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Ranieri: "Gasperini antipatico? Quando lo hai a tuo favore, le cose cambiano. I rinnovi di Pellegrini e Dybala? Dipendono dal campo"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
Oggi alle 17:13Primo piano
di Marco Campanella
per Vocegiallorossa.it

Ranieri: "Gasperini antipatico? Quando lo hai a tuo favore, le cose cambiano. I rinnovi di Pellegrini e Dybala? Dipendono dal campo"

Claudio Ranieri, senior advisor della Roma, ha rilasciato una lunga intervista a Sky Sport. Ecco le sue parole:

Prima di tutto, partiamo dal nome. Claudio Ranieri... come la chiamo? Sono un po’ in difficoltà: mister va bene?
“Mister va benissimo”.

Ci racconta un po’ questo nuovo ruolo: se le manca un po’ l’adrenalina del campo, se i consigli che lei dà ai Friedkin in qualche modo sostituiscono questo aspetto emotivo?
“Devo dire che negli ultimi anni della mia carriera sono stato spesso a casa fino alla chiamata. Soltanto con il secondo anno della Sampdoria e il secondo anno del Cagliari ho iniziato la preparazione. Se no, mi lasciavano a casa per l’estate e poi venivo chiamato (ride, ndr). Per cui ancora non percepisco quella mancanza, ma devo dire che ho fatto parecchie videocall in questo mese di mercato, sono stato molto attivo. Certo, poi quando vedi le partite ti piacerebbe stare lì, però io credo che ci sia un’età per tutto. Questa è la mia età di stare fuori, vedere e aiutare gli altri”.

Ha parlato di mercato: sfrutto questo assist che mi ha dato. Ci sono alcuni aspetti un po’ complicati da capire, mister, perché c’è un quadriennio da completare nel rapporto con l’UEFA nel 2026. Che cosa succede il 30 giugno 2026? Che tipo di risposta dovrete dare alla Federazione Europea?
“Dovremo stare in regola con i conti. Vediamo come va il campionato, vediamo come ci classificheremo, che percorso faremo in Europa League. Sono tutte entrate che porteranno dei valori aggiunti. Poi dopo al limite ci sarà da vendere qualcuno, perché non possiamo permetterci di prendere il cartellino rosso. Lo scenario è questo: se benauguratamente arrivassimo in Champions League, con il cartellino rosso non la potremmo disputare. Dobbiamo tenere i conti veramente a posto”.

Allora prendo proprio spunto da questo elemento che ha tirato fuori. Si fa fatica un pochino a trovare la sintesi tra questo che ci ha ricordato e un’operazione che sembrava fattibile, come quella di Sancho, che era molto molto costosa. Se bisogna rivolgersi all’UEFA con questo equilibrio, com’era ipotizzabile una trattativa così ingombrante dal punto di vista economico?
“Economicamente era molto, molto pesante, però i Friedkin pur di accontentare l’allenatore l’avrebbero fatta. Certo, ci sarebbe stato da vendere qualcuno: finché non fosse uscito un pezzo pregiato non avremmo potuto farla. Ma quel pezzo pregiato non credo che si sarebbe mai venduto, perché i giocatori di valore noi vogliamo tenerli. Più in generale, abbiamo inserito dei giovani, sperando che con il nuovo allenatore vengano valorizzati al massimo. Perché se fosse necessario dovremmo eventualmente vendere e rientrare nei parametri di questo Fair Play Finanziario”.

Quali caratteristiche devono avere i giocatori sui quali investite?
“Sicuramente forti, perché siamo la Roma, e giovani ma già con qualche speranza in più. Ripeto, siamo la Roma, non una squadra che non ambisce a entrare nelle coppe. Servono giocatori di belle speranze e per questo è stato scelto dai Friedkin un allenatore che ha nel suo pedigree questa qualità: quella di scoprire, tirar fuori il meglio da ogni giocatore. Ci aspettiamo questo”.

Che tipo di vicinanza c’è da parte della proprietà verso la squadra e la dirigenza?
“Totale. Io non so quante videocall, chiamate, messaggi ho fatto giorno dopo giorno. Se non mi si vede è perché non voglio: non devo né voglio apparire. Ci sono l’allenatore, i giocatori… sono loro che devono essere messi in mostra. Io sto dietro le quinte e cerco di aiutare nel mio piccolo quello che posso fare. Lo faccio veramente con tutto il cuore per la Roma”.

Conosce benissimo l’ambiente, il territorio tutto della Roma… che valutazione dà di questo primo approccio di Gasperini a Roma?
“Ottimo, ma ne ero sicuro. Quando abbiamo fatto una lista e i Friedkin hanno scelto Gasperini, eravamo sicuri di lui. Si parlava di antipatia, ma io ho detto che per me era ancora di più dell’antipatia: era qualcosa oltre, di un avversario veramente molto difficile da affrontare. Però poi quando ce l’hai a tuo favore le cose cambiano. È un allenatore che pretende, esige il massimo da sé stesso prima di tutti e poi dagli altri: per cui questo ci voleva per la piazza di Roma. Io ne sono super convinto e sono super convinto che farà un grandissimo campionato”.

