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LIVE TS - De Sanctis: "L'obiettivo resta la salvezza ma si può sempre migliorare. Pensiamo a un progetto sostenibile e virtuoso"TUTTO mercato WEB
venerdì 9 giugno 2023, 12:00News
di Lorenzo Portanova
per Tuttosalernitana.com

LIVE TS - De Sanctis: "L'obiettivo resta la salvezza ma si può sempre migliorare. Pensiamo a un progetto sostenibile e virtuoso"

Il direttore sportivo della Salernitana Morgan De Sanctis è intervenuto presso la sala stampa dello stadio Arechi per fare il punto sul campionato appena concluso e rispondere alle domande sul futuro. Di seguito tutte le dichiarazioni del ds:

Prende la parola il ds: "È l'occasione per tirare un bilancio sulla stagione passata. È stato fatto un lavoro importante con risultati notevoli. Durante la stagione non ho parlato molto, non sono intervenuto tante volte quanto era necessario farlo. In alcuni momenti avrei potuto creare delle divisioni e degli schieramenti, la mia decisione invece è stata quella di restare in silenzio perchè così avrei salvaguardato gli interessi della Salernitana. Ero sicuro che la squadra allestita avrebbe ottenuto i risultati auspicati e che tutto si sarebbe ricondotto a una stagione che doveva essere così. Nella mia prima conferenza avevo detto che l'obiettivo era salvarsi alla penultima giornata. È successo ed è stata una soddisfazione per tutti. Il mio silenzio comunque non è stato complicato, per il mio carattere e per educazione, anche per la mia provenienza e per il mio percorso calcistico. È stato piuttosto difficile farmi apprezzare dalle persone della Salernitana e dai tifosi. Il successo è da condividere con tutti coloro che hanno lavorato con la Salernitana, dallo staff medico a quello tecnico, calciatori, amministratore delegato e presidente, oltre ai tifosi. Ringrazio anche i giornalisti. Molte volte ho compreso l'onestà intellettuale delle vostre critiche e ho attinto da queste come fonte di riflessione. A volte ho apprezzato, a volte mi sono chiesto il perchè di alcune letture che non corrispondevano alla realtà, ma fa parte di un percorso che condividiamo insieme che ci deve portare a raccontare in modo onesto la verità. Sono soddisfatto di come avete raccontato la Salernitana ma si può migliorare. Non dipende solo da voi ma anche dal club, affinchè la Salernitana venga raccontata al 100% per come è e per quello che vuole fare. Vorrei ora chiarire la situazione di mister Sousa. È arrivato a febbraio ed ha accettato la nostra sfida, stimolante. Ne è uscito fuori un accordo che prevede un opzione unilaterale per rinnovare il contratto. È stata esercitata ma allo stesso tempo c'è una possibilità per l'allenatore di avere un piccolo spazio nel quale si prenderà legittimamente il diritto di decidere se continuare con noi. Rispetto al futuro c'è un allineamento e una condivisione dei programmi e degli obiettivi con l'allenatore al 100%. Sono convinto che il progetto Salernitana continuerà con Paulo Sousa".

Un bilancio personale del suo primo anno a Salerno?
"È positivo, ci siamo salvati con 3 giornate in anticipo. La Salernitana, grazie agli investimenti di un anno fa, ha basi solide da cui ripartire per la prossima stagione. Si può però sempre migliorare e bisogna ambire sempre a qualcosa in più. Tutti dobbiamo avere la consapevolezza che la Salernitana deve sempre pensare a salvarsi il prima possibile".

È un De Sanctis più forte e maturo per le scelte fatte durante l'anno?
"Ma non ho mai sofferto di sudditanza psicologica, anzi ero consapevole di mezzi e limiti. Quando dissi sì a Iervolino ero certo fossi la persona più adatta possibile a sostituire Sabatini. I miei sentimenti sono sempre stati positivi, l'entusiasmo del presidente era un'ulteriore spinta così come la sua volontà di investire. Ho voglia di rivivere con voi tutti i momenti della stagione appena trascorsa. Su Sabatini una cosa mi sento di dirla. Gli ho fatto sempre i complimenti per quello che rappresenta nel mondo del calcio, per la capacità di raccontarsi e di farsi conoscere con un mix di filosofia ed energia devo apprendere anche io. Aggiungo, però. Non so quanto tempo lavorerò per la Salernitana. Trent'anni o prima, chissà. Ma quando andrò via di certo non sarò così influente all'interno dell'ambiente Salernitana. Per carattere e per pensiero credo che sia doveroso, come forma di rispetto verso chi mi sostituirà, non condizionare opinioni e lavoro". 

