
Stravolte tutte le norme, conviene ancora credere in questo calcio?
Parlare di calcio in questo momento è impresa assai difficile. Perchè lo spettacolo indecente al quale stiamo assistendo ci dovrebbe spingere per davvero ad anteporre la ragione al cuore e a disdire gli abbonamenti tv dedicandoci ad altre attività magari meno emozionanti, ma non macchiate da decisioni a tavolino e norme interpretate a piacimento per aiutare qualcuno a scapito di un altro. E che poi si trovi quasi sempre di mezzo la Salernitana è diventato quasi stucchevole. Dai tempi dell'arbitro Pera a Roma e della gara ripetuta a L'Aquila passando per il caso Terni (0-3 a tavolino e poi gara rigiocata a marzo), il fasullo coinvolgimento nella vicenda Dirty Soccer dopo la promozione del 2015, la multiproprietà vista come il problema del calcio italiano, le minacce di Gravina fino alle 23:59 di una vigilia di Capodanno indimenticabile e, dulcis in fundo, lo slittamento della trentaquattresima giornata, anche a costo di farci chiudere con due trasferte di fila. Anche in questo caso si tratta di un unicum nella storia.
Riavvolgiamo il nastro e riviviamo questi ultimi due mesi. Calcoli, tabelle, ragionamenti, ansie, preoccupazioni, esultanze, lacrime, notti insonni, telefonate agli amici dal cuore granata anche in piena notte per vivere assieme l'emozione del pre-partita...per cosa? Per una Lega che annulla un playout di domenica pomeriggio, 24 ore prima, con 30mila persone che hanno dovuto fare i salti mortali per trovare un biglietto prenotando alberghi, aerei e treni pagandoli in largo anticipo e senza rimborso? Tutto molto triste, verrebbe da dire vergognoso. La Lega fa tutto di fretta tirando fuori un documento di cui era in possesso da tempo, la Sampdoria che continuava ad allenarsi pur in un clima di grande tensione e con minacce ai calciatori, il Frosinone che sbancava Reggio Emilia con un rigore inesistente, contro le riserve del Sassuolo e con Grosso (cui figlio giocava per i gialloblu) che teneva in panchina Berardi e Laurientè pur sotto di un gol. Tutto mentre la Real Reggiana, dopo 4 vittorie di fila, perdeva 2-1 a Brescia con la Primavera "perchè siamo stanchi e ci dobbiamo riposare". Ma un vecchio proverbio campano pone questo interrogativo: "Nun saccio chi è cchiu scemo, se a volpe o chi a currèa". Tradotto: colpa loro che continuano a disegnare classifiche a tavolino o nostra che ci facciamo un fegato amaro per amore della nostra squadra?
In merito registriamo una presa di posizione encomiabile da parte di ogni componente: la società sta combattendo, la squadra si allena con professionalità pur con un caos totale, Marino sta facendo un grande lavoro sul piano psicologico per tenere alta la concentrazione, i legali fanno ricorsi su ricorsi, i tifosi hanno tappezzato città e provincia di striscioni con un sit-in all'esterno dello stadio lunedì sera, anche la politica sta facendo azioni concrete. Insomma, per provare a vedere il bicchiere mezzo pieno ripartiamo da qui. Avete visto quanto è bello quando siamo tutti uniti? Non otterremo nulla, sia chiaro, perchè la Sampdoria deve salvarsi e la Salernitana è la vittima perfetta. Ma almeno abbiamo fatto capire che "ca nisciun è fess". Ed è meglio retrocedere tutti insieme con orgoglio che prestarsi ad uno squallido teatrino. A patto che questa unione per amore della Salernitana senza personalismi ci sia sempre e non solo quando siamo oggetto di ingiustizia.







