Conferenza stampa - Gasperini: "Wesley? Non credo lo rischieremo. Ho un po' penalizzato Pisilli, ma meriterebbe di giocare di più e non voglio fermarlo"
Domenica 7 dicembre alle ore 15:00 la Roma sarà di scena all’Unipol Domus di Cagliari per la 14ª giornata di Serie A. Oggi, alle ore 13:30, il tecnico giallorosso Gian Piero Gasperini ha tenuto la consueta conferenza stampa della vigilia. Vocegiallorossa.it vi ha riportato in diretta le sue dichiarazioni.
Le chiedo, come sempre, un po' di aggiornamenti perché è stata una settimana di lavoro. In che condizioni si trovano due o tre giocatori? In primis Angelino, che è tornato ieri ad allenarsi: che valutazione fa su di lui in prospettiva? E poi le condizioni di Dybala e Ferguson.
«Allora, Angelino ha avuto questo problema, sono passati due mesi, sono veramente tanti. Però non posso fare una previsione perché questo non è stato un problema né muscolare né articolare, quindi è stato fermato. Adesso, ieri evidentemente gli esami sono andati bene, ieri è stato rimesso con la squadra e ha ricominciato ad allenarsi. Devo dire che in questo periodo, soprattutto nelle ultime settimane, si è allenato individualmente ma abbastanza bene, quindi penso che sia più una situazione dettata dai medici, quando daranno il placet per poter essere utilizzato. Il resto non è stata una settimana semplice, perché abbiamo avuto un po' troppi acciacchi, influenze e cose varie che hanno toccato un po’ troppo i giocatori, tipo Koné e El Ayanoui, che dobbiamo ancora valutare oggi. Wesley, che probabilmente, non credo, rischieremo domani, però vediamo oggi pomeriggio. Poi ci sono state le influenze di Badanzi, Dybala… insomma è stata una settimana non come speravo. Però, poi tutto il resto invece sono degli highlander e questi non mollano mai, sono sempre belli presenti. Oggi cercherò di portare tutti comunque, però poi dopo la valutazione su chi gioca domani, visto che abbiamo anche poi giovedì una partita a Glasgow e poi lunedì con il Como, insomma abbiamo tre partite in una settimana, quindi possiamo valutare meglio».
Ci saranno 10 partite in 40 giorni, quindi la Roma giocherà praticamente una partita ogni 4 giorni. C’è la Coppa d’Africa che vi priverà di due titolari, ci sono questi acciacchi. Le chiedo se si sente di avere la rosa a disposizione per affrontare tre competizioni, considerando anche la Coppa Italia, e se in quei giocatori che hanno giocato meno vede la fame di voler scalare le gerarchie.
«No, la rosa numericamente è sufficiente in questo momento. Sono tutti acciacchi di qualche giorno. L’unico infortunato in questo momento che è fuori è Dovbyk, quindi la rosa in questo momento è al completo. Poi, c’è sempre qualche situazione, magari qualcuno sta meglio di altri. Anche Dovbyk è sulla via della guarigione. Numericamente è sicuramente una rosa completa. Quei giocatori che hanno giocato meno, però, stanno dando tutte delle belle risposte. Per cominciare non solo da Ghilardi, ma lo stesso Ziolkowski, lo stesso Baldanzi, lo stesso Pisilli, che sono i giocatori più giovani e italiani. Sono molto contento di loro, sicuramente avranno sempre più spazio. No, numericamente la rosa è in grado di affrontare quello che deve fare e continuare ad avere un rendimento molto alto in quel nucleo molto forte che è stato fino adesso. Invece dobbiamo alzare il rendimento su alcuni giocatori, soprattutto in attacco, che hanno avuto poca presenza, poca incisività e continuità fino adesso. Da Dovbyk, a Ferguson, a Bailey a Dybala. Per motivi diversi, è chiaro, sono quattro giocatori molto importanti che, se riusciamo ad avere un po’ più di rendimento e di continuità, soprattutto, ci daranno sicuramente un ulteriore margine per fare anche meglio».