Cosa può avere in meno la Salernitana rispetto ai club che hanno contattato un Paulo Sousa chiamato ad essere grato a chi lo ha rilanciato?
"Il mister non aveva avuto delle esperienze felicissime, soprattutto le ultime due. Anche a Bordeaux non era andata come tutti auspicavano. Accettò con entusiasmo e oggi sa benissimo di cosa stiamo parlando. Sa chi è Danilo Iervolino, chi è Maurizio Milan. Sa come lavora la direzione sportiva, è consapevole di quello che la Salernitana è ora e sarà in futuro. E' vero che ci saranno scelte di mercato che potranno renderci più forte per restare a livello di quest'anno, ma è anche vero che all'inizio potremmo essere leggermente meno forti perchè faremo grossi investimenti sui giovani. Ma siamo sereni perchè li affideremo a un maestro. Noi siamo profondamente convinti che qui abbia tutto per imporsi e per arrivare ai livelli che merita. Noi non siamo un club che strozza le ambizioni dei giocatori e di chi lavora all'interno della società. La nostra filosofia è basata sulla responsabilità nei confronti della tifoseria, sulla libertà e sul rispetto dei contratti. Il mister, come detto, ha uno stretto periodo per prendere la sua decisione ma siamo sereni e Paulo Sousa resterà con noi. Ciascuno di noi ha bisogno di continuare a crescere".

Come si muoverà la Salernitana su Boulaye Dia?
"È stato fatto un esercizio di corteggiamento enorme per portarlo a Salerno. Lo meritava. Siamo convinti di riscattare il giocatore. È intervenuto questo piccolo problema fisico ma al 100% sarà a disposizione il 9 luglio per il ritiro. Tutto il mercato prossimo sarà indirizzato su nel rendere la Salernitana un progetto più sostenibile e virtuoso. Ci tengo particolarmente a questa cosa. La Serie B è un mondo, la A è un altro. Nella stagione 21/22, quella col trust e con Iervolino sono stati investiti 30 milioni di euro complessivi. Il monte ingaggi è stato di circa 36 milioni lordi. Nella seconda stagione sono stati investiti circa 41 milioni ai quali vanno detratti i 21 milioni di Ederson, un saldo negativo di circa 20 milioni, sono anche cresciuti gli stipendi col tetto ingaggi intorni ai 47 milioni di euro. Vanno aggiunto incentivi all'esodo e soldi utilizzati per fare 31 uscite. È un lavoro di una portata enorme, 17 a titolo definitivo, 3 risoluzioni e 11 prestiti. Continueremo anche la prossima stagione a ripulire la Salernitana perchè è un percorso necessario e non va sottovalutato. Nel giro di sei mesi siamo passati dal mantenimento della dignità sportiva alla voglia di essere ambiziosi e questo ha creato una disparità tra chi c'era prima e chi è arrivato dopo. E la pulizia tecnica è stata necessaria. Credo che in 12 o 24 mesi risolveremo tutto. Sono certo che porteremo questa società ad avere una autosostenibilità, è questo il futuro del calcio. Entro il 30 giugno saremo tra le poche ad investire per l'acquisizione di cartellini, non occorrono plusvalenze per salvare il bilancio. Ed è merito della proprietà, consapevole che per strutturarsi bisogna investire. Senza, però, dare nulla per scontato. L'acquisto di Dia e Pirola, assieme al rinnovo di Ochoa, non sono fatti secondari".

