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Parma, Colombi racconta la scomparsa del nonno: "A Bergamo è un dramma"

ESCLUSIVA TMW - Parma, Colombi racconta la scomparsa del nonno: "A Bergamo è un dramma"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 13 aprile 2020, 12:45Serie A
di Raimondo De Magistris

Vedere i propri cari cadere come soldati in una battaglia e non avere nemmeno la possibilità di un ultimo saluto. Il coronavirus è anche questo, è un'epidemia contro la quale l'unica arma di difesa è evitare i contatti con l'altro. Ancorarci in casa anche se per un tuo caro, nel frattempo, la malattia si sta trasformando in un'arma letale. Ne sa qualcosa Simone Colombi, giocatore classe '91.
Prima dello stop, il portiere del Parma stava vivendo uno dei momenti più belli della sua carriera giocando da titolare in Serie A. Poi il brusco risveglio dal sogno, con la realtà che ha preso il sopravvento.

Sei di Seriate, nato in quel bergamasco che è tra le zone più colpite dal COVID-19
“Purtroppo a Bergamo c’è stata e c’è tutt'ora una situazione drammatica. Io sono nato a Seriate e vivo a Zandobbio, un altro paesino lì vicino, dove ci sono la mia famiglia, i miei genitori e i miei parenti. Purtroppo ho perso mio nonno per questo motivo. E’ stata una situazione difficile da vivere da lontano. Avrei voluto dare una mano ma non si è potuto, avrei voluto vedere il nonno per dargli un ultimo saluto ma non si è stato possibile.

Condoglianze Simone a te e a tutta la tua famiglia.
"Grazie. Avrei voluto star vicino ai genitori e ai parenti, ma la situazione è questa e vorrei dire un grazie incredibile ai medici, agli infermieri e a tutti coloro che si sono messi in prima linea per dare una mano. Nel mio piccolo, inoltre, vorrei ringraziare i miei genitori e i miei zii che sono stati vicini ai miei nonni: purtroppo mio nonno è venuto a mancare, mia nonna adesso sta un po’ meglio dopo 15-20 giorni di inferno. E’ stata una situazione che mi ha toccato molto".

Come procede la quarantena?
"Sono rimasto a Parma insieme a mia moglie e mia figlia. Fortunatamente stiamo bene. Siamo chiusi in casa da oltre tre settimane. Queste sono le misure date dal Governo e, secondo il mio parere, sono anche corrette. Continueremo così finché non avremo il via libera dal Governo".

In questa situazione, immagino tu debba comunque portare avanti gli allenamenti.
“Sì, ci stiamo sentendo tramite WhatsApp e il telefono con i miei compagni e con i preparatori atletici. Vogliamo poter essere vicini e cercare di vivere in questo modo lo spogliatoio e dall’altro vogliamo tenerci in condizione: non sappiamo se e quando si riprenderà ma comunque dobbiamo farci trovare in buone condizioni”.

Hai giocato Parma-SPAL a porte chiuse. Ripartire senza tifosi non rischia di falsare il campionato?
“Falsare non credo. Sicuramente sarà un campionato particolare ma lo è già, per quello che sta succedendo e per la sosta forzata che abbiamo subito giustamente. E’ una situazione particolare. Giocare con i tifosi è una sensazione diversa. Queste sono decisioni che non spettano a noi calciatori. Noi ci siamo messi a disposizione, vedremo se ci sarà la possibilità o no di finire questo campionato”.

Prima di tornare a giocare chiederete esami clinici approfonditi?
“Se il campionato dovesse riprendere, dovrà essere fatto senza nessun tipo di rischio. Siamo in buone mani perché, parlo personalmente per quanto che viviamo a Parma, siamo sempre stati seguiti dai nostri Dottori sia prima quando ci allenavamo e giocavamo sia adesso che siamo a casa. Periodicamente ci viene chiesto come va, come stiamo. Siamo monitorati e sicuramente verrà fatto anche in una ipotetica ripresa del campionato”.

Si parla tanto degli ingaggi milionari dei calciatori di Serie A ma ci sono anche molti casi, come il tuo, di giocatori che guadagnano cifre molto più vicine a quelle della gente comune che a quelle dei top player. E' giusto secondo te trattare tutti i giocatori di Serie A allo stesso modo?
“E’ una situazione che, sinceramente, può sì toccarci nel nostro piccolo ma in un momento come questo passa in secondo piano. La situazione generale che stanno vivendo l’Italia e gli italiani è molto difficile. In certe regioni e in certe province, come ho detto prima, la situazione è drammatica. La priorità va data a quello. Credo che servirà buon senso da parte di tutti e in tutti i settori ma ci sarà tempo e modo per parlarne”.

Prima dello stop, hai giocato quattro partite ritrovando la Serie A dopo qualche anno.
“Le sensazioni sono state bellissime. Tornare a giocare in Serie A è stato speciale per me. Mi è dispiaciuto per l’infortunio di Sepe, perché quando si gioca per l’infortunio di un compagno non è mai piacevole nei confronti di un collega e di un amico. Ho cercato di godere il mio momento, pensare gara dopo gara indipendentemente dalle decisioni del mister se schierarmi o meno. Sono contento e, nel mio piccolo, è stato un peccato fermarmi perché forse avrei avuto la possibilità di giocare qualche altra gara in più trovando un po’ di continuità. Però va bene così, mi sono goduto il momento e me lo godrò ancora se dovessi avere altre possibilità”.

Senti di poterti confrontare ancora con la Serie A o in futuro, per giocare di più, punti a un ritorno nel campionato cadetto?
“Parlare del futuro in questo momento credo sia molto prematuro, perché non si sa se e come finirà quest’anno o come funzionerà il mercato. E’ inutile parlarne. Personalmente, tra l’altro, non ci ho neanche riflettuto perché a Parma mi trovo benissimo con tutti: dalla Società ai compagni, con la gente, i tifosi, la mia famiglia si trova bene. Io qui son contento”.

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