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Cambio Campo - Lorini: "Il Parma è in costruzione, all’Olimpico fatica sempre. La Roma? Non mi aspettavo questo inizio di stagione"TUTTO mercato WEB
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Oggi alle 07:00Primo piano
di Marco Campanella
per Vocegiallorossa.it
fonte Redazione Vocegiallorossa - Marco Campanella

Cambio Campo - Lorini: "Il Parma è in costruzione, all’Olimpico fatica sempre. La Roma? Non mi aspettavo questo inizio di stagione"

Torna l'appuntamento con "Cambio Campo", la rubrica di Vocegiallorossa.it nella quale, prima di ogni partita della Roma, vi proponiamo un'intervista ad un giornalista che segue la squadra avversaria.

L’ospite di oggi è Simone Lorini, giornalista di TUTTOmercatoWEB.com, con il quale abbiamo parlato di Roma-Parma.

Puoi spiegare ai tifosi della Roma, quali sono i principi tattici e i giocatori chiave del Parma di Carlos Cuesta? 
"Non è semplicissimo spiegare i principi tattici, perché – come ha giustamente fatto notare lui stesso nella conferenza stampa pre-Como – sta procedendo per gradi, in modo molto lento. In un primo momento ha puntato tutto sulla costruzione di un gruppo affiatato, di una squadra che si senta davvero tale: una famiglia, come dicono spesso anche i calciatori. E, in effetti, sotto questo aspetto c’è riuscito, perché la squadra oggi appare unita come non accadeva da diversi anni. Successivamente ha lavorato con forza sui principi difensivi, riuscendo a blindare la retroguardia. Se si guarda alle statistiche, infatti, il Parma – tra le squadre in lotta per la salvezza – ha nettamente la miglior difesa del gruppo, la quinta o sesta dell’intera Serie A: un dato fuori scala per una formazione che, dichiaratamente, ha come obiettivo la permanenza nella massima categoria. Per quanto riguarda invece i principi tattici legati alla costruzione dell’azione, non se ne sono ancora visti in modo definito. Certamente, la perdita di Valeri – il giocatore più pericoloso dal punto di vista degli assist – ha rallentato questo processo di crescita offensiva. In queste prime otto giornate Cuesta ha cambiato pochissimo: non ha testato due squadre diverse, ma ha scelto di dare continuità al suo undici tipo. Ci sono alcuni uomini chiave a cui non rinuncia praticamente mai. Pellegrino è uno di questi, così come Bernabé, giocatore fondamentale per equilibrio e qualità. Circati è un altro punto fermo della retroguardia, mentre Suzuki è ormai un titolare fisso sulla corsia. A centrocampo Keita e Bernabé rappresentano le certezze assolute, mentre nelle ultime settimane l’allenatore ha rispolverato Esteves e Cutrone. Proprio Cutrone merita una menzione particolare: inizialmente sembrava destinato a essere l’alternativa di Pellegrino in un ipotetico 4-3-3, ma Cuesta lo impiega con grande frequenza, anche in ruoli insoliti per le sue caratteristiche, come quello di esterno d’attacco. Un segnale di fiducia totale, ricambiata dal giocatore con prestazioni generose e, soprattutto, con il gol pesante segnato all’Atalanta, proprio all’esordio stagionale al Tardini. Cutrone, oggi, è a tutti gli effetti uno degli uomini cardine del Parma". 

Il Parma è attualmente 15º in classifica a 7 punti. Ti aspettavi forse qualcosa di più dai crociati in questo avvio di stagione? 
"Era difficile fare previsioni. Personalmente non mi ero fissato un obiettivo di punti dopo otto giornate, anche perché il gruppo è stato profondamente rinnovato: sono partiti tre giocatori cardine come Leoni, Sohm e Bonny, ma anche Man e Mihaila. Pur non essendo stati titolarissimi nella scorsa stagione, ai nastri di partenza erano considerati elementi centrali del progetto, quindi la squadra ha dovuto ricostruirsi quasi da zero. A questo si aggiunge il fatto che in panchina c’è un allenatore alla sua prima esperienza professionistica, del quale non si conoscevano né le idee di gioco né il modulo di riferimento. Tanti fattori di incertezza, dunque, che rendevano impossibile fissare obiettivi precisi. Certo, mi sarei aspettato di vedere qualcosa in più sul piano del gioco, ma come ha spiegato bene Cuesta, in questa fase i principi offensivi e la costruzione dell’azione sono stati messi in secondo piano per dare priorità alla creazione del gruppo e al consolidamento della fase difensiva. Da questo punto di vista, i risultati gli danno ragione: nelle ultime due partite il Parma ha ottenuto due 0-0, segno che la missione di solidità e compattezza, almeno per ora, può dirsi raggiunta". 