Lei ci ha spiegato e poi ci ha fatto vedere anche in campo come si può giocare senza un centroavanti di peso. Ha intrapreso quella strada con Dybala, poi Baldanzi, e poi con il Napoli abbiamo rivisto Ferguson. Come spiega questa scelta, questo ritorno all'inizio?
«Come ho già detto dall'inizio, il problema di Dybala è solo che stia bene e possa giocare. Altrimenti non può giocare né lì, né da altre parti. Se sta bene, il problema è che ha fatto quella serie di partite fino a Milano, che sono state anche molto positive, ma sono state 3 o 4, e poi dopo c’è stato questo stop. Quindi, su Dybala, riguarda solo la possibilità di poterlo avere al meglio. Questa settimana è rimasto fuori, fino ad oggi farà il primo allenamento con la squadra, è stato fuori per questa influenza di cui è stato colpito. È rientrato ieri facendo un po’ di differenziato, oggi si allena con la squadra è chiaro che Dybala è un giocatore molto forte. Però dobbiamo cercare di avere la continuità. Magari l’ha avuta a sprazzi, e in questo periodo non l’abbiamo avuta. L’abbiamo avuta solo fino a Milano, e si vedono anche i risultati. In realtà può giocare in tanti modi, in base alle caratteristiche che hai. Ha fatto bene Baldanzi a Cremona e anche domenica con Napoli. Ha avuto un’occasione che si è costruita, la più pericolosa. È un ragazzo che dà delle belle risposte e poi non ha propriamente il suo ruolo, lo sappiamo. Abbiamo avuto fuori Ferguson, abbiamo avuto fuori Dovbyk. Dybala ha ricoperto quel ruolo, ma poi, in un certo punto, è venuto a mancare. L’ha fatto molto bene, e tra tutti l’ha fatto anche bene. Per giocare con lui come centravanti devi giocare in un certo modo. Se ci gioca Ferguson o Dovbyk, ci sono altre caratteristiche. Ma questo, per me, questo è il bello del calcio».
Prima informazione quasi di servizio: El Aynaoui e Ndicka saranno disponibili per Roma-Como? Oppure no?
«Eh, su questo non ho ancora certezza».
Le vorrei chiedere cosa cerca, cosa vuole da Baldanzi e Dybala, che sono giocatori con caratteristiche diverse da Dovbyk e Ferguson, quando giocano lì. È chiaro, lei ha detto, la Roma è diversa, bisogna fare cose diverse. Se mi può spiegare che tipo di lavoro diverso cerca dall'attacco, chiamiamolo "leggero".
«Nel momento in cui ti vengono a mancare contemporaneamente Ferguson e Dovbyk, vai a cercare, nella rosa che hai, l’adattamento migliore. Quindi cosa vai a cercare? Vai a cercare la rapidità, la tecnica, i triangoli, la palla terra. Se pensi anche al gol che è stato annullato a Pellegrini a Cremona, Baldanzi ha fatto una giocata... È chiaro che con quelle caratteristiche vai a cercare di mettere al meglio le caratteristiche di quei giocatori. Se ne hai altri, con altre caratteristiche, cerchi di sfruttare quelle che sono le caratteristiche migliori. Però, nella nostra rosa, in questo momento, se mancano quei due giocatori, è chiaro che quelle che hanno la caratteristica migliore, secondo me, anche rispetto a Soulé oppure a Pellegrini, vanno a fare quel ruolo. Non che loro non lo possano fare. Lo può fare chiunque con le proprie caratteristiche».
Di Bailey hai parlato proprio dopo il Napoli dicendo che non può essere questo, dobbiamo recuperarlo. Fino a questo momento è sembrato un po' un corpo estraneo. Chiaramente è stato assente tanto anche per problematiche fisiche, ma è solo un problema di adattamento, di lavoro con la squadra, oppure c'è altro? E poi l'abbiamo visto quasi sempre a destra, ma può giocare anche dall’altra parte. Che tipo di giocatore lei ha visto fino a questo momento? Può alzare il livello, oppure ancora no?
