
Reggiana, Gondo: “Quel gol al Modena è stato la svolta. La salvezza? Ce la meritavamo”
Cedric Gondo si gode la permanenza in Serie B con la Reggiana e, ai microfoni di Cronache di Spogliatoio, ripercorre i momenti chiave della stagione granata. Emozioni, consapevolezza e un gruppo che non ha mai smesso di crederci, nemmeno nei momenti più difficili.
“Dopo il derby col Modena ho capito che ci saremmo salvati,” racconta l’attaccante ivoriano. “Vincevamo, poi ci hanno rimontato e sembrava tutto perduto. Ma nello spogliatoio c’era serenità. Guardando i miei compagni negli occhi ho capito che avevamo ancora fame. Non era solo una mia sensazione. E infatti l’abbiamo ribaltata di nuovo. Quel gol è stato il più emozionante della stagione. E poi, segnare nel derby, in casa loro...”
Gondo ammette senza giri di parole: “Non ho vissuto benissimo questa stagione, so di poter fare di più. Mi sono svegliato tardi.” Un’autocritica matura, che riflette anche il suo ruolo crescente all’interno del gruppo: “A breve farò 29 anni, sento la responsabilità di essere un giocatore esperto. Ma ora ho anche più serenità: i fischi dei tifosi, da giovane li avrei presi sul personale. Oggi capisco che arrivano perché la gente crede in noi e si aspetta di più.”
A fare la differenza, secondo Gondo, è stato anche un cambio di mentalità quotidiano: “A un certo punto abbiamo alzato il livello negli allenamenti. C’era più serietà, più attenzione. Allenarsi con uno come Destro ci ha aiutato: è umile, nonostante la carriera importante. Ogni giorno ci ha dato l’esempio.”
Alla fine, l’obiettivo è stato centrato. “Nessuno voleva retrocedere,” conclude Gondo. “Con un gruppo così non poteva accadere. Non lo meritavamo.”
“Dopo il derby col Modena ho capito che ci saremmo salvati,” racconta l’attaccante ivoriano. “Vincevamo, poi ci hanno rimontato e sembrava tutto perduto. Ma nello spogliatoio c’era serenità. Guardando i miei compagni negli occhi ho capito che avevamo ancora fame. Non era solo una mia sensazione. E infatti l’abbiamo ribaltata di nuovo. Quel gol è stato il più emozionante della stagione. E poi, segnare nel derby, in casa loro...”
Gondo ammette senza giri di parole: “Non ho vissuto benissimo questa stagione, so di poter fare di più. Mi sono svegliato tardi.” Un’autocritica matura, che riflette anche il suo ruolo crescente all’interno del gruppo: “A breve farò 29 anni, sento la responsabilità di essere un giocatore esperto. Ma ora ho anche più serenità: i fischi dei tifosi, da giovane li avrei presi sul personale. Oggi capisco che arrivano perché la gente crede in noi e si aspetta di più.”
A fare la differenza, secondo Gondo, è stato anche un cambio di mentalità quotidiano: “A un certo punto abbiamo alzato il livello negli allenamenti. C’era più serietà, più attenzione. Allenarsi con uno come Destro ci ha aiutato: è umile, nonostante la carriera importante. Ogni giorno ci ha dato l’esempio.”
Alla fine, l’obiettivo è stato centrato. “Nessuno voleva retrocedere,” conclude Gondo. “Con un gruppo così non poteva accadere. Non lo meritavamo.”
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