La vecchia gestione ha lasciato un top come Coulibaly e un flop come Simy...
"Il lavoro dei miei predecessori, da Fabiani a Sabatini, ha dei presupposti di positività. Anche per come hanno dovuto lavorare. Innanzitutto hanno prodotto due risultati sprortivi importantissimi, è stata promossa in Serie A ed ha dovuto gestirla con grande difficoltà. Poi ha dovuto fare uno sforzo per convincere i calciatori a venire nonostante fosse ultima e spacciata. C'è il riconoscimento e la riconscenza che è stato fatto un buon lavoro. Nel dettaglio ci sono dei calciatori che non rientrano minimamente nei progetti della Salernitana. Sono stati esclusi lo scorso anno e lo saranno ancora. Ho acquisito tanti problemi e mi aspetto che dopo 12 mesi le controparti siano più collaborative, viceversa abbiamo deciso con la proprietà di fare cose un po' più dure. Io sono stato sindacalista per 12 anni, per 4 anni ero vicepresidente dell'AIC dietro Damiano Tommasi. I diritti sono sacrosanti, ma anche i doveri. La sproporzione è enorme. Non saremo teneri con chi parlerà di diritti senza tener conto dei doveri e del loro rendimento sul campo. Non accadrà tutto e subito, il mercato chiude il 31 agosto. Ma lì dobbiamo recuperare risorse per non intaccare il valore della rosa e dei giocatori più importanti. La permanenza dei giocatori migliori, richiesti eventualmente da società importanti, ci porterà a fare valutazioni. L'operazione Ederson oggi ci deve rendere tranquilli, perchè ad uscita corrisponderà entrata. Faccio l'esempio di Vlihena. Non sempre ha performato come voleva, ma ha fatto 4 gol e 4 assist. Ma la sua stagione è stata importante, non è stato inferiore all'Ederson visto nell'Atalanta".

Quale sarà il budget? Pirola sarà controriscattato dall'Inter?
"L'Inter è concentrata su altre cose ma mi sorprenderebbe. Noi vogliamo abbassare i costi, non è questo il tipo di calcio che vuole fare il presidente e non dobbiamo approfittare delle sue disponibilità economiche. Iervolino ci ha chiesto investimenti meno influenti rispetto all'obiettivo del mantenimento della categoria. Vogliamo un saldo positivo tra cessioni e acquisti. Non dobbiamo approfittare dei nostri privilegi e non vogliamo mettere spalle al muro il proprietario. Nei prossimi mesi di mercato faremo in modo di arrivare al 2 settembre con soddisfazione, cedendo chi non rientra nei piani e chi vuole andare via. Aggiungo anche che, in Italia, è difficile avere rapporti di collaborazione sul mercato con altre società fatta eccezione delle big. Lì entra in gioco il discorso della competizione. Il mercato domestico è complicatissimo e attingeremo da quello estero. Siamo giovani e abbiamo la fortuna di girare tanto, l'occhio umano e l'esperienza possono fare la differenza. L'allenatore ci ha indicato le caratteristiche di cui ha bisogno".

Riscatterete anche qualche altro giocatore?
"Una volta sistemate le situazioni di Dia e Pirola valuteremo tutte le altre questioni, senza escludere nulla. Io voglio ringraziare tutti, avete visto l'esultanza di Troost Ekong quando ha segnato contro l'Udinese. Mi avevano tutti parlato di un ragazzo professionale e di una gran persona. Ma molto dipenderà dalle uscite".

Ci potete illustrare nei dettagli come lavorate nell'area scounting?
"In questi 12 mesi ho visto che è difficile avere un rapporto di reciproca collaborazione con la maggior parte dei club, tranne quelli più importanti. Questo perchè c'è competizione. Il mercato domestico è complicatissimo, bisogna attingere fuori. Siamo giovani e giriamo tanto. Abbiamo perfezionato anche una ricerca dal punto di vista tattico e di performance fisica. Andiamo su tutti i mercati. Siamo stati dappertutto, in Africa, Nord e Sud America, visitiamo settimanalmente l'Europa. Tante ore di aereo, abbiamo una lista di situazioni possibili che sta a me gestire. Conta poi anche la trattativa, bisogna essere poi snelli. Su Dia mi sono chiesto molte volte se stessi perdendo tempo ma l'istinto mi ha detto di insistere e siamo stati premiato. Tante volte però ho fatto bene a rinunciare a obiettivi anche raggiungibili".

