
Milan, un copia e incolla che stanca: perchè elogiare Valentini? Raffaele, mister che va sostenuto senza pregiudizi
La conferenza stampa odierna sembrava una sorta di copia e incolla di quelle precedenti. Quanti allenatori e direttori sportivi si sono avvicendati su quella scrivania al fianco di Milan? Non ce ne voglia l'amministratore delegato, ma abbiamo ascoltato praticamente sempre le stesse cose. Voglia di rivincita, ripartire con entusiasmo, l'attaccamento del dottor Iervolino, una piazza che merita di più e via con tanti luoghi comuni, come se niente fosse accaduto o come se si stesse parlando di una normale sconfitta in campionato.
Ma questi signori hanno capito che hanno preso la Salernitana in serie A, con un bilancio in attivo, introiti milionari, un parco giocatori importante e una piazza carica d'entusiasmo e oggi si ritrovano in C? Il ringraziamento a Valentini ha rappresentato la ciliegina sulla torta. Ma come si può elogiare un dirigente che, nelle sue interviste, non ha fatto altro che vantarsi e paragonare la sua media punti a quella dei predecessori senza dare conto dei flop Cerri, Raimondo, Guasone, Girelli e Caligara? Per non parlare della difesa a spada tratta di Breda, allenatore che aveva mostrato enormi lacune già nella gara di Pisa e che, sostituito in tempo, avrebbe fatto meno danni.
Nessuno sentirà la mancanza di Valentini, dal punto di vista sportivo uno dei peggiori che sia mai transitato a Salerno. A questo punto avrebbe avuto senso ringraziare anche Petrachi, uno che ha fatto risparmiare milioni su milioni e che ha gestito con lucidità un'estate piuttosto caotica e contraddistinta da un ritiro irreale e che tante difficoltà ha dato a Martusciello. Insomma, caro Milan, è tempo di parlare chiaro alla piazza: nè poesie, nè frasi fatte ma mano al portafoglio per allestire una corazzata che possa ammazzare il campionato e tornare immediatamente in B. Minimo sindacale. Quanto a Faggiano sicuramente parliamo di un direttore sportivo d'esperienza che, in conferenza, ha mostrato grande entusiasmo e voglia di vincere un altro campionato.
Fa bene quando afferma che non servono i grandi nomi ma gente legata alla maglia che si cali nella realtà della categoria (a Catania c'era una fuoriserie che ha faticato per tutto l'anno, i presunti big non portano punti) e apprezziamo il coraggio nella scelta dell'allenatore. Raffaele è un professionista serio e il suo Cerignola giocava benissimo; certo, Salerno è un'altra storia e l'esempio Pazienza è calzante (top con l'Audace, anno tremendo tra Benevento e Avellino) ma nessuna pressione esterna può far dimenticare come si svolge il proprio mestiere. E allora sostegno fiducia alla nuova guida tecnica che, con audacia, ha lasciato la sua isola felice cimentandosi in un'avventura rischiosissima ma allo stesso tempo molto affascinante.
Alla piazza, comprensibilmente scettica e delusa, il compito di fare un ennesimo salto di maturità e di giudicare i nuovi arrivati in base a quanto produrranno e non con preconcetti che non servirebbero a nessuno. Buon lavoro a Faggiano, buon lavoro a Raffaele e speriamo che sia il tandem dal quale ripartire per tornare a calcare palcoscenici migliori. Mettiamoci tutti in testa che sarà una battaglia e che per uscire dall'inferno della C occorrerà la spinta di ogni componente. Se vivremo l'estate in funzione di un ripescaggio altamente improbabile andremo incontro al terzo anno fallimentare.







