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Ritratto di Stefano Pioli, normalizzatore allergico all'etichetta

Ritratto di Stefano Pioli, normalizzatore allergico all'etichettaTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews
mercoledì 9 ottobre 2019, 10:15Serie A
di Marco Conterio

Stefano Pioli ama le salite. A ritmo regolare, seduto sulla sella. Il sudore di chi ha fatto la gavetta e da una carriera senza trofei. Gli Allievi Nazionali col Bologna, unico alloro, in una strada vallonata. Sei esoneri, le dimissioni di Firenze, la chiamata del cuore, dell'Inter, che è stata forse il richiamo della passione che lo ha costretto ad avere un'etichetta. Normalizzatore. Per riportare il sereno, capitano per acque più sicure. Dall'altra sponda del Naviglio, l'allergia era la stessa di oggi. Perché , disse, "non credo sia il termine più adatto, perché l'Inter deve andare oltre il 'normale'. Spero che a fine stagione si possa dire che sia stato un 'potenziatore'". Così non fu, dopo la cavalcata iniziale, quando la sua Inter era Valchiria, arrivarono cinque sconfitte in sei partite che fecero terminare la storia. Nove vittorie di fila, lontano ricordo, dalla potenza alla normalità fino all'addio.

Simbolo di Firenze Stefano Pioli è stato ben più di un onesto mestierante fiorentino e simbolo del sudore, della fatica, della gavetta seduto sulla sella. Poi le cadute, il dramma. La scomparsa del capitano, Davide Astori, ha raccontato di un uomo sensibile. Profondo. Firenze ha conosciuto la persona, Stefano Pioli che ha saputo essere padre di un gruppo di ragazzi, perché sotto le etichette, le firme, le griffe, le luci e i sogni questo sono, sconvolti. Travolti. Persi. Ha compattato un ambiente, una città. Firenze, la Fiorentina, lacrime contro il mondo, Pioli a portare il peso di una squadra che andava avanti per inerzia, nel ricordo, per reazione, per rabbia, per orgoglio, per la memoria, per Astori. Poi il calcio, con la famiglia Della Valle nei mesi a seguire non è andata come doveva andare. E' finita con le dimissioni per dignità, perché l'uomo Stefano Pioli ha dimostrato di valere molto di più di un contratto. Ora il Milan. Le acque agitate rossonere, una dirigenza apprendista, una squadra alla deriva. Toccherà normalizzare. Poi, semmai, potenziare.

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