«Lui è stato fuori tre mesi, tre mesi sono tantissimi. Ha avuto un infortunio, non chirurgico, ma un infortunio che l'ha tenuto fuori per due mesi. Due mesi sono tanti, quindi subito dopo è rimasto quasi un altro mese fuori. È chiaro che nel frattempo gli altri vanno avanti, vanno forti. È in un gruppo che viaggia, che è sempre presente, sempre compatto, sempre bello reattivo negli allenamenti e nelle partite. Non è facile poi dover recuperare, dover inseguire, soprattutto in un periodo come dicembre, novembre-dicembre, dove tutti vanno. Tutte le squadre ormai non hanno più quei cali asfissianti, i ritmi sono forti. Tu hai perso strada e devi rimetterti velocemente in carreggiata per recuperarla. È quello che stiamo cercando di fare, sperando che lui possa avere la continuità e la presenza negli allenamenti. Ora non può averla è tre mesi che è fuori, è difficile. Deve rientrare in condizione, iniziare ad allenarsi regolarmente, dare un po’ di continuità agli allenamenti. Sono la prima settimana o due settimane che si allena con regolarità, vedremo. Però c’è anche tutto il resto. È chiaro che è un giocatore su cui ci puntiamo. Lui, come quelli che ho nominato prima, Baldanzi, Ferguson, Dovbyk, sono giocatori che ci auguriamo possano dare. Perché se loro girano e hanno continuità, riusciremo a essere anche più competitivi».
Un allenatore quando sceglie un capitano, così molte volte funziona, è perché ha bisogno di identificare anche un leader in campo. Lei ha sempre detto che ha fatto una scelta differente, basandosi sul numero di presenze dei giocatori. Quindi, abbiamo visto alternarsi Cristante e Mancini. Però mi chiedo, all’interno del suo gruppo, lei avrà dei giocatori di riferimento, anche da questo punto di vista. Sono giocatori che magari, appunto, ne ha sottolineato quelli che si sono allenati un po’ meno, ma che comunque tengono sempre sotto gli “highlander”. Vuole citarne qualcuno per capire, insomma, quali sono anche i suoi riferimenti nello spogliatoio?
«Mi fido veramente di tutti. Questo allo spogliatoio è un aspetto straordinario. A partire da Svilar, posso dire anche degli altri portieri che non stanno giocando. Tutta la difesa, Ndicka è un leader, Hermoso è un leader, Mancini è un leader. Ghilardi e Ziolkowski sono due giovani che non hanno saltato un minuto d'allenamento e per loro è stato anche faticoso all’inizio. Sono molto contento per Ghilardi che ha fatto quella prestazione, perché vuol dire che, quando uno fa, riesce a fare pure una prestazione, ma vuol dire che è in grado di poterla fare. Sarà così anche per Ziolkowski, che è un ottimo ragazzo, non so quale sarà il suo tempo, ma sono tutti ragazzi a posto. Vale per il resto dei ruoli, c’è il centrocampista, vale per gli esterni Wesley e Celik, ma anche tutti gli altri, Rensch, che c'è sempre, Tsimikas con le sue difficoltà, ma c'è sempre, Pellegrini, straordinario, Soulé, straordinario. Abbiamo avuto qualche defezione in quei giocatori che per lungo tempo, poi gli altri possono avere qualche giorno che succede, giocando a calcio tante partite, succede. Questi purtroppo hanno avuto defezioni molto lunghe nello stesso reparto e, nonostante questo, la Roma, in virtù proprio di questi ragazzi, ha fatto fino adesso un ottimo percorso e abbiamo tutta l’intenzione di continuare a farlo. Pisilli è un altro ragazzo straordinario e che sta facendo molto bene. L'ho un po' penalizzato, ma è un giocatore forte. Lui giustamente meriterebbe magari di giocare di più e io non voglio fermarlo, ma se c'è la possibilità di giocare nella Roma sarebbe la cosa migliore. È normale che lui ambisca a giocare di più, ma lo sta facendo con grande professionalità ed è sempre lì pronto. Si è visto Baldanzi, che poi ha avuto la possibilità di giocare e ha fatto bene. La forza della Roma in questo momento è questo gruppo. In questo gruppo i giocatori hanno una mentalità veramente straordinaria».