Nelle prime otto giornate, il Parma ha fatto soltanto tre gol. Come ti spieghi questa difficoltà offensiva? Quanto, secondo te, può aver inciso la cessione di Bonny all’Inter in estate? 
"Secondo me, l’assenza di Bonny non ha inciso particolarmente sulle difficoltà offensive del Parma, perché non si tratta di un centravanti d’area o di un vero cannoniere, sebbene abbia iniziato molto bene la sua avventura all’Inter. È un giocatore che, pur importante, non condizionava in modo decisivo il gioco della squadra, al contrario di quanto accade oggi con Pellegrino. Quest’ultimo, infatti, è un attaccante che va servito con palloni di un certo tipo e che, a mio avviso, non ha ancora espresso pienamente il proprio potenziale: i due gol messi a segno finora, entrambi nella stessa partita, dimostrano che al momento non è un bomber su cui il Parma possa fare completo affidamento. Questo, però, non significa che non sia un giocatore di valore: lo è, e anche di livello elevato per una squadra come il Parma. Tuttavia, come accennato nelle risposte precedenti, i principi offensivi non sono mai stati la priorità in questa prima fase del progetto di Cuesta. È chiaro che non mi sarei mai aspettato di commentare una squadra capace di segnare appena tre gol in otto giornate: è un dato che conosce bene anche l’allenatore, il quale nella conferenza stampa pre-Como ha spiegato come, d’ora in avanti, l’obiettivo sarà migliorare la manovra offensiva. Qualche segnale si è già visto contro il Como, con una traversa clamorosa e due-tre occasioni nitide. Inoltre, il rientro di Valeri potrebbe accelerare questo processo di crescita, anche se è evidente che il Parma non può limitarsi a dipendere dai suoi cross: sarebbe troppo semplice, altrimenti, per gli avversari trovare le contromisure".

In questa stagione, il Parma ha fermato l’Atalanta e, più recentemente, il Como. Cosa ti aspetti dalla squadra di Cuesta all’Olimpico? È possibile fare risultato in casa della Roma? 
"Per quanto riguarda la partita contro la Roma, non mi aspetto nulla di particolare: il Parma ha una tradizione all’Olimpico che definire negativa sarebbe riduttivo. Personalmente considero quasi scontata la sconfitta, quindi tutto ciò che dovesse arrivare di positivo sarebbe solo un guadagno. Le statistiche, per quanto relative, parlano chiaro: la costanza con cui il Parma colleziona brutte figure a Roma – spesso anche con risultati pesanti – fa pensare che questa sfida venga affrontata con una certa difficoltà psicologica. Detto questo, ho seguito attentamente la Roma nelle ultime settimane, anche lavorando in redazione sulla sua partita di Europa League, e ho visto una squadra in evidente difficoltà in quella circostanza. In campionato, però, si è prontamente riscattata contro il Sassuolo, mostrando una reazione importante. Mi aspetto dunque una partita piuttosto equilibrata, almeno finché il risultato resterà in bilico. Se la Roma dovesse sbloccarla nei primi minuti, diventerebbe complicato per il Parma contenere le ondate offensive della squadra di Gasperini, che pure non è tra le più prolifiche del campionato – segna poco, ma comunque più del Parma". 

A proposito dell’Olimpico, la Roma sembra star evidenziando qualche problematica nelle gare casalinghe, con quattro sconfitte nelle prime sei partite. Pensi che questo possa essere un fattore positivo per il Parma? 
"Il fattore casalingo della Roma è piuttosto misterioso. Ho visto la partita contro il Torino e, pur non avendo giocato una grande gara, non avrebbe meritato la sconfitta: soprattutto nella ripresa, ricordo un vero e proprio assedio alla porta avversaria. Diverso, invece, il discorso per la sfida di Europa League contro il Viktoria Plzen, dove ho visto una squadra sulle gambe, poco motivata. Forse, anche inconsciamente, l’Europa League non rappresenta la priorità assoluta per i giallorossi, ma la sensazione è stata quella di una Roma sottotono. Molto dipenderà, dunque, da quale versione della Roma il Parma si troverà ad affrontare. Credo che la formazione di Cuesta sarà molto simile a quella vista contro il Como: compatta, attenta a non concedere spazi e pronta a colpire in ripartenza o su palla inattiva. Le armi del Parma sono queste e cercherà di sfruttarle al meglio. Bisognerà capire se la Roma scenderà in campo con l’intensità vista contro il Sassuolo o con la passività mostrata in Europa. In questo senso, la statistica sulle difficoltà casalinghe della squadra di Gasperini può far ben sperare i tifosi gialloblù". 

La Roma arriva a questa gara dalla vittoria contro il Sassuolo e da prima in classifica. Ti aspettavi questo avvio di stagione da parte della squadra di Gasperini?
"L’avvio di stagione della Roma, devo ammetterlo, non me lo aspettavo. Il gioco di Gasperini non è semplice da assimilare e, secondo me, la squadra è ancora in piena fase di apprendimento delle sue nozioni tattiche. Sarebbe davvero insolito vedere una Roma di Gasperini continuare a vincere solo 1-0, perché il suo calcio, per natura, tende a essere più intenso e offensivo. Nonostante questo, i risultati sono arrivati e stanno premiando il lavoro iniziale. Probabilmente la Roma sta anche beneficiando dell’equilibrio generale che caratterizza questa Serie A: la classifica è molto corta, sia nelle zone alte che in quelle centrali e basse. Ci sono già squadre come Inter e Juventus che hanno perso due o tre partite, situazioni che solitamente si vedono più avanti nella stagione. In definitiva, la sensazione è che la Roma, proprio come il Parma, sia ancora in piena fase di costruzione: un gruppo che sta cercando la propria identità definitiva, ma che nel frattempo riesce comunque a ottenere risultati importanti".