Quanto conterà rinforzare il settore giovanile?
"Sotto questo aspetto bisogna dire che Iervolino non ha trovato nulla, ma è legittimo che i miei predecessori si siano concentrati, e bene, sulla prima squadra. Conquistare una promozione e una salvezza certifica la bontà del lavoro svolto. Quanto all'attualità, non siamo soddisfatti che la Primavera abbia chiuso all'ultimo posto. Probabilmente avremo una seconda opportunità tramite ripescaggio, sappiamo che non possiamo essere competitivi da subito e a me non interessa costruire un Instant Team che costa tanto e non garantisce un futuro. A me interessa sviluppare l'attività di base e sfruttare le risorse del territorio lavorando anche con le società dilettantistiche. Mi prendo le mie responsabilità, ma non ho avuto forza, energie e tempo per stare vicino al settore giovanile. E questo tempo non lo avrò nemmeno a breve termine. A mister Colantuono è stato dato un compito difficile e non è scontato riciclarsi rapidamente in un nuovo ruolo e con una efficienza da subito soddisfacente. Allora ci prendiamo ancora del tempo per ragionare. Sono state fatte cose buone, ma anche degli errori. Affronterò il discorso a breve scadenza con Iervolino e Milan. Continueremo con Colantuono, nelle categorie inferiori abbiamo visto situazioni positive. Guai ad essere profondamente critici, ma dobbiamo migliorare tanto. Forse inseriremo figure nuove che possono aiutarlo".

Mazzocchi resta?
"Tante volte mi hanno addossato la colpa di voler mandare via Mazzocchi. Ho fatto buon viso a cattivo gioco, preferendo tacere sull'argomento. Nella mia testa non è mai stato fuori dalla Salernitana e nessuno ha mai fatto una offerta concreta per acquistarlo. Chiacchiere e speculazioni giornalistiche. E' arrivato a gennaio 2022, firma un contratto con scadenza 2025 e il sottoscritto, già sei mesi dopo, ha proposto un adeguamento di contratto riconoscendogli l'importanza del lavoro svolto in precedenza. Gli proponevo il 40% in più di quanto percepiva. Il calciatore ha fatto ulteriori richieste, legittime. E Iervolino in prima persona lo ha accontentato, parliamo del 70% in più. Prima io e poi la proprietà abbiamo fatto grandi sforzi per trattenere il capitano della Salernitana. Ad oggi abbiamo esattamente la stessa idea e, ad oggi, non ci sono offerte concrete. So che è esercizio si fa su Mazzocchi. A volte onesto, a volte disonesto. Vale il discorso fatto per gli altri. Non strozziamo nessuno. Davanti a cose reali siamo pronti a negoziare qualunque tipo di accordo, ma non ci faremo mettere pressione addosso per l'ennesima volta. Da nessuno! C'è allineamento tra me, presidente, amministratore delegato e staff tecnico. Chi guida questa società deve rappresentare al meglio i tifosi e occorre onestà intellettuale da parte dei giornalisti e dei giocatori. Il post su Instagram? Parlate con lui. E' un ragazzo meraviglioso, è arrivato in Nazionale. Quando ero calciatore pensavo soltanto ai doveri, non ai diritti. La felicità dei calciatori dura 5 partite. Se partono bene vogliono rinnovo, adeguamento o cessione e cominciano a mettere pressione. Se ne sbagliano cinque nessuno dice niente, la colpa è sempre dell'erba, della pizza che non era buona o dell'allenatore. Non possiamo discutere quotidianamente dei mal di pancia di tutti i nostri tesserati. Ma state certi che questa società non accetterà più pressioni di alcun genere. Occorre concretezza, oppure si allineino nel rispetto del club e dei tifosi. Non si transige su questo".

Il momento più bello e più brutto nella stagione appena conclusa?
"Sono stati due i momenti più brutti. Il primo è la sconfitta di Bergamo, è una pagina più brutta della storia della Salernitana in Serie A. Non la dovevamo produrre ma quella partita ha introdotto in tutti noi il senso di responsabilità e la voglia di rivalsa per toglierci soddisfazioni e riportare in alto la Salernitana. Il momento più bello è stato il ritorno con l'Atalanta, c'entra il fatto che in quella partita abbiamo avuto la certezza di aver conquistato, contro quell'avversario e in quella maniera, la permanenza in Serie A. Certe volte non avevo il 100% di condivisione di alcune scelte portate avanti dal club. A volte mi sono sentito debole, quando la società ha deciso di andare in ritiro in Turchia. Non ci doveva andare e lo avevo detto. L'unico tesserato ad esserci stato ero io. Nessuno come me poteva capire che non bisognava andare. Non avremmo guadagnato nulla rispetto al rimanere a Salerno. È costato anche qualche soldo. Questo non sposta ciò che è successo nelle gare successive. È solo un mio sentimento, per un attimo ho pensato che le cose mi stessero sfuggendo di mano. Ho chiarito poi alcune cose col presidente per ripartire ancora più forte. Quell'episodio mi ha reso anche più credibile agli occhi della proprietà e ringrazio il presidente"

State seguendo qualche calciatore dell'Under 20 italiana, arrivata in finale al Mondiale?
"Si abbiamo in testa qualche ragazzo italiano dell'Under 20 ma anche di altre nazionali. Li stiamo seguendo. Abbiamo seguito anche il Sudamericano in Colombia e quello in Egitto. Abbiamo una conoscenza dettagliata di quei profili".