Pisilli è una risorsa o si aspetta un colpo dal mercato?
«Sì, direi sì, direi assolutamente, ma anche per quello che ho visto in allenamento merita tutto questo. Io ho insistito molto su quel centrocampo perché stava facendo molto bene e all'inizio c'era El Aynaoui da inserire, ho forzato un po' di più su di lui e ha dato delle risposte molto forti, e poi ha trovato tre highlander che gli hanno concesso poco spazio. Però io sono molto convinto che bisogna, come ho detto prima, piuttosto che creare un problema è meglio che lui giochi, però mi piacerebbe potesse giocare qui».
Su Palestra, visto che lui l'ha avuto anche a Bergamo, e poi l'eventuale assenza di Mina può cambiare le scelte in attacco della Roma?
«No, non cambia questo. Noi cercheremo di mettere in campo la formazione migliore. Palestra sta facendo cose forti, è un altro di cui i ragazzi, anche se lui è del 2005, hanno visto giocare per l'Atalanta da anni, da quando aveva 17 anni. L’anno scorso sembrava poter saltare dei passaggi, aveva fatto un buon campionato con l’U23. Quest’anno ha voluto trovare spazio a Cagliari e lo sta facendo con grande valore, ma è un giocatore su cui si punta da tempo. Anche lui era spesso chiuso da tanti giocatori in quel ruolo, c’era Bellanova e Zappacosta c’erano diversi giocatori in quel ruolo, e la dimostrazione è che i giovani possono giocare, quando giocano migliorano. Però non è facile per squadre che giocano per obiettivi importanti: o fai una scelta dichiarata con la società e punti decisamente sulla valorizzazione, sapendo che puoi perdere qualcosa, ma nell’immediato non hai riscontri futuri, però ci sono sempre dei punti interrogativi. Devi puntare su questo, altrimenti se imponi davanti giocatori solidi e comunque bravi, per i giovani è spesso difficile trovare spazio in una squadra con meno ambizioni. Poi devi cercare di farlo tutto».
Come ha trovato Arena al ritorno dall'ottimo Mondiale che ha disputato e se ci potrebbe essere la possibilità di vederlo tra i convocati per la gara di domani?
«Sì, per domani i convocati. Qui scendiamo con l'età, però i passaggi sono poi gli stessi. Quello che ho sempre trovato producente è avere una rosa di 17 giocatori e poi avere dei giovani dietro da buttare dentro. Queste sono tutte situazioni che devi creare in anticipo e poi dopo dare spazio, magari se hai un settore giovanile come Roma o Atalanta. Ma mi accorgo che man mano che sali di ambizione e che pensi a risultati molto più alti, questo discorso diventa difficilissimo da fare in Italia. Sì, è uno dei ragazzi, però sta giocando in Primavera, calma».
Siamo ormai a dicembre inoltrato, quindi penso, almeno dal mio punto di vista, che si possano tirare le somme sull'andamento di Ferguson, visto che è un giocatore che poi è in prestito con una situazione particolare in vista della prossima estate. Si sta parlando in questi giorni della possibilità che lui possa tornare al Brighton in maniera anticipata. Io le chiedo come si pone lei davanti a questa eventualità.
«Non posso impedire che se ne parli, ma io ne parlerò a gennaio con la società. In questo periodo succede sempre che si parli di tanti giocatori, poi magari uno entra, fa due gol e cambia l’onda, oppure fa due o tre partite di livello e cambiano tutti i giudizi. Io credo che quello che sarà adesso è troppo presto, come avete accennato voi, ci sono tantissime partite che possono cambiare completamente le strategie e le idee».
Possiamo dire che Pellegrini sta diventando un uomo di Gasperini?
«No, è un uomo della Roma, è un giocatore forte. Un giocatore molto solido sia come giocatore, che sicuramente è un valore, ma questo l'avete sempre saputo. È un giocatore giovane che ha 29 anni, un giocatore sano, sempre presente, allena benissimo, è un ottimo ragazzo, fa parte di tutto quel gruppo di capitani molto attaccati alla squadra, alla stagione, alla prestazione della squadra».






