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Dzemaili: "Napoli, Scudetto meritato dopo aver perso tanti giocatori simbolo"

ESCLUSIVA TMW - Dzemaili: "Napoli, Scudetto meritato dopo aver perso tanti giocatori simbolo"TUTTO mercato WEB
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport
mercoledì 10 maggio 2023, 14:08Serie A
di Ludovico Mauro

“Come faccio a non seguire la Serie A nell’anno in cui il Napoli vince lo scudetto? Ho giocato tre anni lì, sono davvero molto felice per la piazza, per la società e per il presidente". A dirlo, in esclusiva a TuttoMercatoWeb.com, è Blerim Dzemaili, tre anni con la maglia partenopea tra il 2011 e il 2014, che esprime così tutta la gioia per il titolo conquistato dagli uomini di Spalletti: "È il bello del calcio, finalmente il Napoli ha vinto il titolo. Non dobbiamo dimenticare che ha preso giocatori che non si conoscevano e poi sono stati fondamentali. Fin da inizio anno ha giocato un calcio spettacolare, ha un mister fantastico, secondo me uno dei migliori in Serie A. Ha meritato questo scudetto dopo aver perso tanti capitani: è stato come ricominciare da zero, ma farlo in questo modo non se lo aspettava nessuno. Quando non te lo aspetti, vincere è ancora più bello”.

Si è fatto anche un’opinione di ciò che sta accadendo alla Juventus?
“Sono cose che non mi riguardano, io guardo il campo. Però non capisco perché si tolgono i punti durante il campionato, penso che queste cose vadano fatte prima o dopo. Togliere punti a stagione in corso è una cosa che non capisco. Comunque io penso a fare il calciatore ancora per qualche settimana, poi si vedrà”.

Stasera c’è Milan-Inter in Champions. Che partita si aspetta?
“Non c’è una favorita. Entrambe hanno fatto una stagione incredibile in Champions, sono arrivate in semifinale dopo anni che in Italia non accadeva. È bello per il calcio italiano, per Milano. Io sono sempre stato simpatizzante del Milan, spero che vada in finale e vinca la coppa dopo tanti anni. Ma in ogni caso, per il calcio italiano è davvero interessante e bello tornare in finale di Champions League”.

Il Bologna sta facendo un grande campionato, lei da ex come lo commenta?
“Sta facendo molto bene, con un allenatore giovane che sta andando davvero bene. Sono contento per la piazza, perché il presidente investe molto e fa il suo lavoro a modo. Stanno venendo fuori i frutti da questo lavoro, Bologna è una città bellissima, la gente tiene tanto al calcio e vuole vedere la squadra davanti, non lottare per la retrocessione”.

L'Inter ha fatto un campionato deludente ma una grande Champions. Pareri?
“Il calcio è un dare e ricevere. Dai qualcosa e ricevi in cambio qualcos’altro. Vederla in semifinale di Champions è una bella cosa, per cui alla fine deve ritenersi contenta della stagione che ha fatto. Poi deve entrare in Champions League dal campionato, è fondamentale. Ma se arriva in finale, sarà comunque un’annata molto positiva, stesso discorso per il Milan. È un traguardo difficile, servono 25 giocatori forti per proseguire su questa strada”.

Che esperienze sono state in Canada, al Montreal Impact, e in Turchia, al Galatasaray?
“La MLS è un movimento che sta crescendo molto, ma ha un difetto che non lo porterà mai ai livelli del calcio europeo: non ha retrocessioni. Senza queste, le squadre giocano senza pressione. Ma il bello del calcio è anche sentire la pressione ogni domenica prima di entrare in campo, che ti spinge a fare una buona prestazione per la gente. Questo è un limite della MLS che non la porterà mai ai livelli europei. Anche il calcio svizzero sta crescendo, lo confronto spesso a quello americano. Sono due campionati molto simili, ma da noi c’è più scuola tattica, in questo siamo abbastanza simili all’Italia”.

Vede un bel futuro davanti alla nazionale svizzera?
“Da 15 anni sta facendo molto bene, è presente a ogni grande torneo. La vedo così: la nostra nazionale fa sempre quel che deve, senza mai fare qualcosa di speciale. Non riesce mai ad andare oltre il limite. Servirebbe raggiungere una semifinale e giocarsi qualcosa di importante. Quando la Svizzera farà questo, avrà compiuto un passo avanti”.

In quanto alla nazionale italiana invece, quali sono i suoi problemi principali?
“Mancini l’ha detto più volte: manca un attaccante che segna. Il calcio è molto difficile senza la punta che fa gol. È quello che manca all’Italia, perché a centrocampo è fortissima, in difesa è stabile e ha un grandissimo portiere. Manca qualcuno che finalizza, questo è il grande problema. E poi, come è successo per noi allo Zurigo, quando vinci qualcosa di importante, subito dopo arriva una delusione. Perché la testa è sempre ai festeggiamenti, a ciò che hai fatto. Ma bisogna saper ripartire, come tutto il calcio italiano. Deve ripartire dai giovani, creare un sistema importante a livello giovanile per poter costruire qualcosa in futuro”.

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