Può chiarire meglio la questione allenatori?
"Nel contratto di mister Nicola c'è clausola di risoluzione con scadenza metà aprile. Questa opzione da parte della società è stata esercitata, dal primo luglio sarà libero. Quanto a Sousa, è strettissima la finestra nella quale potrebbe accettare una nuova sfida. Contiamo possa arrivare quanto prima l'ufficialità di Sousa, speriamo prima del 23. Non stiamo vivendo con ansia questa situazione, siamo sicuri che non rinuncerà così facilmente alla Salernitana"

Tra i calciatori bocciati o scontenti c'è anche Federico Bonazzoli e come mai non è stato mai preso in considerazione?
"Io devo essere onesto intellettualmente. Per me è un giocatore da Champions League, per caratteristiche fisiche e tecniche. Ma non è effettivamente riuscito a ritagliarsi uno spazio da protagonista come avrebbe potuto e dovuto. Qualcosa evidentemente manca. E' forse la prima volta che resta per due stagioni consecutive nello stesso club. Sia mister Nicola, sia Paulo Sousa hanno usato tutti i mezzi necessari per stimolarlo, alternando bastone e carota. Anche il sottoscritto è sceso in campo in prima persona. Ci assumiamo le nostre responsabilità, ma al 51% sono sue e gliel'ho detto in tempi recenti. Non deve pensare a ciò che la Salernitana può fare per te. E' arrivato il tempo di guardare dentro sè stesso, ha 26 anni. Non sappiamo se resterà a Salerno o andrà altrove".

Cosa è successo con Nicola? Cosa si è rotto?
"Con mister Nicola abbiamo avuto più di 20 anni fa brevi esperienze nella nazionale di Serie B. Ci siamo ritrovati e abbiamo iniziato un percorso insieme. I momenti più difficili sono stati all'inizio. Lui aveva l'ambizione e la voglia di avere subito una rosa pronta e completa. Per i giocatori che poi sono arrivati bisognava avere pazienza e aspettare un po' di tempo per prenderli a condizioni migliori. Poi c'è stata anche la cessione di Ederson. Poi dopo la partita di Coppa la rosa ha iniziato a prendere forma. Poteva anche ottenere qualche punto in più. È stata costruita per fare il 3-5-2 in base alle esigenze del mister. Poi Nicola ha iniziato a fidarsi, dopo i primi risultati importanti la squadra ha iniziato a perdersi. Non siamo mai stati con l'acqua alla gola soprattutto per demeriti di Sampdoria e Cremonese. Poi però perdi a Verona e devi assumerti delle responsabilità. A volte non sono riuscito ad essere empatico con l'allenatore, nella gestione delle cose esterne al campo c'era una visione diversa. Ma il mio ringraziamento è sincero, metà dei punti li ha conquistati lui. Gli ho sempre detto cosa, a mio avviso, non funzionava. Per me contano i risultati, ma anche le prestazioni mi preoccupavano. Con Sousa è emerso il valore della rosa, credo che questo sia un dato di fatto".

Quale sarà il futuro di Fazio?
"Per sè stesso e per noi deve arrivare al top il 9 luglio. Dopo la gara con la Juventus è iniziato un calvario dal quale non è ancora uscito. La distorsione alla caviglia gli ha procurato altri stop e altri infortuni. Deve investire la sua estate su sè stesso. Sta lavorando, lo sta facendo, sta seguendo un programma. Il 9 luglio deve essere disponibile al 100%, da lì tornerà ad essere un calciatore importante. E' un leader, ha esperienza, non c'è dubbio".

Maggiore ha deluso?
"Gli riconosco alibi concreti. E' arrivato in un progetto di 3-5-2 come mezz'ala ma ha dovuto sostituire Bohinen in un ruolo differente. Ha subito tanti infortuni, poi è arrivato Sousa ed è stato provato come trequartista e come centrocampista. Nell'ambito di un progetto tecnico-tattico abbiamo deciso di non rinunciare a lui perchè è un professionista esemplare. Ma potremmo immaginare una soluzione diversa con i suoi procuratori, a patto che i vari interessi porteranno la soddisfazione della Salernitana. Prestito? Vedremo".

