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La strada è quella giusta ma c'è da migliorare e crescere
Oggi alle 00:00Editoriale
di Lorenzo Portanova
per Tuttosalernitana.com

La strada è quella giusta ma c'è da migliorare e crescere

Tre vittorie su tre e unica squadra a punteggio pieno anche se con una partita in meno (per essere precisi anche il Catania aveva vinto le prime tre e poi ha subito il pesante tonfo di Cosenza), un bottino di tutto rispetto considerando che la Salernitana è di fatto una squadra creata e costruita solo da poche settimane. I principali dubbi riguardavano proprio questa situazione, rispetto alle altre big che invece partivano già da una base importante e dallo stesso allenatore. Proprio queste prime partite potevano rappresentare la maggior incognita della Salernitana, con tutti i calciatori che giocano insieme per la prima volta e si allenano insieme da poche settimane (a parte i due ex Cerignola e i due ex Padova). E infatti le prestazioni sul piano del gioco non sono irresistibili, almeno in questa prima parte di stagione.

Ma sarebbe stato strano il contrario proprio per i motivi che dicevamo. Meccanismi ancora da migliorare, amalgama ancora da trovare e infine una condizione atletica non ancora ottimale per molti calciatori. Tascone per esempio era alla prima partita stagionale, con il Cerignola non aveva preso parte neanche alle amichevoli, Liguori invece non ha fatto ritiro essendo svincolato. La Salernitana poi ha in rosa tantissimi giocatori dal fisico possente, da Ferrari a Coppolaro, da Matino a Capomaggio e Varone fino a Golemic, che hanno bisogno di più tempo per entrare in forma. Per questo i punti conquistati finora sono pesanti e molto importanti. Quest'ultimo per esempio, come Donnarumma, di fatto viene da un anno di inattività e occorre quindi trovare il ritmo partita.

La squadra di Raffaele però sopperisce mettendoci cuore, grinta e fame oltre ovviamente alla qualità dei singoli e all'esperienza. La strada tracciata però dal ds Faggiano e da mister Raffaele è quella giusta. I granata hanno doppioni in tutti i ruoli, chi entra dalla panchina non fa rimpiangere chi esce, le alternative sono sullo stesso livello dei titolari e questo è un merito del dirigente granata. Il gioco che chiede il mister non si vede ancora ma i calciatori in campo sanno già cosa fare e come farlo, manca però appunto quell'intesa e quella brillantezza che non può arrivare che col passare delle settimane.