
Inglese al Massimino: la vendetta del Condor contro il suo passato
In un autunno segnato da stadi pieni e sogni feriti, il confronto tra Catania e Salernitana è molto più che una partita di calcio: è la rappresentazione plastica di due piazze che si sono specchiate nella gloria e che ora si ritrovano a contendersi punti preziosi in Serie C, lontano dai palcoscenici abituali. Il Massimino torna a ospitare una sfida che mancava da vent'anni tra i professionisti, e oltre trenta in questa categoria, rievocando storie di campioni, promozioni e rimpianti.
Non è un big match qualunque: qui si incrociano passato e presente
Da un lato i granata con Roberto Inglese, l’attaccante geniale che sta deliziando i tifosi e che lo scorso anno indossava la maglia rossazzurra; dall’altro Cicerelli, ex Salernitana che ha conosciuto le emozioni del pubblico dell’Arechi e che forse partirà dalla panchina. Gli ex di turno sono lo specchio di una Serie C di lusso, dove militanze e carriere si intrecciano alle speranze di risalita.
Ma cosa significa per tifosi e città vivere questi derby al ribasso? Il campo diventa metafora del riscatto. Catania e Salernitana non si affrontano solo per una classifica effimera, ma per gridare che la dimensione di questi club non può limitarsi ai campi della terza serie.
Il confronto assume dunque una doppia valenza: sportiva, con squadre che hanno investito per risalire subito e che si ritrovano a dover dimostrare tanto ad ogni partita; simbolica, con ex che cercano la rivincita personale contro tifosi che non dimenticano.
Se il calcio è memoria e appartenenza, Catania-Salernitana è soprattutto un invito a non accontentarsi, a non cedere alla narrazione della "Serie C di lusso". Per i granata, oggi al Massimino non si gioca solo per tre punti: si gioca per dimostrare che la retrocessione è stata un incidente di percorso, non il destino.
Con Inglese in forma smagliante e una squadra costruita per dominare, la Salernitana ha l'occasione di fare ciò che sa fare meglio: zittire uno stadio ostile e ricordare a tutti che certe piazze non nascono per stare in Serie C. Oggi, al Massimino, non saranno solo i ricordi a scendere in campo: saranno la fame e l'orgoglio di chi vuole tornare dove merita di stare. E per i granata, quel posto non è certamente qui.