Vorrebbe togliersi qualche sassolino dopo le critiche di inizio stagione?
"E' vero, durante la stagione ho ricevuto critiche di ogni genere. In alcuni casi mi sono infastidito parecchio, mi hanno descritto male come uomo e come persona. Hanno mancato di rispetto a mia madre, a mio padre, ai miei fratelli, a mia moglie. Una roba del genere non ti ferisce, parliamo di falsità, ma chi è al mio fianco mi chiedeva: "Ma perchè ti trattano così?". Chi mi conosce profondamente e chi mi vuole bene sa che non ho una capacità naturale di essere simpatico e di farmi amare, sono una persona seria e riservata che nell'intimità cambia. Ma far passare una immagine così negativa non mi sta bene. Qualcuno mi ha dipinto come dirigente antipatico, scostumato. E non va bene. Avevo pensato fosse necessario ricordare la mia carriera da calciatore, poi ho preferito proseguire sulla strada del silenzio. Ma vi faccio una domanda: chi è che a 45 anni, in questa veste, ha la mia esperienza e il mio curriculum da giocatore? Parlo 4 lingue, sto nel calcio da una vita. Chi è che è in grado di leggere un bilancio? Non voglio andare oltre perchè risulterei presuntuoso e questo non servirebbe a niente. Il mio presidente ha capito che io avessi queste qualità, arrivai nel suo ufficio a mezzogiorno e andai via la sera da direttore sportivo della Salernitana. E, vi giuro, ancora non so chi gli ha fatto il mio nome. Ho spesso avuto la tentazione di togliermi questi famosi sassolini, ma non darei la giusta rappresentazione di me stesso. Il percorso continueremo a farlo insieme e sono convinto che, alla fine, il tempo sia galantuomo e saranno i risultati a determinare tutto. Presto sono certo che saprete apprezzarmi come uomo e non solo come direttore sportivo".

Dopo il primo esonero di Nicola era stato scelto Semplici?
"Dopo Bergamo, prima del reintegro indotto da lui, non avevamo il sostituto pronto. Da un lato può sembrare un nostro errore, ma vi posso assicurare che non ho mai contattato nessun allenatore prima della sconfitta con l'Atalanta. Sarebbe stata una forma di infedeltà profonda, sfido chiunque ad affermare il contrario. In quelle 48 ore abbiamo sondato diversi profili e Semplici era tra questi. Io dico grazie a tutti, erano consapevoli del momento che stava vivendo la Salernitana e si erano messi a disposizione. Iervolino ha vissuto la sofferenza di mandar via un allenatore a cui tutti erano legati. Poi Nicola lo contattò e gli disse che poteva ancora cambiare il suo destino, voleva fortemente invertire la rotta anche nel rapporto con i giocatori. Il casting è stato bello corposo ed importante e questo ci è tornato utile successivamente. Pensammo da subito a Sousa".

Vi è dispiaciuto il cambio programma del ritiro a causa della presenza del Napoli?
"Stiamo definendo le date. Dal 10 luglio saremo a Rivisondoli. Avevamo programmato tutto il ritiro lì. Il Napoli aveva già un contratto in essere con la comunità di Castel di Sangro. In una discussione sull'ordine pubblico in cui non ho fatto parte, ci è stato fatto presente che era gradito non avere insieme Napoli e Salernitana. Rispetto le istituzioni ma forse mi sento dire che è stata persa un'opportunità per far vivere un incontro con tutte le famiglie. So che ci sarà anche il Bari. A noi non cambia nulla, abbiamo trovato subito una nuova destinazione che è quella di Fiuggi. Ringrazio la proprietà del Frosinone che insieme a Iervolino e Milan si sono messi a disposizione. Volevamo sviluppare un ritiro che potesse essere vicino ai nostri tifosi. A breve ci sarà anche la comunicazione sulle cinque amichevoli, due a Rivisondoli e poi altre tre con avversari più importanti".

