una facilità incredibile. Un anno 70 punti, poi 68: c'era un entusiasmo incredibile. E un fenomeno come Rossi, che spettacolo. Peccato che ha sofferto, faceva fisioterapia per due ore al giorno".