Roma, il problema del gol esiste: in Europa tra le squadre da Champions segna meno di tutte
C’è un limite oltre il quale la solidità smette di essere una virtù sufficiente. In casa Roma quel confine sembra ormai vicino, perché l’efficienza difensiva non può continuare a compensare una produzione offensiva troppo povera. I numeri sono impietosi: come riferito dal Corriere della Sera, tra le squadre oggi virtualmente qualificate alla Champions nei cinque grandi campionati europei, la Roma è quella che segna meno. Sedici gol per 30 punti significano che ogni rete “vale” quasi due punti, un dato anomalo se confrontato con realtà come il Bayern Monaco, che viaggia su tutt’altra scala realizzativa.
La coperta è corta soprattutto davanti. È vero: dietro la Roma regge come nessun’altra, con appena otto reti incassate, meglio anche dell’Arsenal. Ma affidarsi solo alle parate di Mile Svilar o alla capacità di difendere un vantaggio minimo espone a rischi continui. Le cinque sconfitte in campionato lo dimostrano. Gian Piero Gasperini lo sa bene e, pur con il suo consueto pragmatismo, chiede rinforzi mirati: una prima punta e un esterno offensivo, purché di livello. Non una rivoluzione, ma innesti capaci di alzare la media-gol. Anche perché il calendario non aspetta: all’orizzonte ci sono Juventus, Genoa e Atalanta, snodi delicati da affrontare senza Evan Ndicka e Neil El Aynaoui, impegnati in Coppa d’Africa.
Il nome in cima alla lista è Joshua Zirkzee: conosce già la Serie A e ridurrebbe al minimo i tempi di adattamento. Perché difendere meglio di così è quasi impossibile. Segnare di più, invece, è diventato indispensabile.
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