Un voto a Morgan De Sanctis...
"Chi si da un voto è folle. Mi mette in imbarazzo. Mi preoccupo di risintonizzarci tutti sull'obiettivo della Salernitana. Salvarsi di nuovo e farlo il prima possibile. Ogni salvezza è diversa dalle altre, dal coraggio e dall'espressione del gioco. C'è poi la Curva Nord, tutto può rendere più speciale una salvezza. Se la Salernitana si salverà per tanto tempo è destinata a crescere, così come la città. Manteniamo i piedi per terra ma facciamolo con ambizione consapevoli che le salvezze possono essere tutte speciali con qualcosa di diverso".

Il futuro di Ochoa?
"Resterà perchè eserciteremo l'opzione di rinnovo unilaterale. Poi non siamo una società che strozza i nostri tesserati, richiediamo il massimo rispetto per la società e la tifoseria. Contratto annuale perchè Memo è troppo professionista e intelligente. È un campione come non ne fanno più. Lo avevo percepito all'inizio ma viverlo tutti i giorni è stata una soddisfazione. Nel calcio delle nuove generazioni, diverse da quelle vecchie, forse è una mancanza l'idea che possano crescere più persone come Ochoa. Sepe? Fino al suo infortunio era stato uno dei più positivi della Salernitana. Di fronte a quell'infortunio ho reagito da direttore sportivo con l'idea di tutelare il club. Sono stato assalito dall'ansia, avevo l'impressione che ci volesse qualcosa in più. Eravamo stati chiari con entrambi i portieri, Ochoa avrebbe sostituito Sepe durante l'infortunio poi ci sarebbe stata competizione anche se io, da ex portiere, non credo nella competizione in quel ruolo. Ho capito la situazione di disagio di Sepe, la capisco anche adesso. Resta un patrimonio della Salernitana a cui va riconosciuto di aver fatto sempre le cose per bene. Prenderemo in considerazione le offerte che arriveranno. La Salernitana non può avere due titolari nel ruolo di portiere".

De Sanctis poi parla di Radovanovic
"Sono padre e marito. Mi sento di scusarmi pubblicamente con la sua famiglia se ho arrecato qualche disagio. Ma io devo rivendicare il ruolo che ho. So che quella decisione era necessaria, l'ho fatto per l'interesse della Salernitana. Io voglio gente che stia qui con piena soddisfazione sposando la politica dell'allineamento di cui parlavo prima. Ma rinnovo le scuse alla moglie e ai figli di Radovanovic per averli costretti a lasciare Salerno".

Quale sarà il futuro di Ribery?
"Franck è stato veramente generoso. Un grande uomo. Qualcuno dirà: "Ma non ne aveva bisogno". Ma io valuto l'uomo. Mi vengono i brividi quando parlo di lui. Il suo atteggiamento ha determinato la riconoscenza di una società che gli ha detto che può scegliersi liberamente il suo ruolo. La sua idea è quella di fare l'allenatore. Inizierà il corso di base, durante l'estate prenderà patentini a Coverciano e farà parte dello staff tecnico pur avendo firmato un contratto da dirigente. Quando otterrà la prima licenza da allenatore continuerà a stare con noi. Per i suoi comportamenti, per quello che ha fatto nel calcio e nella Salernitana ha piena autorità per restare con noi. Al 100%".

Cosa è successo con Verdi?
"Come dopo la Turchia ho fatto esercizio di silenzio, al netto dell'agghiacciante intervista del procuratore. Ripeto due volte: agghiacciante, agghiacciante! Il giocatore è forte ma, a mio avviso, in quel momento lì non serviva alla Salernitana perchè già disponevamo di gente con le medesime caratteristiche. Nell'ultimo giorno di mercato è stato il presidente, per generosità e per voglia di accontentare la tifoseria, pressato anche da Torino e Verona, a chiedermi di negoziare il suo ritorno. Parliamo delle ultime tre ore di calciomercato. Io e Nicola, però, ritenevamo che non fosse lui a poter completare la rosa. Non sono stato io ad essere incapace ad inviare email. Il Torino era a Torino, il giocatore era a Bologna e, passando da Verona, doveva mettere a posto tante cose. Siamo arrivati fuori tempo massimo e la Lega, pur prendendo atto delle motivazioni dello studio legale, non ha accettato il tesseramento. Guai a disconoscere il valore di Verdi, ma non ci serviva. Stop. Tutte le altre ricostruzioni sono fantasiose e...agghiaccianti!".

Ore 12 - Finisce la conferenza