Il nuovo gruppo di lavoro sarà chiamato anche a gestire due situazioni di due giocatori di altissimo livello, che hanno dei contratti che economicamente sono abbastanza impegnativi. Parliamo di Pellegrini e Dybala: scadenze diverse, ma argomenti da affrontare. Allenatore e direttore sportivo su Pellegrini hanno già comunicato una decisione. Qual è la sua idea? E su Dybala: si comincerà a parlare di futuro prima o poi?
“Io credo che tutto dipenderà da questo campionato in corso. L’allenatore vuol sempre vincere, per cui metterà in campo giocatori che reputa che possano far vincere la Roma in quella determinata partita. Ricordiamoci l’Atalanta: gli attaccanti li cambia e li varia spesso proprio perché chiede loro quel surplus di pressing e di determinazione. Dipende da quello che faranno non solo loro: tutti i giocatori devono dare il meglio e poi durante l’anno si deciderà”.

Però loro hanno situazioni contrattuali un po’ più impegnative rispetto agli altri, quindi anche il contenuto economico sarà un valore.
“Sì, certo, ma tutto dovrà essere proporzionato al Fair Play Finanziario e a quello che possono dare. Noi vorremmo che dessero il 100% ad ogni partita, che fossero i giocatori-faro di ogni partita. Se sarà così, sicuramente ci sarà da pensare e vedere bene tutto”.

Questa è una società che ha messo dentro profili diversi: Massara come DS, Gasperini allenatore, lei in questo nuovo ruolo. Che sinergia c’è tra voi, che condivisione?
“Totale, ripeto: con i Friedkin ci siamo confrontati più volte. Certo ci possono essere non dico dei contrasti, ma delle opinioni diverse e proprio per questo si fa un brainstorming: si pensa, si parla, si sviscerano tutte le problematiche che ci sono e poi i proprietari decidono”.

Che messaggio si sente di lasciare ai tifosi?
“Quello che ho detto: mi faccio da parte perché abbiamo bisogno di un nuovo allenatore, il quale deve avere un anno a disposizione per programmare, gettare le fondamenta della Roma del futuro. È vero, lo so che è stato detto mille volte, però ho fatto questo proprio per il bene della Roma: abbiamo fatto un ottimo campionato l’anno scorso, ma va cambiato il modo di operare. Ecco perché è stato preso un allenatore valido, anzi super valido come Gasperini”.

L’obiettivo rimane il ritorno in Champions dopo sette anni?
“L’obiettivo è quello di creare delle fondamenta solide. Se poi si arriverà in Champions League è tanto di guadagnato, ma io dico che l’obiettivo è quello di trovare il massimo in ogni partita. Noi non possiamo dire ai nostri tifosi che promettiamo tante cose. Noi promettiamo che ogni partita, sia di campionato, di Coppa Italia, di Europa League, la Roma darà il massimo. Ne sono convinto”.

La grande forza di questo momento della Roma dei Friedkin sembra questo gruppo di lavoro. Idee chiare, giocatori giovani, quasi tutti di proprietà. Come ha detto lei: c’è stato anche qualche momento con opinioni diverse. Ma a tal punto da arrivare a minacciare delle dimissioni? Le risulta?
“No, che io sappia no. E se non lo so io, credo che non ci siano mai state, perché non mi è mai giunta all’orecchio una cosa del genere”.

Abbiamo parlato tanto di giovani, chiuderei con un giovane che è un po’ l’emblema in questo momento dello sport italiano e mi riferisco a Jannik Sinner. Le chiedo, da uomo di sport, quali emozioni prova a vedere questo ragazzo giocare sempre in palcoscenici così grandi?
“Sicuramente è uno stimolo per tutti quanti. Non solo per il calcio, Vedere una persona arrivare sul tetto del mondo non da predestinato, ma con il duro lavoro, con la tenacia, con la forza di volontà è di grande ispirazione. A New York non è stata la sua giornata, ma io credo che quei due ragazzi, Sinner e Alcaraz, ci faranno vivere dei momenti meravigliosi. E poi chi sarà più in forma vincerà. Però vorrei spendere altre due parole per le ragazze del volley, che hanno fatto una cosa meravigliosa: anche loro hanno dato tutto e nel momento topico hanno tirato fuori quel qualcosa in più, quell’unione arrivata grazie a Velasco. E poi vorrei dare il mio grosso in bocca al lupo agli uomini del volley, che andranno a lottare per il Mondiale”.